
Lui non vuole andare a scuola e non vuole fare i compiti a casa, così la mamma chiama il 113 affinché qualcuno le venga in soccorso e metta in riga suo figlio. Strano ma vero, è accaduto a Roma.
LA SCUOLA PROPRIO NO - Il ragazzo in questione ha 11 anni, vive nella periferia nord-ovest di Roma e a quanto pare non ha un buon rapporto con la scuola. Non gli piace, e per quanto riguarda i compiti a casa poi neanche a parlarne. La madre, disperata, le avrà provate tutte per convincerlo-costringerlo a collaborare un po’, ma niente da fare, di ubbidire non ne voleva sapere. E a mali estremi, estremi rimedi.
VENITE, SONO DISPERATA! - Dopo l’ennesima discussione, la mamma del ragazzino romano è passata alle maniere forti, cioè ha chiamato il 113 e, con grande agitazione, ha detto: “Vi prego venite, non ce la faccio più, non so più cosa fare con mio figlio, è una peste, sono disperata”. Gli agenti al momento non hanno capito bene di cosa si trattasse, ma hanno deciso di mandare subito una volante sul posto per scongiurare qualsiasi gesto folle.
UNA VOLANTE PER LA PESTE - Arrivati nell’appartamento da dove è partita la chiamata, i poliziotti sono stati accolti dalla madre che con un occhiolino ha detto loro: “Ecco, finalmente siete arrivati, diteglielo voi a mio figlio, a questa peste, che se non si comporta bene finisce in mezzo ai guai”. Ebbene sì, nessuna violenza si stava commettendo, per fortuna, ma c’era un serio e difficile problema di rispetto delle regole e allora gli agenti hanno provveduto a calmare gli animi e a spiegare alla “peste” come si doveva comportare.
E I VOSTRI GENITORI? - Con accento romano e rivolti direttamente all’11enne, i poliziotti hanno così intimato allo studente un po’ discolo: “Ragazzì mettiti in riga, devi fare quello che ti dice tua madre, studia e fai il bravo, non vedi quanti finiscono in mezzo a brutte storie?” Non sappiamo se ora il ragazzino si sia definitivamente redento, ma abbiamo immaginato quante mamme spesso si sentano disperate, perché non riescono a farvi mettere la testa a posto. E allora vi chiediamo:
Cristina Montini