
E’ proprio il caso di dire che certe volte basta una sola parola sconveniente per sollevare un polverone. Chi non si è mai trovato ad insultare il temibile prof di turno, quello cattivo e arcigno che rende la vita impossibile? Ma se le offese finiscono su una pagina di Facebook, cambiano le conseguenze. Due ex allieve del liceo artistico di Novara, a distanza di tre anni dal diploma, si sono ritrovate sedute al banco degli imputati dopo essere state denunciate a causa di un insulto di troppo. Ora sembrano essere costrette a sborsare la somma di 1000 euro, 500 a testa, per vedere il loro terribile prof ritirare l’accusa nei loro confronti.
L’OFFESA AL PROF CHE FA IL GIRO DELLA RETE - Le due ventenni prendono parte alla pagina Facebook fondata per riunire la classe del liceo, e fin qui niente di anomalo. Ma tra le conversazioni intavolate dal gruppo di compagni di scuola, esce il sondaggio su chi fosse il prof più odiato, e le due ragazze probabilmente nell’impeto dei più vivi e cattivi ricordi, rispondono lasciandosi scappare una parolaccia di troppo, un insulto che, giunto alle orecchie dell’interessato insegnante, costa loro una denuncia per diffamazione. Ora il prof odiato ha chiesto alle sue due ex alunne un risarcimento di 500 euro a testa.
LE STUDENTESSE NON VOGLIONO PAGARE - Una delle due protagoniste della vicenda ha già dichiarato di non poter versare al suo ex insegnante una cifra tanto alta, in quanto la retribuzione del suo impiego part time non le consente un risarcimento di 500 euro. Il giudice, nel frattempo, ha concesso un altro rinvio, nella speranza che le parti possano giungere ad un accordo. Ma il prof prosegue determinato la sua causa e incalza le giovani diffamatrici affermando che, qualora il risarcimento chiesto non arrivi entro il mese di gennaio, intraprenderà anche “le vie civili, mentre il processo penale continuerà il suo corso”.
NIENTE SCAMPO PER LE EX ALUNNE - Questa storia potrebbe suonare inverosimile, ma la diffamazione su Facebook per la giusrisprudenza è equivalente a quella “mezzo stampa”. Questo perchè ciò che viene pubblicato sul noto social network va incontro ad una inevitabile circolazione in rete. Le due ex studentesse, insomma, per un semplice insulto potevano rischiare una condanna da 6 mesi a 3 anni di reclusione, o in alternativa una multa di oltre 500 euro. Tale vicenda insegna che fondare dei gruppi di compagni di classe o ex allievi su Facebook con l’obiettivo di mantenere i contatti con gli amici e scambiare opinioni sulla scuola o sulla vecchia classe è certamente una bella iniziativa, ma può rischiare di ritorcersi contro gli stessi nel caso in cui le considerazioni su prof in cattedra o in pensione vengano elaborate nel segno dell’insulto e dell’ingiuria.
Margherita Paolini