
Andare a scuola come se fosse l’università, con un’organizzazione oraria che somiglia più a quella accademica che a quella di un semplice istituto superiore. Accade a Bari, presso il liceo linguistico e l’istituto tecnico economico Marco Polo dove gli studenti di 4 classi, 1DL, 1GL, 2DL, 2GL due di prima e due di seconda, si ritrovano un orario stravolto rispetto ai loro coetanei: si tratta della compattazione oraria, per cui determinate materie vengono svolte solo nel primo quadrimestre ed altre solo nel secondo.
COMPATTAZIONE, CHE SIGNIFICA? – In sostanza si tratta di accorpare l’insegnamento di varie discipline per svolgerle solo in un quadrimestre. Un po’ come accade nei semestri universitari. Un esempio? Al Marco Polo di Bari, nella sezione di linguistico, scienze e storia la faranno da padrone da qui a gennaio per poi sparire e lasciare campo libero a matematica e latino. Una full immersion di tutto rispetto visto che la compattazione prevede 4 ore a settimana di storia e 4 di scienze. Praticamente tutti i giorni. Se dal punto di vista della concentrazione ci si guadagna, va da sé che si perde molto in termini di continuità.
SIAMO CAVIE? – Non mancano infatti le polemiche. La scuola ha avvisato le famiglie e gli studenti di tale stravolgimento orario il 12 settembre scorso, a ridosso quindi dell’avvio dell’anno scolastico, molti si sono sentiti spaesati e avrebbero voluto saperne di più. Tra questi c’è anche chi ha scritto a Skuola.net chiedendo quali vantaggi può avere una sperimentazione simile e se fosse giusto staccare completamente la spina ad una materia come la matematica che, di fatto, viene messa in stand by per almeno 6 mesi. I ragazzi che avranno matematica a partire dal secondo quadrimestre, infatti, si ritroveranno a dover riaprire i libri chiusi dal giugno scorso. Sarà semplice? Vedremo, potrebbe anche essere una novità interessante e da esportare in altre scuole. Ma intanto, in attesa di avere riscontri positivi, per chi ci scrive resta un interrogativo: “è giusto essere usati come cavie?”.
I PRECEDENTI – Ma il Marco Polo di Bari non è il primo istituto scolastico ad aver adottato la compattazione oraria. Prima di lui, ad esempio, anche l’Its Pacioli di Crema. Un’esperienza riportata anche dall’Indire, nel 2012, che racconta nel dettaglio come funziona la compattazione: “Le lezioni si svolgono dal lunedì al venerdì con rientri pomeridiani previsti per tutti i giorni fatta eccezione per il mercoledì. Alcune attività del biennio vengono compattate nel primo o nel secondo quadrimestre. Ad esempio, nelle classi prime e seconde scienze e diritto vengono fatti nel primo quadrimestre, fisica e informatica nel secondo. Questo evita nei ragazzi di avere troppe materie in contemporanea, e permette agli insegnanti di conoscere meglio le proprie classi. Permette anche agli studenti di evitare di incorrere in casi di dispersione cognitiva e consente di sfruttare il secondo quadrimestre come ripasso di alcuni argomenti già affrontati (sebbene con approccio diverso) nel primo”. E l’indice di gradimento tra i diplomati è assolutamente positivo: i dati del 2011 dimostrano infatti che il 68,9 si dice soddisfatto dell’organizzazione oraria contro una media nazionale del 48,4 e quindi la soglia degli scontenti, il 31,1%, è ben al di sotto di quella nazionale pari al 51,3%.