
Buone notizie per il mondo della scuola: dall'anno scolastico 2016/2017 saranno disponibili più soldi. Il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, nella giornata del 18 novembre ha firmato il decreto che modifica i criteri per l’assegnazione del Fondo di Funzionamento delle scuole che passa dai 111 milioni degli anni precedenti a oltre 230.
Nuove regole con le quali le quote saranno destinate in modo più mirato e specifico alle varie tipologie di indirizzi scolastici. Basterà a risolvere il groviglioso problema del contributo scolastico? A parlare sono le segnalazioni che quotidianamente giungono alla redazione di Skuola.net.IL PROSSIMO ANNO PIU’ SOLDI PER STUDENTE – Il decreto, frutto di una serie di suggerimenti dei dirigenti scolastici, fa aumentare la quota per alunno assegnato alla scuola. Per le primarie lo stanziamento passa da 8 a 20 euro, per gli Istituti tecnici da 24 a 36. Ci sono incentivi e incrementi anche per l’alternanza scuola lavoro, sono previsti 100 milioni all’anno. In questo caso i nuovi criteri entreranno a regime già a partire dal mese di gennaio 2016.
BYE BYE CONTRIBUTO SCOLASTICO? - Le scuole saranno soddisfatte? Mah. Attualmente molti istituti, specialmente quelli tecnici e professionali che devono sostenere anche i costi dei laboratori, chiedono alle famiglie anche ben oltre i 100 euro a studente sotto forma di contributo scolastico. Più del doppio di quanto andrebbero a prendere con i nuovi criteri di assegnazione del Fondo di Funzionamento. E può capitare che molte volte non lo facciano con gentilezza, ma attraverso vere e proprie minacce che suonano come: "Se non paghi non vai in gita" o peggio "Se non paghi niente scuola". A dimostrarlo sono le tantissime segnalazioni che ogni giorno giungono alla redazione di Skuola.net da parte di genitori che raccontano di come le scuole usino il pugno di ferro con i ragazzi quando si tratta di ricevere l'ormai tristemente noto contributo.
Ascolta le dichiarazioni del Ministro Stefania Giannini sul Fondo di funzionamento alle scuole
NO CONTRIBUTO, NIENTE GITA! - Può capitare quindi, per esempio, che una scuola minacci la famiglia di non mandare lo studente in gita scolastica, qualora questa non abbia pagato il contributo scolastico. A raccontarlo a Skuola.net è il papà di un ragazzo che ci ha messo a conoscenza dello scambio di mail avvenuto tra lui e il segretario della scuola.
UN CONTRIBUTO PER L'ALTERNANZA SCUOLA - LAVORO - E la stessa cosa accade in un altro istituto, stavolta a Voghera in provincia di Pavia. Qui il contributo volontario che la scuola richiede agli studenti e alle loro famiglie è di ben 140 euro. E, anche in questo caso, se mamma e papà non lo versano, possono pure dire addio alla gita scolastica, ma non solo. Non pagare questi soldi può anche significare salutare l'opportunità di godere dell'alternanza scuola - lavoro tanto sponsorizzata ne La Buona Scuola.
ADDIO MATURITÀ - Oppure può succedere che il mancato versamento del contributo non dia l'accesso all'esame di maturità. Per poterlo sostenere basta infatti pagare la tassa di 12,09 euro, tanto per essere precisi al centesimo. Eppure una mamma segnala a Skuola.net che la scuola di suo figlio, un Ipsia di Torino, gliene abbia chiesti addirittura 130. Più 12,09 di tasse, s'intende.
SE NON PAGHI, NON CUCINI - Insomma, spesso succede che il contributo perda il suo carattere volontario a favore di quello obbligatorio. E se non viene pagato le scuole si rifanno persino non consentendo l'accesso alle attività laboratoriali per gli studenti "evasori". Accade per esempio in un istituto alberghiero, come ci segnala una famiglia di Pomezia.
REMBADO: CONTINUEREMO A CHIEDERE CONTRIBUTI - In realtà che le scuole italiane non ce la facciano a sopravvivere con nemmeno 40 euro a studente non è una novità. Ad averlo spiegato è stato Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione Nazionale Presidi, in una recente intervista a Skuola.net: "Nuovi finanziamenti sono sicuramente ben accetti, ma in un istituto di medie dimensioni la somma si traduce in 40 euro annui pro alunno, ancora non sufficienti per coprire le spese di funzionamento”. E di conseguenza i presidi sono costretti a chiedere ancora il contributo volontario. Salvatore Giuliano, il preside dell'ITIS Majorana di Brindisi, una delle scuole più innovative d'Italia, nella stessa intervista ha confermato che "Nonostante l’aumento, una scuola superiore non può farcela senza il contributo volontario".
Serena Rosticci
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Carmine Zaccaro
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