
Divampa la polemica dopo la sospensione della studentessa del liceo classico "Quinto Orazio Flacco" di Portici, in provincia di Napoli. La vicenda è riporta La tecnica della scuola, Claudia, 16 anni, è stata sospesa per 7 giorni da scuola per un post (poi cancellato) sulla pagina ufficiale dell'istituto nel quale aveva criticato aspramente la dirigente scolastica.
La studentessa aveva colto l’occasione di un riconoscimento ricevuto dall’istituto – a Tallin, in Estonia, dove i rappresentanti della scuola hanno partecipato alla cerimonia conclusiva del Tes Schools Awards 2017 – per parlare aspramente contro la scuola.
Il duro sfogo su Facebook
Ecco il testo del post incriminato:“Amore per i vostri ragazzi? Senso di appartenenza? Davvero credete che le cose vadano così in questa scuola? Presentare il Flacco in un contesto felice sui social media non lo renderà tale! Posso provare solo vergogna e disprezzo verso chi scrive una cosa del genere senza prendere minimamente in considerazione la vera realtà di questa scuola, che ormai, per come è diventata e gestita, può solo farci mettere le mani nei capelli a tutti noi studenti. Siete dei falsi! Mai sentito alcun alunno del Flacco dire di essere felice nel contesto scolastico. E guardate che se questa scuola ha avuto fama per i propri successi, è solo ed esclusivamente grazie a noi studenti e ai pochi professori che si salvano nell’istituto”.
La preside non l'ha presa bene
Un commento che ha fatto andare su tutte le furie la dirigente scolastica, Iolanda Giovidelli. Infatti la dirigente scolastica cancella subito il messaggio, ma l’alunna ne scrive un altro protestando per la “censura” e per la mancata applicazione della libertà di espressione. La preside non ci sta e convoca i professori. Ai docenti fa leggere il commento senza dire chi è l’autore e tutti sono unanimi nella decisione: sette giorni di sospensione “per un commento gravemente offensivo nei confronti dell’istituzione scolastica e in particolare della dirigente scolastica, dei docenti e degli alunni del Flacco”. Ma molti studenti hanno espresso solidarietà alla ragazza e, dopo aver esposto striscioni di protesta alle finestre dell’istituto, sono scesi in piazza per manifestare.
Scoppia la bufera mediatica
Sulla vicenda sono arrivati anche i primi commenti "politici". Su Facebook, Luigi Gallo, deputato del Movimento Cinque Stelle, afferma che la scuola "come comunità educante non può rinchiudersi nelle quattro mura, ma deve coinvolgere i cittadini fuori dalle aule. Per fare questo ci vuole uno spazio di dialogo e di confronto. Per questo chiedo alla studentessa, agli insegnanti e alla dirigente scolastica di questo liceo un confronto pubblico dove si possono ascoltare le ragioni di tutti senza produrre le dinamiche di un processo, ma le dinamiche dell’ascolto che punta ad unire per andare avanti insieme in una direzione migliore di quella di oggi. Dirigente, professori, studenti, cittadini sono disponibili?"
Studenti difendono la ragazza sospesa
L’Unione degli Studenti della Campania, in una nota, esprimono la propria solidarietà alla studentessa: “Noi scegliamo di stare dalla parte di Claudia, perché il suo atto di coraggio e di verità deve essere un esempio per tutta la popolazione studentesca che troppo spesso subisce in silenzio gli abusi di potere dei dirigenti, che applicano a proprio piacimento le leggi, stravolgendo approvando arbitrariamente Regolamenti di Istituto repressivi, non rispettando e non informando gli studenti dei diritti sanciti dallo “Statuto dei diritti delle Studentesse e degli Studenti”, dal Testo Unico, dal DPR 567/96 e dalle altre leggi conquistate con il sangue, l’impegno e l’allegra ribellione di studenti prima di noi"."Scegliamo di stare dalla parte di Claudia - si legge ancora nel comunicato - perché le sue parole aprono uno squarcio nel contesto della “Buona Scuola”: tra falsi premi e finti riconoscimenti, si nasconde soltanto una retorica classista della competizione e della meritocrazia, funzionale a mettere tutti contro tutti, a creare la guerra tra poveri, escludere e allontanare i più deboli". "Faremo di ogni scuola una scuola ribelle fino all’abrogazione della Buona Scuola, e apriremo una fase costituente per creare dal basso una scuola in grado di essere una comunità educante, fondata sulla partecipazione e la democrazia, in grado di autogovernarsi, di rispondere ai bisogni e alle aspirazioni degli studenti. Una scuola al centro del territorio, aperta, in grado di promuovere un diverso modello di cultura, di socialità, di produzione, non basato sullo sfruttamento, sulla sopraffazione, sulla prevaricazione".