
Ma come ti vesti? Con i primi caldi ecco arrivate le prime polemiche sul dress code a scuola. Tanti istituti però, ormai, promettono la linea dura e impongono ai propri studenti un abbigliamento consono al luogo che frequentano per buona parte della loro giornata.
Perché, in concomitanza con la bella stagione, le aule tendono a popolarsi di bermuda, short e infradito. Così sempre più presidi corrono ai ripari, dichiarando guerra all'abbigliamento scollacciato e promuovendo il decoro tra le mura scolastiche. L'ultima iniziativa, tra le altre, quella della preside di un istituto comprensivo a Moncalieri, vicino Torino, la cui proposta di vietare abiti succinti e trucco pesante è stata prima "approvata" dalle famiglie con un sondaggio su Facebook.
Milano: genitori invitati a portare il cambio al figlio
Tra i primi a muoversi in questo senso il Gentileschi di Milano, dove si sono dovuti vietare addirittura i cappellini da rapper in classe, costantemente in testa agli alunni durante tutta la giornata di lezioni: "Il regolamento d’istituto è chiaro — dice il preside Lorenzo Alviggi — ma è molto difficile farlo rispettare. Ci si chiede perché i genitori non intervengano, quando vedono i figli uscire così di casa. L’altro giorno una ragazzina si è presentata con i pantaloni veramente troppo stracciati, lo so che è la moda, ma non siamo in un’arena da concerto. Abbiamo chiesto al padre di portarle un paio di calzoni decenti".
Da una preside di Torino il richiamo al rispetto 'del luogo'
Si infervora anche la dirigente scolastica dell'Istituto Comprensivo "Centro Storico" di Moncalieri, Valeria Fantino. Nelle due scuole medie dell’istituto comprensivo nella prima cintura di Torino, d'ora in poi, i ragazzi potranno entrare in classe solo indossando "un abbigliamento consono e rispettoso ad un luogo come la scuola", afferma la preside a Skuola.net. "Sono stufa - tuona - ormai la situazione è diventata incontrollabile." E continua: "Facciamo molto per il bullismo, ma bisogna insegnare ai ragazzi non solo l'educazione e il rispetto dell'altro, non solo l'educazione di genere, ma anche quella di luogo".
Il sondaggio su Facebook
Sulla pagina Facebook dell'Istituto, nei giorni scorsi, è stato persino promosso un sondaggio, con una semplice domanda: "Chi sarebbe d’accordo nel vietare canotte, shorts e minigonne cortissime a scuola?", con una buona quota di favorevoli. Nei prossimi giorni l’idea sarà anche portata al tavolo del consiglio d’istituto. Praticamente certa la sua approvazione. "Si deve favorire un minimo di rispetto e di buon gusto". "I ragazzini non devono scimmiottare i grandi, devono avere le loro esperienze, ma capire che non serve avere i pantaloni strappati o le minigonne per avere successo. E in un colloquio di lavoro come faranno?". Alla domanda se sono previste misure dure per chi trasgredisce il codice, la dirigente è chiara: "No, nessuna sospensione. Un richiamo sì, al buon gusto e alla decenza. In verità quello che chiedo è solo vestirsi in modo consono e anche evitare rossetti e fondotinta pesanti. Non devono mica andare in discoteca..."