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Contributi Scolastici: le scuole continueranno a chiederli

Addio ai contributi scolastici, volontari nella norma, ma obbligatori di fatto? Sembrava che si dovesse andare in questa direzione dopo l'aumento straordinario di 50 milioni di euro per le spese di funzionamento delle scuole.

Purtroppo però non sarà così semplice. Skuola.net ha infatti chiesto ai diretti interessati, i dirigenti scolastici di alcune scuole campione di tutta Italia, se grazie a questo aumento sarebbe tramontata l'era del contributo scolastico volontario chiesto talvolta insistentemente. E la risposta è stata unanime: i soldi del Miur non bastano e l'aiuto delle famiglie rimane prezioso. Ma la Giannini risponde: basta chiedere soldi in modo vessatorio.

Contributo Scolastico, ecco come funziona

40 EURO AD ALUNNO? TROPPO POCHI - Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, sostiene che “nuovi finanziamenti sono sicuramente ben accetti, ma in un istituto di medie dimensioni la somma si traduce in 40 euro annui pro alunno, ancora non sufficienti per coprire le spese di funzionamento”. Così i presidi sono costretti a chiedere ancora il contributo volontario. Salvatore Giuliano, il preside dell'ITIS Majorana di Brindisi, una delle scuole più innovative d'Italia, conferma che "nonostante l’aumento, una scuola superiore non può farcela senza il contributo volontario".

NELLE SCUOLE SI SPENDE IL DOPPIO - Come spiega Lidia Cangemi, dirigente del prestigioso Liceo Kennedy di Roma, “il contributo volontario a studente è di 100 euro, circa il doppio di quello che ci fornirebbe il Ministero”. Il preside del Liceo Volta di Milano, Domenico Squillace, definisce i nuovi fondi “briciole, che non sono sufficienti. . Ad esempio la mia è una scuola che fa molto, per la classifica di Fondazione Agnelli siamo la prima in Italia. Per arrivare a questi risultati bisogna investire tanto e noi spendiamo 160mila euro l’anno in progetti di approfondimento, di sostegno alle difficoltà e alle eccellenze”. Molti dei dirigenti scolastici intervistati stimano che sia necessario uno stanziamento doppio rispetto a quello attuale, quindi 300 milioni di euro.

PRESIDI, NON OBBLIGATE A PAGARE - Il ministro Giannini, intervistato da Skuola.net, sostiene che “lo stanziamento, che stiamo cercando di consolidare con 25 milioni in più per il prossimo anno, non eliminerà la prassi del contributo chiesto alle famiglie ma vuole ricondurlo ad “ contributo” a spese di qualità, spese per l’innovazione”. Ai presidi tuttavia la Giannini chiede di non “non usare metodi vessatori nei confronti dei genitori nel chiedere il contributo”.

FARAONE OTTIMISTA - Più ottimista si era mostrato sul tema il sottosegretario Faraone: “Finalmente ogni scuola potrà coprire non solo le spese vive, dalla carta igienica ai software per i registri elettronici, ma anche investire nella didattica e nei laboratori”. Ma gli stimati 35mila euro, a quanto pare, non sono sufficienti a questo scopo.

QUEI FONDI ANNUNCIATI... - L'esigenza dei presidi di chiedere un contributo volontario deriva anche dai profondi tagli fatti in passato. Poi l’ex Ministro Profumo ha mostrato l'intenzione di ampliare il fondo fino a 240 milioni di euro annuali da completarsi nell’anno 2013. Questo forse avrebbe permesso di rinunciare ai contributi volontari, ma non è mai andato in porto. Così nelle scuole rimane una situazione disperata, afferma Mario Rusconi, vicepresidente Associazione Nazionale Presidi: “dopo i tagli alla scuola di 8 miliardi decisi da Tremonti le scuole si reggono grazie alla buona volontà delle famiglie che si mettono le mani in tasca. Perciò l’inversione di tendenza nuovo governo è importante ma non basta”.

E IO PAGO - Purtroppo la situazione difficile porta i presidi a chiedere e le famiglie a pagare. Soprattutto negli istituti tecnici e professionali a causa dei costi altissimi di mantenimento dei laboratori. E qui la vicenda tocca una vetta di rara ingiustizia: dati alla mano, gli studenti di scuole vengono per la maggior parte da famiglie meno abbienti. Ma come ricordano anche sul sito del Ministero, resta “illegittimo e subordinare l’iscrizione degli alunni al preventivo versamento del contributo”. Insomma la scuola ha bisogno di questi contributi per sopravvivere, ma voi non siete costretti a pagare. Quindi se vi obbligano a farlo, sappiate che stanno andando contro le norme. E noi vi daremo una mano a difendervi.

Carla Maria Ardizzone