
Fumare fa male ed è scientificamente dimostrato. Ancora non è certo, ma sembra che anche l'uso della sigaretta elettronica comporti, a lungo andare, dei danni alla salute, tanto che, nonostante il successo dell'e-cig tra gli studenti, ne è stato vietato l'uso tra i minorenni. Da questo concetto proviene la decisione del governo di vietare il fumo sia all'interno che all'esterno delle scuole: il provvedimento non fa distinzione tra studenti e personale scolastico, ed è un'eccezione rispetto ad ogni altro luogo di lavoro in cui, all'esterno o nelle aree fumatori, è riconosciuto a chi vuole cedere al vizio la libertà di farlo. Ecco che quindi si scatenano le proteste di studenti maggiorenni, di professori e del resto del personale fumatori che nel divieto non vedono un riconoscimento dei diritti dei non fumatori, ma un attacco, seppure in buona fede, alla propria libertà. In più, il decreto lascia scoperti alcuni punti: la e-cig possono essere fumate all'aperto? E come la mettiamo con i locali per fumatori? E se il divieto non è chiaro in alcuni punti, come si fa ricorso in caso si ritenga di essere multati ingiustamente?
LO SFOGO DI UN MAGGIORENNE: PERCHÉ IO NON POSSO FUMARE E I PROF SI? - A 18 anni, come tutti sanno, si acquisiscono doveri, responsabilità e diritti propri della libertà di un maggiorenne. Se si sbaglia, si pagano le conseguenze, ma si è comunque liberi di scegliere cosa fare: questo è il concetto base che accompagna i ragazzi che si affacciano alla vita adulta. Proprio in virtù di questa liberta uno studente di Skuola.net si sfoga parlando di un suo vizio, quello del fumo: "Faccio l'ultimo anno di liceo, sono maggiorenne e vaccinato. Vedere che il preside viene da me e mi tratta come un bambino ("spegnila") mi fa salire il nervoso." Se si è studenti, poi, si è studenti anche al quinto anno, quando si possono firmare le giustificazioni e la scuola non ha più la responsabilità di ciò che si causa a sé stessi. Ma per il fumo ora è diverso: i professori a cui è delegato il controllo si sentono in diritto di sgridare e multare uno studente, anche se a volte il discorso con un proprio pari cambia. Ed ecco che cominciano le disuguaglianze. Così continua il commento dello studente che sente di vedersi limitato nella propria libertà: "Soprattutto quando vedo professori, bidelli, segretari o comunque chi ‘lavora’ all'interno della scuola, che se ne frega di 'sta legge [...], e fuma a qualsiasi ora e in qualsiasi luogo."
QUALCHE PUNTO OSCURO NEL DECRETO - "La ricreazione è un momento per "ricaricare le pile", ognuno ha un suo modo per farlo (sempre che sia nei limiti), ed obiettivamente non c'è nulla di male nel fumare una sigaretta in cortile all'aria aperta durante una pausa." Così continua il commento dell'utente di Skuola.net. E non è l'unico a rivendicare il diritto alla pausa sigaretta, quando questa non sia nociva alla salute dei non fumatori. Insomma, bisogna fare chiarezza. Infatti la legge del 2003, meglio conosciuta come legge Sirchia, su cui si basa il DL sul divieto di fumo a scuola, fa riferimento ad un regolamento che “deve prevedere che in tutte le strutture in cui le persone sono costrette a soggiornare non volontariamente devono essere previsti locali adibiti ai fumatori”. In effetti, in questo caso le decisioni dei ministri non sono esplicite: è sicuro che i locali fumatori debbano avere delle caratteristiche ben precise, ma non è chiaro se sia proibito ad istituti come le scuole farne richiesta.
E LE SIGARETTE ELETTRONICHE? - Un'altro punto non chiaro è quello delle e-cig, le ormai note sigarette elettroniche. Posto che l'uso della sigaretta elettronica sia vietato ai minorenni e sia bandito dai locali scolastici, rimane un dubbio: se si è maggiorenni si può fumare la e-cig in cortile? Probabilmente l'intenzione dei ministri era quella di vietare "in toto" il fumo, ma il decreto non è chiaro su questo punto. L’avvocato Renato Guido, intervistato da Controcampus, dichiara che "è vietato l’uso delle sigarette elettroniche nei luoghi chiusi scolastici. Questo è l’unico spiraglio rimasto: i tabagisti possono fumare la sigaretta elettronica all’aperto data la mancata specificazione nel Ddl." Ma bisogna ricordarsi che "la violazione del divieto di utilizzo delle sigarette elettroniche nelle scuole è sanzionata con multe da 1000 a 6000 euro.” Ma se un prof senza una laurea in legge né grossa specializzazione in materia non avesse le idee chiare e firmasse uno di questi costosi verbali, come si può reagire?
I RICORSI, SPERANZE E DOLORI - In caso si voglia fare ricorso per una multa presa ingiustamente, continua l'avvocato: “Data la pubblicità enorme che si è fatta sui divieti di fumo, per i trasgressori all’interno e fuori dagli Istituti la contestazione della multa sarebbe alquanto complicata. Solo i fumatori di sigarette elettroniche che abbiano fumato negli spazi aperti hanno motivazioni difensive valide per il ricorso ”. Il ricorso al Prefetto, sostiene l'avvocato, deve essere presentato per iscritto e consegnato a qualsiasi ufficio degli Organi di vigilanza delle Professioni Sanitarie, o mandato per raccomandata all' Ufficio da cui dipende chi ha fatto il verbale. Bisogna indicare l'autorità alla quale si presenta, i dati di chi fa ricorso, il riassunto dell’accaduto con la data, i luogo, il numero del verbale e degli articoli violati e le motivazioni per le quali si vuole contestare il verbale. In più è necessario allegare la richiesta di annullamento, eventuali atti che avvalorino le proprie motivazioni, la data della richiesta e la firma. Insomma, il ricorso è un diritto di tutti, ma sembra proprio che la soluzione più semplice per gli estimatori del tabacco sia diplomarsi o smettere di fumare.
Carla Ardizzone