francesca_fortini
di francesca_fortini
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 scuola: quarto anno all'estero per 1800, 2 su 3 sono femmine

Sono 60 le destinazioni e 1800 i posti messi a disposizione per la selezione di Intercultura dell'anno 2015-2016: un'esperienza di studio all'estero da poche settimane a un anno scolastico intero. E' questa l'offerta di Intercultura che, quest'anno, allarga ulteriormente i suoi orizzonti. E non è un modo di dire, visto che a bando ci sono due nuove destinazioni, decisamente dell'altro mondo: Perù e Bolivia. E, c'è da scommetterci, riceveranno una larghissima adesione da parte degli studente che confermano la loro maggiore predisposizione per i paesi al di fuori dell'Europa.

ADDIO VECCHIO CONTINENTE - La onlus Intercultura, infatti, dal 1955 promuove i programmi scolastici nei 5 continenti e spazia da dalla Cina alla Costarica, dal Giappone all'Argentina, dall’Indonesia al Sudafrica. Che cosa prediligono i ragazzi? Guardare lontano, nell'anno 2013-2'14 la meta prescelta per per 2 ragazzi su 3 è stata fuori dal vecchio continente. Se il 33,8% resta a studiare in Europa, infatti, il 23,6% sceglie il nord America, seguono America latina e Asia rispettivamente con 22,9% e 13,2%. Non mancano i viaggi studio in Oceania e Africa, scelti dal 5,2% e dall'1,3% dei candidati.

RAGAZZE, SI PARTE!- Probabilmente hanno più spirito di avventura dei compagni di classe. La maggior parte dei ragazzi che ogni anno parte per Intercultura è di sesso femminile. I dati dello scorso anno, infatti, segnalano un 67% di ragazze. Contro un 33% di ragazzi. Da dove provengono? Da tutta Italia. Nel dettaglio, in proporzione alla popolazione studentesca della regione, il 16% viene dalla Lombardia, l’11% dal Lazio, il 10% dal Veneto, il 9% dal Piemonte e dall’Emilia Romagna, il 6% dalla Sicilia, il 5% dalla Sardegna, dalla Toscana e dalla Campania e giù a scendere. Nel popolo dei viaggiatori, c'è anche una buona quota di studenti di seconda generazione: quest’anno sono 27 e le loro nazionalità spaziano da quella albanese, a quella cinese, da quelle dell’est europeo come Moldavia, Montenegro e Romania, alle più “occidentali” come francese, tedesca e spagnola, passando per quella peruviana, salvadoregna e statunitense.

UN'ESPERIENZA ...SPAZIALE- A che cosa serve studiare all'estero? A raccontarcelo sono direttamente coloro che, ai tempi del liceo, partirono con Intercultura. Primi fra tutti i due astronauti italiani del team ESA, Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti che, a pochi mesi dalla sua partenza per la Stazione Spaziale Orbitante con la missione “Futura” dell'Agenzia spaziale Italiana, ci racconta quanto le competenze interculturali sviluppate proprio a partire dal suo anno di studi trascorso negli Usa a 17 anni abbiano influito sul suo percorso professionale:
Ormai quasi 20 anni fa ho partecipato ad un programma di scambio annuale di Intercultura, non soltanto ho vissuto per un anno in una cultura diversa ma per la prima volta ho avuto l’opportunità di incontrare ragazzi e ragazze da tutto il mondo, i miei orizzonti si sono ampliati in modi che non avrei mai potuto immaginare. Poi ho studiato in Germania, Francia, Russia e negli Stati Uniti. Oggi i miei colleghi di equipaggio sono un russo e un americano, gli istruttori che ci preparano per questo viaggio nello spazio sono europei di ogni nazionalità, canadesi, giapponesi, russi, americani. Come comunichiamo? È semplice abbiamo una lingua in comune: l’inglese. Per lavorare nel settore aerospaziale è essenziale ma è anche essenziale per avere accesso ad un universo di opportunità, di formazione, di impiego, è indispensabile per fruire di fonti internazionali di informazione e di conoscenza, per interagire con persone di tutto il mondo attraverso internet, e anche per sviluppare un approccio globale alle grandi sfide con cui l’umanità sempre più si confronta, sfide che i leader della vostra generazione saranno chiamati ad affrontare”.

Lorena Loiacono

Data pubblicazione 2 Settembre 2014, Ore 11:58 Data aggiornamento 2 Settembre 2014, Ore 12:10
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