
La Regione Emilia Romagna ha deciso di potenziare il sostegno psicologico nelle scuole istituendo sportelli permanenti dedicati al benessere degli studenti.
L’iniziativa nasce da una richiesta espressa direttamente dai ragazzi durante i recenti Stati generali dell’educazione e della formazione di Reggio Emilia, in un confronto che ha coinvolto oltre mille tra docenti, studenti ed educatori.
Uno spazio di ascolto
La nuova misura prevede la creazione, all’interno degli istituti scolastici, di spazi continuativi gestiti da personale qualificato. L’assessora regionale alla scuola, Isabella Conti, ha spiegato che l’obiettivo è rispondere alla necessità dei ragazzi, e trasformare lo sportello d’ascolto in una presenza stabile.
L'idea, come detto, è emersa dal confronto diretto con gli studenti, che cercano “nella scuola un luogo nel quale stare bene e avvertire maggiore compassione", ha poi osservato l'assessora, come riferisce il 'Corriere di Bologna': "Sentirlo dalle loro voci, così consapevoli e presenti, per me è stato illuminante”.
I tempi di attuazione
Grazie al Fondo sociale per il contrasto alla povertà educativa, aumentato da 1,5 a 2,35 milioni di euro, il progetto inizierà presto a prendere vita. Ma non solo presidi permanenti, saranno previsti anche spazi dedicati e laboratori nelle classi.
Il 2026 sarà l’anno chiave: in quel periodo la Regione porterà nei territori le linee guida per strutturare reti per il benessere e percorsi di orientamento aggiornati, con l’obiettivo di introdurre questi sportelli in tutti gli istituti scolastici dell’Emilia Romagna.
L'assessora Conti sottolinea anche il ruolo delle “scuole che promuovono salute”, già 281 nella regione, che saranno ulteriormente valorizzate all’interno della nuova strategia. Complessivamente, le risorse dedicate al progetto raggiungono i tre milioni di euro, destinati a promuovere iniziative che favoriscano relazione, scambio e valorizzazione dei talenti.
La risposta a una necessità
Il tema centrale è, ovviamente, il benessere mentale. Come ricorda la promotrice dell'iniziativa, "il modello della performatività e della competizione sta facendo tanto male ai ragazzi”, in particolare a chi, pur impegnandosi, ha rendimenti più bassi e rischia di sentirsi svalutato.
A confermare la necessità di intervenire ci sono anche i dati del 2024 dei servizi di neuropsichiatria infantile, che hanno registrato 68 mila accessi su 666 mila under 18 residenti nella regione.
Da qui la volontà di individuare soluzioni che rendano l’ambiente scolastico un luogo in cui gli studenti possano “studiare, creare il loro futuro, sognare, immaginare e desiderare”.