
Ancora novità per il mondo dell’istruzione, con la comunicazione del ministero dell'Istruzione e del Merito che ha condiviso con i sindacati i dettagli del cosiddetto concorso PNRR 3, un bando attesissimo che promette di dare una scossa al mondo della scuola con nuovi posti di lavoro.
Si tratta di un piano di assunzioni massiccio, spalmato su tre anni scolastici - 2025/2026, 2026/2027 e 2027/2028 - che metterà a disposizione: 30.759 posti destinati alla scuola secondaria e 27.376 posti per la primaria e l'infanzia.
Questi numeri includono sia i posti comuni sia quelli di sostegno, garantendo così una copertura a 360 gradi. Il MIM ha già fornito le prime indicazioni, specificando che il concorso avrà una struttura simile ai precedenti due concorsi PNRR. Le diverse classi di concorso saranno gestite dagli Uffici scolastici regionali, che avranno anche la facoltà di accorpare tra di loro le regioni per una gestione più efficiente delle procedure.
Indice
Requisiti per la domanda
Per partecipare a questo concorso la regola base è il possesso dei titoli abilitanti all'insegnamento per la specifica classe di concorso o tipo di posto e/o la specializzazione sul sostegno per il grado scelto.
Tuttavia, dovrebbero esserci delle eccezioni importanti che potrebbero ampliare la platea dei candidati. Qualcosa è già trapelato:
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Scuola Secondaria compresi i posti di insegnante tecnico - pratico: anche chi non ha un titolo abilitante può partecipare se ha svolto un servizio di almeno tre anni presso le istituzioni scolastiche statali nei cinque anni precedenti il termine di presentazione delle domande. Questo vale anche per gli insegnanti tecnico-pratici (ITP).
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Titoli conseguiti all'estero: i docenti che hanno ottenuto i titoli fuori dall'Italia possono essere ammessi al concorso con riserva, a patto che abbiano presentato domanda di riconoscimento entro i termini di chiusura delle istanze.
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In attesa di titolo: se si è iscritti ai percorsi abilitanti o ai corsi di specializzazione sul sostegno per l'anno 2024/25, si può essere ammessi con riserva, purché si riesca a conseguire il titolo entro il 31 gennaio 2026. La riserva potrà essere sciolta tra il 20 gennaio e il 5 febbraio 2026.
La prova scritta e quella orale
Il concorso prevede due fasi: una prova scritta e una prova orale. Per quanto riguarda la prima, sarà un test a computer con 50 domande a risposta multipla, da completare in 100 minuti. I quesiti saranno così suddivisi, per testare una preparazione completa del futuro docente:
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10 in ambito pedagogico.
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15 in ambito psicopedagogico, inclusi gli aspetti dell’inclusione.
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15 in ambito didattico, inclusa la valutazione.
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5 sulla conoscenza della lingua inglese (livello B2).
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5 su competenze digitali e informatiche.
Per non essere eliminati e accedere alla fase successiva, è necessario raggiungere un punteggio minimo di 70/100. Superato lo scritto, si passa alla doppia prova orale, che include:
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Un colloquio disciplinare.
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Una lezione simulata su una traccia estratta 24 ore prima dell'esame.
Durante l'orale verrà anche accertata la conoscenza della lingua inglese.
Presentazione delle domande
Per quanto riguarda la presentazione delle domande, i sindacati fanno sapere che il Ministero è in attesa dell’autorizzazione definitiva relativa ai posti. In linea di massima, si prevede che si potrà inviare la propria candidatura intorno alla metà di ottobre.
L'organizzazione sindacale Flc Cgil critica però questo aspetto: teme che le istanze restino aperte troppo poco tempo, impedendo ai candidati di "ricevere la dovuta assistenza nella compilazione delle istanze e di fare scelte consapevoli e ponderate".
Le critiche dei sindacati: concorsi a raffica e idonei in attesa
Nonostante l'enorme numero di posti, l'iniziativa non ha raccolto solo applausi, anzi. I sindacati hanno espresso perplessità su modalità e tempi di questo concorso. La Flc Cgil conferma "il giudizio fortemente negativo rispetto alla scelta di bandire concorsi a raffica senza tutelare chi un concorso lo ha già superato".
Inoltre, denunciano che il concorso viene proposto "senza conoscere la situazione delle immissioni in ruolo per l'anno scolastico 2025/26, la capienza delle graduatorie di merito vigenti né i numeri dei docenti che hanno superato i concorsi precedenti, a partire dagli idonei 2020 fino agli Idonei Pnrr". Il rischio, secondo loro, è di "bandire un concorso dove ci sono già graduatorie capienti e idonei da assumere, per i quali il calvario della precarietà rischia di allungarsi ulteriormente”.
Anche la Gilda degli Insegnanti si unisce al coro di critiche: “È il solito concorso fotocopia dei precedenti, con pochi posti a disposizione e che vede protagonisti gli stessi partecipanti che spesso hanno già superato, senza risultare vincitori, una procedura precedente”.
Le assunzioni: i numeri di Valditara
Nonostante le critiche sulla gestione dei concorsi, il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha recentemente snocciolato alcuni dati positivi che riguardano le immissioni in ruolo. A fine agosto, il Ministro aveva comunicato che erano entrati in ruolo 41.901 nuovi docenti, un dato che copre il 76,8% dei posti disponibili a livello nazionale. Un aumento significativo del 30% in più rispetto all'anno precedente.
Un focus particolare è stato posto sul sostegno, un settore cruciale che ha visto l’assunzione di 7.820 docenti di sostegno, portando il totale degli insegnanti di ruolo in questo ambito a circa 121.879. La copertura dell’organico sul sostegno è arrivata al 95,2% (prima di queste assunzioni era all'89%).