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Gli studenti delle scuole superiori chiedono una maggiore rappresentanza e un ruolo più attivo all'interno della gestione scolastica, in tutte le sue sfaccettature. Una richiesta che non è passata inascoltata. È proprio a partire da questa esigenza, infatti, che il Partito Democratico ha introdotto una proposta di legge, promossa dalla senatrice Simona Malpezzi. L’obiettivo è quello di raddoppiare il numero dei rappresentanti degli studenti nei consigli d’istituto.

 

 

E tra i punti avanzati dalla proposta c’è l’introduzione di corsi di formazione specifici per i rappresentanti degli studenti. E per incentivare il tutto, per ogni anno di servizio come rappresentante, gli studenti riceverebbero crediti formativi extra.

 

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La proposta di legge sulla rappresentanza scolastica

L'idea della proposta di legge trae origine dall'esperienza di Carlo Fossati, che ha ricoperto il ruolo di rappresentante d’istituto al Liceo Volta di Milano e che ora è responsabile della scuola per l'area milanese dei Giovani Democratici. 

Fossati, collaborando con altri rappresentanti studenteschi di diverse regioni italiane, ha messo in luce le carenze del sistema attuale, introdotto nel 1974, sottolineando come non offra una rappresentanza veramente efficace agli studenti. Nonostante gli studenti siano effettivamente la maggior fetta di popolazione nelle scuole, la loro influenza sulle decisioni del consiglio d'istituto rimane significativamente limitata.

Punti chiave della proposta legge

Ecco quali sono i punti chiave della proposta legge.

  • Aumento dei rappresentanti degli studenti: la proposta prevede un incremento significativo nel numero di rappresentanti studenteschi nei consigli d’istituto. Per le scuole con meno di 500 studenti, il numero salirebbe da 3 a 6, mentre nelle istituzioni più grandi passerebbe da 4 a 8.

  • Estensione della rappresentanza alle scuole medie: la presenza degli studenti nei consigli d’istituto sarebbe estesa anche agli istituti omnicomprensivi, che comprendono le scuole medie, ampliando così la base di rappresentanza studentesca.

  • Formazione e crediti formativi: la proposta introduce programmi di formazione specifici per i rappresentanti degli studenti, volti a migliorare la loro preparazione per il ruolo e incentivare un coinvolgimento più attivo e informato. In aggiunta, per ogni anno di servizio come rappresentante, gli studenti riceverebbero crediti formativi extra.

  • Commissioni paritetiche: viene promossa la formazione di commissioni paritetiche, costituite da un numero eguale di studenti e insegnanti. Queste commissioni avrebbero il compito di discutere e deliberare su questioni didattiche e organizzative, rafforzando il dialogo tra studenti e corpo docente.

Un segnale di apertura

La proposta di legge segna un punto di svolta, che dà un chiaro segnale di apertura nei confronti delle esigenze avanzate dagli studenti. La direzione è quella di una scuola più inclusiva e partecipativa. Come spiega Malpezzi al ‘Corriere della Sera’, l’iniziativa “promuove la partecipazione al punto da sperare che in futuro i livelli di astensionismo si possano abbassare drasticamente”.

Alla base di tutto questo c’è un confronto costante tra studenti e insegnanti, che possa portare a un miglioramento del dialogo tra le parti, oltre a un’efficacia maggiore in chiave decisionale. 

Un modello di successo

Oltretutto, non si tratta di una proposta sradicata dalla realtà. Modelli simili sono stati già adottati da alcune scuole, come il Liceo Carducci di Milano: qui già sono presenti delle commissioni paritetiche, le quali hanno dato risultati positivi. Il che dimostrerebbe come un maggior coinvolgimento partecipativo degli studenti possa portare a miglioramenti significativi alla vita scolastica in tutta la sua complessità.

Data pubblicazione 19 Aprile 2024, Ore 13:07
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