Cristina.M
di Cristina Montini
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ammissione esami maturità

Da quest’anno alle prove di maturità saranno ammessi solo gli studenti che otterranno almeno la sufficienza in tutte le materie. Questa novità ,che da mesi angoscia i maturandi e ha fatto ipotizzare catastrofiche stragi di non ammessi, sembra perdere la sua minacciosa pericolosità di fronte alla decisione, presa già da alcune scuole Superiori, di autorizzare a presentarsi agli esami anche chi ha un’insufficienza in una sola materia.



AMMETTERE CON INSIFFUCIENZA, SI PUO’ FARE
- Tutto regolare. Nessuna presa di posizione sovversiva contro le norme introdotte dalla Gelmini, ma solo un’interpretazione più “benevola” dell’ordinanza ministeriale n. 44 del 5 maggio scorso che ha stabilito il limite della sufficienza in tutte le materie. La norma in questione, infatti, dispone anche che “il consiglio di classe, nell’ambito della propria autonomia decisionale, adotta liberamente criteri e modalità da seguire per la formalizzazione della deliberazione di ammissione” e così molte scuole hanno già agito in questo senso. Il preside del liceo scientifico Vittorio Veneto di Milano, ad esempio, ha affermato: “è nelle nostre possibilità, il consiglio di classe ha operato una sintesi collegiale rispettando la professionalità del singolo docente”.

È INGIUSTO PENALIZZARE STUDENTI PER UN SOLO 5 - Per D’Elia sarebbe stato assurdo far ripetere l’anno ad uno studente con un solo 5 in pagella e allora, durante i Consigli di classe, ha deciso di adottare quello che lui descrive come una “attenta valutazione del profitto di ciascuno studente, senza penalizzarlo a tutti i costi”. E così, dei 180 maturandi iscritti al liceo milanese, solo 4 non sono stati ammessi a sostenere l’esame. L’anno scorso, invece, erano stati 10 gli studenti rimasti fuori.

PER PAURA, I MATURANDI HANNO STUDIATO DI PIU’ - Tutto questo significa, forse, che la norma introdotta dalla riforma Gelmini, anziché creare un maggiore rigore nella scuola italiana, ha sortito l’effetto contrario? Niente affatto rispondono dal Vittorio Veneto. D’Elia è del parere che il limite del 6 in tutte le materie abbia funzionato più che altro come deterrente, un po’ come la paura della bocciatura con il 5 in condotta. Gli studenti, sostiene il preside della scuola, “spaventati all’idea di non poter fare l’esame […] si sono impegnati un po’ di più rispetto agli anni passati”.

LA LINEA MORBIDA SI DIFFONDE - Ma la stessa interpretazione della norma è stata adottata anche a Venezia dove, nell’istituto professionale Mozzoni tutti sono stati ammessi alla maturità, e così anche nell’ITC Foscari-Massari dove, però, i respinti sono stati ben 11 sui 73 aspiranti maturandi. Stessa storia si ripete anche al liceo classico Tito Livio di Padova, nel quale il collegio docenti ha deciso che per gli imminenti scrutini non sarà fatto un semplice calcolo aritmetico dei voti assegnati, bensì si provvederà ad una valutazione che terrà conto di comportamento, impegno e capacità complessive degli alunni.

TUTTA QUESTIONE DI INTERPRETAZIONE - Ora rimane da vedere cosa decideranno anche le altre scuole. Intanto, per i numerosi studenti che stanno rischiando di ripetere l’anno per un 5 che non sono riusciti a recuperare, si apre uno spiraglio di speranza. Tutto, sembra, dipenderà da come i Consigli di classe decideranno di “interpretare” quell’insufficienza, se come un peccato veniale o una colpa imperdonabile.

L'INTERVENTO DELLA GELMINI - E intanto anche la Gelmini è intervenuta chiarendo "Con un cinque non si boccia nessuno" e spiegando che "E' chiaro che l'applicazione delle nuove regole deve essere accompagnata dal buon senso [...] Queste norme però promuovono un maggiore impegno per raggiungere almeno la sufficienza".

Cosa ne pensate di questa interpretazione "morbida" per l'ammissione alla maturità? Scrivetecelo nei commenti.

Cristina Montini