5' di lettura 5' di lettura
valditara certificazioni linguistiche

In seguito a diverse indagini e scandali riguardanti l'acquisto illecito di certificazioni linguistiche, da parte di candidati che cercavano di salire nelle graduatorie per l'insegnamento utilizzando scorciatoie, il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è intervenuto con misure urgenti. 

Tali provvedimenti, resi noti tramite una nota stampa indirizzata agli enti certificatori, mirano a contrastare queste irregolarità.

Nella nota vengono indicate le nuove direttive relative alle certificazioni linguistiche: “Gli enti abilitati al rilascio delle certificazioni per le competenze linguistico-comunicative - si legge - oltre a dover garantire la qualità delle prove d’esame e la trasparenza delle valutazioni, sono chiamati ad assicurare che gli esami si svolgano presso le loro sedi accreditate in Italia, sotto stretta vigilanza e nel pieno rispetto dei protocolli con il MIM".

Inoltre, tali strutture, dovranno trasmettere al Ministero dell’Istruzione e del Merito una relazione annuale "che documenti le attività svolte, comprese le iniziative adottate per garantire il rispetto dei nuovi standard richiesti”. 

Si riduce la lista degli enti abilitati

Il ministro Valditara ha sottolineato come l'elenco aggiornato degli enti, valido a partire da quest'anno scolastico e per i prossimi tre, sia il risultato di una selezione rigorosa operata da una Commissione di esperti.

Tale commissione ha ridotto drasticamente il numero degli enti idonei da 41 a 8, basandosi su criteri selettivi e requisiti tecnici scrupolosamente verificati.

Gli istituti scelti, da questo momento, saranno soggetti a un'attività di monitoraggio, controllo e valutazione da parte dell'Amministrazione scolastica, focalizzata sulla gestione delle certificazioni.

Il ministro spiega: “Abbiamo voluto imprimere un deciso cambio di passo, selezionando solo gli enti realmente in grado di garantire standard elevati di qualità, trasparenza e affidabilità nelle attività certificatorie. In un momento in cui è fondamentale rilanciare il nostro sistema educativo, scorciatoie o irregolarità non sono tollerate".

Anche per questo il responsabile del MIM ha dato impulso a un’attività costante di monitoraggio da parte degli Uffici ministeriali "per contrastare eventuali fenomeni di illegalità, purtroppo emersi in passato, nel rilascio di titoli di studio che sono collegati al conseguimento di benefici e punteggi aggiuntivi nelle graduatorie del personale docente”.

Le inchieste sulle certificazioni linguistiche

La stretta del ministro Valditara arriva a seguito di diversi casi sospetti, venuti alla luce grazie a inchieste giornalistiche. Una delle più eclatanti è quella svolta dal team Backstair di Fanpage.it, intitolata "La Cattiva Scuola" che ha rivelato un sistema profondamente radicato in cui avvocati e sindacati facilitano l'ottenimento fraudolento di certificazioni e titoli. Questi documenti, acquisiti senza studiare, sono poi utilizzati per accumulare punteggio nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS).

Un'inviata di Fanpage, fingendosi un'aspirante docente, è riuscita a ottenere ben 22 punti in graduatoria sborsando circa 3.600 euro. Ciò è avvenuto tramite esami fittizi, senza che la giornalista abbia mai dovuto studiare. I risultati dell'inchiesta sono stati presentati per la prima volta al pubblico il 23 gennaio, durante la trasmissione "Piazzapulita" su La7.

Anche "Mi manda Rai Tre", noto programma di Rai3, ha dedicato una puntata del 12 aprile a un'indagine sulla compravendita di titoli per docenti. La situazione emersa è allarmante, raccontando ad esempio di una scuola paritaria in Puglia accusata di aver rilasciato diplomi falsi e titoli inventati.

I giornalisti hanno esteso le loro ricerche anche nell'hinterland napoletano, dove molti si adoperano per vendere certificazioni, come quelle linguistiche, al fine di favorire l'avanzamento in graduatoria degli insegnanti.

La dinamica è sempre la stessa: qualsiasi certificazione ti occorra, tu non devi fare niente; non c'è corso, non c'è esame, non c'è niente.

Si parla di assistenza fornita tramite gruppi WhatsApp e di risposte d'esame direttamente dall'ente certificatore. Un intermediario, che si è scoperto essere un insegnante affiliato a un sindacato scolastico convenzionato con l'ente, ha chiarito la situazione con le seguenti parole: "Devi capire tra le righe".