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Alternanza scuola lavoro: aumentano le ore nei professionali! articolo

Torna a far discutere il tema dell’alternanza scuola-lavoro che, come rende noto il Ministro Marco Bussetti, durante la discussione nella Camera dei deputati svoltasi il 5 dicembre, subisce un aumento nella quantità delle ore a disposizione negli istituti professionali.


Quante ore di alternanza scuola-lavoro?

Grazie all’approvazione da parte della Camera dell’emendamento alla legge di bilancio 2019 proposto da Mariastella Gelmini, le ore dedicate all’alternanza scuola-lavoro nelle scuole professionali passeranno dalle attuali 180 alle 210.
Gli istituti tecnici invece disporranno di 150 ore mentre infine ai licei ne spetteranno 90.

Bussetti e l’alternanza scuola-lavoro: una possibilità e non un obbligo!

Ciò che il Ministro non nasconde di temere a seguito di questa riforma è la perdita del senso dell’importanza delle attività di alternanza. Bussetti spiega infatti che, se si aumentano le ore, anche il rischio di viverle come un obbligo e non come un’opportunità di crescita e di formazione, diventa maggiore: «Come è noto, la cosiddetta ‘buona scuola’ ha ampliato in maniera considerevole le ore obbligatorie di alternanza scuola-lavoro, così facendo, quello che avrebbe dovuto rappresentare un efficace strumento di formazione dello studente, è stato letto come un obbligo, un dovere, non come un’opportunità da cogliere, sia per gli studenti sia per le strutture che si sono proposte di accoglierli presso di loro».
Opportunità e non obbligo dunque, in questo consiste il senso dell’alternanza; è un ponte tra il mondo dell’istruzione e quello professionale che, attraverso l’attivazione di «percorsi di competenze trasversali», riesce a coniugarli in una «sintesi naturale», rendendo inconsistente l’apparente difficoltà della loro fusione: «Trovo normale che durante un percorso di studi, oltre al trasferimento di conoscenze e di strumenti per interpretare il mondo in cui viviamo, si tenti di orientare gli studenti verso un lavoro, qualunque esso sia».

E intanto l’ondata delle proteste studentesche non si ferma

Se da una parte il numero delle ore assegnate all’alternanza prevede un aumento, dall’altra il movimento studentesco rappresentato da Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, non abbassa la voce della protesta.
I motivi sono da rintracciare nell’inadeguatezza dei fondi destinati all’alternanza ritenuti insufficienti per garantirne l’efficienza. Manfreda, sottolineando la scarsa fiducia riposta nelle istituzioni impegnate nella discussione riguardo a questo tema, esprime il suo scetticismo affermando che «al governo non interessa rinnovare la didattica, migliorare la qualità della formazione degli studenti, interessa solamente tagliare. O per dirla come loro, “risparmiare”».
Così i prossimi mesi si preannunciano già intensi di proteste studentesche, che si fanno portavoce del dissenso nei confronti della trascuratezza e della superficialità con cui ritengono che le istituzioni trattino il tema dell’alternanza scuola-lavoro, nascondendosi dietro la maschera di un finto interesse: «Non basta parlare di competenze trasversali, serve individuare vero piano della formazione duale e discutere di un impianto reale dell’apprendimento legato al mondo del lavoro».