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ieri Letta ha presentato Impegno Italia: ecco come il Governo vorrebbe cambiare la scuola

Riforma del ciclo scolastico, edilizia scolastica, reclutamento nuovi insegnanti e maggiori opportunità per il diritto allo studio universitario. Questi i punti nodali riguardanti la formazione sui quali si basa “Impegno Italia”, il documento in 50 punti presentato ieri dal Premier, Enrico Letta, con lo scopo di rilanciare il Governo.

Punti che, però, sanno un po’ di cose già viste.

Impegno Italia

MATURITÀ A 18 ANNI

- Partiamo per esempio dal primo, la riforma del ciclo scolastico. Su “Impegno Italia” leggiamo le intenzioni di questo Governo di ridurre gli anni delle scuole superiori uniformandosi agli standard europei. Questo significa che la Maturità arriverebbe con un anno di anticipo, a 18 anni. Cosa non del tutto nuova, visto che l’ex ministro Profumo aveva già messo a lavorarci una commissione da diverso tempo. Forse, l’unica vera novità sta nel rendere obbligatoria la scuola dell’infanzia, ponendola come primo grado dell’istruzione. Ma si tratterebbe solo di una sperimentazione da attuare gradualmente. Tutto questo sarebbe di competenza del Ministero dell’istruzione che dovrebbe provvedere alla sua attuazione entro il terzo trimestre.

EDILIZIA SCOLASTICA

- Il secondo punto nodale di “Impegno Italia” relativamente alla formazione, sta nel garantire nel miglior modo possibile maggiore sicurezza degli edifici scolastici. Come? Prima di tutto completando l’anagrafe dell’edilizia scolastica, e in secondo luogo stanziando tra il 2013 e il 2015 2 miliardi di euro da destinare allo scopo. Questo significa che parte di questi fondi è già stata stanziata, senza contare che, pur essendo una cifra notevole, non è sufficiente a risolvere da sola il problema dell’edilizia scolastica. Tanto che appena un anno fa, Lista Civica aveva pensato di stanziare per questo tipo di intervento ben 8 miliardi di euro.

MAI PIÙ PRECARI, SI AI CONCORSI

- Ma veniamo al terzo punto, uno dei più cavillosi per il Ministero dell’istruzione: il reclutamento di nuovi insegnanti. Infatti, questo tema è molto forte e bisogna capire in che modo avvicinare i giovani a questa professione. Innanzitutto, come aveva già anticipato il ministro Carrozza a Skuola.net e ribadito in “Impegno Italia”, bisogna chiudere le attuali graduatorie assumendo tutti i precari. In secondo luogo, stando a quanto è possibile leggere nel documento, si dovrebbero creare corsi universitari, probabilmente post laurea, che abiliterebbero direttamente i ragazzi alla professione. Non sappiamo ancora bene se avranno la stessa impostazione delle SISS o meno, su questo si attendono chiarimenti. In terzo luogo si pensa di indire nuovi concorsi con cadenza triennale. Entro l’anno si avrà la riforma dei percorsi di formazione iniziale e di reclutamento.

PIÙ DIRITTO ALLO STUDIO PER TUTTI

- Ultimo punto della parte relativa alla formazione all’interno di “Impegno Italia” è quella riguardante l’ampliamente dei diritto allo studio universitario. In che modo? Innanzitutto aumentando il numero di studenti beneficiari delle borse di studio e poi riformano il sistema di contribuzione degli studi universitari sui criteri di equità e progressività. Secondo il documento sarebbe tutto attuabile entro l’anno.

E a te cosa piacerebbe cambiare dell’attuale sistema scolastico?

Daniele Grassucci