
Raffaele ed Emanuele, questi i nomi dei due studenti della scuola. Ad accompagnarli quest’anno nel loro percorso formativo c’è Noemi, una giovanissima insegnante di appena 22 anni.
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Tre anime a tenere in vita la scuola di Ceresole
Due studenti e una docente di 22 anni, queste le tre anime che tengono ancora viva la scuola di Ceresole Reale. Sì, perché ogni anno la riapertura della scuola si configura come una vera e propria sfida, tutt’altro che semplice e scontata. “Per noi sentire suonare la campanella è un enorme successo perché vuol dire che siamo riusciti a mantenere attivo un presidio fondamentale per la vita del paese”, ha raccontato il vicesindaco Mauro Durbano, come riportato da ‘La Stampa’.L’alternativa sarebbe stata piuttosto scomoda: mandare i due bimbi fino alla primaria di Locana, a oltre mezz’ora di autobus. Il che di sicuro si sarebbe tradotto in una fonte di disagio per le famiglie. “Le realtà come la nostra sopravvivono solo se esistono dei servizi”, ha aggiunto il vicesindaco. “Riuscire a mantenere il presidio scolastico è fondamentale e conferma che la comunità è viva”.
La maestra Noemi, 22 anni: “Ne vale veramente la pena”
Del resto, andare a scuola in una piccola realtà come Ceresole, che conta appena 160 abitanti, può anche configurarsi come una vera e propria scelta di vita. È questo il caso, per esempio, della maestra Noemi Dalla Gasperina, 22enne fresca di laurea in Scienze dell’educazione, di casa a Locana. Quello di Ceresole è, per lei, il primo incarico da insegnante titolare: “E in effetti c’è stata un bel po’ di emozione alla prima campanella”, ha raccontato a ‘La stampa’. “Sia per me sia per i bimbi, dal momento che non avevamo ancora avuto modo di conoscerci. Ho sempre lavorato con i più piccoli sin dagli anni dell’animazione all’estate ragazzi. È una gran bella esperienza. Magari non sarà comodissimo in termini di spostamenti, ma posso dire che ne vale veramente la pena”.In fondo, si tratta praticamente di una situazione ideale per chi si approccia all’insegnamento: risorse adeguate e una classe ridotta (molto ridotta), con annesso panorama mozzafiato: “Indubbiamente poter andare in giardino a giocare con la vista del lago è qualcosa che pochissime realtà si possono permettere”, ha detto la maestra Noemi. “E poi, viste le dimensioni del plesso, abbiamo davvero di tutto. Dagli strumenti base fino alle dotazioni tecnologiche, internet compreso. Cose che, a volte, non puoi avere nelle scuole più grandi”.
Il sindaco: “Un paese senza scuola è un paese fantasma”
Ma, come abbiamo detto, mantenere aperta una scuola in un contesto del genere è tutt’altro che semplice. Necessario, infatti, un intervento ad hoc da parte dell’amministrazione e della politica: è la Regione Piemonte che finanzia le cosiddette “scuole sussidiate di montagna”, permettendo anche ai paesi più piccoli di mantenere aperti i propri plessi pur contando su un esiguo numero di iscritti.“Un paese senza scuola è un paese fantasma”, ha dichiarato il sindaco di Ceresole, Alex Gioannini, presente al momento dell’entrata in classe dei bimbi. In fondo, come poteva mancare, visto che la scuola si trova al piano terra del municipio, proprio sotto il suo ufficio?