
Sembra una piccola rivoluzione, e forse lo è davvero. Per 37 studenti di una scuola media di Longiano, in provincia di Forlì-Cesena, la recente gita scolastica a Trieste non è stata solo un’occasione per andare alla scoperta di una città nuova con i compagni di classe, ma anche per sperimentare la vita senza smartphone.
Sì, hai capito bene: nessun TikTok, nessun selfie da condividere, nessuna chat WhatsApp da aggiornare. Solo 48 ore di libertà digitale, grazie a un esperimento organizzato dagli insegnanti con il pieno sostegno dei genitori.
Indice
Un esperimento di “disintossicazione digitale”
L’iniziativa, raccontata dal 'Corriere Romagna', nasce da un’intesa concreta tra scuola e famiglie, con un obiettivo chiaro: prendersi una pausa dalla dipendenza da notifiche, like e schermi. Per due giorni, i ragazzi hanno lasciato a casa i loro cellulari, vivendo appieno la gita, senza filtri né distrazioni digitali.
Ma un altro aspetto interessante è che non si tratta di un divieto imposto dall’alto ma di un progetto educativo pensato per combattere l’uso compulsivo dei dispositivi, che, come purtroppo sappiamo, spesso inizia già in tenera età.
Disintossicarsi non significa rinunciare alla tecnologia, ma imparare a gestirla. E a Longiano hanno deciso di iniziare da qui.
Più dialoghi veri, meno schermi accesi
Senza lo smartphone in mano, i ragazzi si sono ritrovati a parlare per davvero.
Niente scroll infinito, niente “aspetta che rispondo”, solo tempo autentico da condividere insieme.Il risultato? Una gita diversa dal solito, o simile al passato: più intensa, più autentica. Come sottolineano spesso psicologi ed educatori, la dipendenza da cellulare può ostacolare le relazioni autentiche.
In poche parole: più connessioni reali, meno connessioni Wi-Fi.
Una regola con il giusto equilibrio
Cosa importante: non si è trattato di un diktat rigido. L’esperimento è stato pensato con buon senso. Sono così state fatte delle eccezioni, per esempio per chi utilizza dispositivi salvavita collegati al telefono. Perché l’obiettivo non è demonizzare la tecnologia, né tornare indietro nel tempo, ma insegnare a usarla in modo consapevole.