
“Si parla tanto di educazione sentimentale quando io credo che gli strumenti per farla ci sarebbero già”. Parole di Edoardo Prati, studente appassionato di letteratura molto attivo nel mondo social. Su Instagram conta infatti 146mila follower e proprio lì si è lasciato andare a un'importante riflessione sul valore che può avere lo studio dei grandi classici nell'ambito dell'educazione sessuale a scuola.
L'educazione all'affettività e alla sessualità è da diverso tempo al centro del dibattito pubblico ma, ad oggi, non sembra possibile arrivare a una quadra che metta d'accordo tutti. Il giovane alunno, invece, propone di partire dai grandi classici: da Catullo in primis, con le sue lettere d'amore rivolte al giovane Giovenzio. La relazione omosessuale tra i due, spiega Edoardo Prati, sarebbe stata un ottimo spunto di dibattito in classe e avrebbe potuto aiutare molti giovani. Ma questo è solo uno dei centinaia di esempi possibili: ciò che conta davvero è “insegnare tutto, nel modo più onesto possibile”.
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L'importanza della letteratura classica nell'educazione sentimentale
Non ha dubbi Edoardo Prati su quale sia il modo migliore per affrontare lo spinoso tema dell'educazione sentimentale tra i banchi: “Si prende l'esperienza degli altri, quindi letteratura, la si analizza in maniera critica e si vede come questi innamoramenti possono influenzare il mio pensiero di innamorato di oggi. Si può fare con la letteratura questa cosa ma, attenzione, siamo onesti, con tutta la letteratura”. Perché – spiega Edoardo – va bene riprendere le lettere d'amore che Catullo inviava a Clodia ma, per par condicio, allo stesso modo dovrebbero essere trattate in classe anche le missive inviate al giovane Giovenzio: “Vanno bene i mille baci che Catullo vuole dare a Lesbia (Clodia ndr) per carità, ma allora devono andare bene anche quelli che lui vuole da Giovenzio. Mi riferisco alle poesie che Catullo ha scritto a Giovenzio, che non ci sono nelle antologie di scuola. Voi immaginate quante tragedie avremmo evitato se ci fossimo subito soffermati su tutte le fonti, su tutti gli esempi che abbiamo dall'antichità?”
“I tuoi occhi pieni di miele oh Giovenzio, se qualcuno me li lasciasse baciare...: vi rendete conto come avrebbe legittimato anche la modernità una frase di questo tipo?” aggiunge Edoardo Prati. Infine, lo studente conclude: “C'è una responsabilità nell'insegnamento che è quella di insegnare tutto, nel modo più onesto possibile. Quindi l'educazione sentimentale non è chissà che rivoluzione, si tratta semplicemente di essere onesti con se stessi come studenti, e prendere tutto quello che può aiutare a capire se stessi”.