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Docente insultato

Un insulto, un cellulare usato senza sosta durante la lezione e una reazione fuori dall’ordinario. È quanto accaduto in un istituto di Bolzano, dove un insegnante ha denunciato per oltraggio a pubblico ufficiale un proprio studente, all'epoca dei fatti diciottenne, dopo l’ennesima provocazione subita in classe.

Ora, a tre anni di distanza, il caso si è chiuso in tribunale con il riconoscimento di un risarcimento simbolico: 400 euro pagati dal ragazzo al professore.

Indice

  1. "Non l'ho fatto per i soldi ma per dargli una lezione di vita"
  2. Un risarcimento simbolico
  3. Un silenzio che continua

"Non l'ho fatto per i soldi ma per dargli una lezione di vita"

Il docente, insegnante di matematica, nel novembre 2022 si era trovato di fronte a un atteggiamento che, secondo lui, aveva passato il limite. Dopo aver redarguito l’alunno per l’uso continuo del cellulare durante la lezione, il ragazzo lo aveva sbeffeggiato davanti alla classe con tono sarcastico: “Bravo, bravissimo”.

Parole che non sono rimaste senza conseguenze. Pochi giorni dopo, il docente aveva sporto denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale. “Non l’ho fatto per i soldi ma per dargli una lezione di vita”, ha spiegato il docente, intervistato dal 'Corriere della Sera'. E ha aggiunto: “È stato riconosciuto il diritto al rispetto della personalità morale dell’insegnante. Non è una cosa scontata, soprattutto oggi”.

Un risarcimento simbolico

La vicenda si è conclusa con un epilogo tutto sommato pacifico. Il giovane, oggi ventunenne, ha scelto di evitare il dibattimento, approfittando della possibilità prevista dal codice penale di estinguere il reato mediante un risarcimento economico alla parte offesa.

Il professore, dal canto suo, ha fatto sapere che i 400 euro ricevuti li girerà alla scuola: “Ciò che è successo tre anni fa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. E chiarisce: “La denuncia non è stata presentata per motivi di lucro né per infliggere una punizione esemplare, ma solo per arginare la sua tendenza ad andare spesso oltre le righe”.

Un silenzio che continua

Durante il processo, lo studente non si è mai presentato. Nessun confronto, neppure veloce, tra lui e l’ex insegnante. 

Il professore, intanto, non nasconde una certa soddisfazione per l’esito del procedimento, pur sottolineando che l’aspetto economico non era il punto centrale della questione. “I soldi non sono né pochi né tanti, a me interessa solo che sia riconosciuto il reato e il diritto dell’insegnante alla propria dignità”.

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