
Il 4 novembre del 1966 Firenze fu sommersa da una terribile alluvione che fece 35 vittime di cui 2 bambini. Non solo la città, ma anche i dintorni furono devastati dall'acqua. Sono passati 50 anni dal tragico evento.
Tra il 3 e il 4 Novembre 1966, 50 anni fa, avvenne la spaventosa alluvione di Firenze, che non colpì solo il centro storico della città ma tutto il bacino dell'Arno: le campagne furono allagate per giorni dopo il disastro e molti comuni minori isolati e danneggiati gravemente. In soli due giorni si riversò in tutta la regione una quantità d'acqua pari a un terzo della media annuale. Si calcola che la quantità d'acqua caduta nelle 24 ore fra il 3 e il 4 novembre fu di circa 180/200 litri per metro quadro e che il livello dell'Arno toccò gli 11 metri. L'alluvione di Firenze 1966 comportò la morte di 35 persone, tra cui due bambini, che ancora oggi vengono ricordate con una cerimonia e il lancio in Arno di una corona di alloro. Durante il disastro furono colpite biblioteche e musei, il cui patrimonio fu in parte recuperato grazie ai soccorsi di moltissimi giovani e meno giovani di varie nazionalità chiamati "Angeli del fango".
Alluvione di Firenze 1966
"L'esondazione dell'Arno provocò 35 morti, 13.000 famiglie disastrate, 12.000 automobili sommerse, 20.000 imprese artigiane alluvionate, danni per migliaia di miliardi di lire. 1.200 opere d'arte, due milioni di volumi e 1.600 metri quadrati di affreschi sono sommersi dal fango" scrissero i quotidiani dell'epoca. Nonostante gli incredibili danni alla città di Firenze e i dintorni a causa dell'alluvione dell'Arno, i soccorsi tardarono ad arrivare e la solidarietà dei volontari e degli stessi cittadini furono determinanti per arginare la tragedia.Gli angeli del fango
Gli "Angeli del fango", giovani e meno giovani di tutte le nazionalità arrivarono a migliaia in città, subito dopo l'alluvione di Firenze, per salvare le opere d'arte e i libri sommersi dal fango e destinati altrimenti all'oblio. Purtroppo però migliaia di volumi della Biblioteca Nazionale Centrale, tra cui preziosi manoscritti o rare opere a stampa, furono impossibili da recuperare. Così anche una delle più importanti opere pittoriche di tutti i tempi, Il Crocifisso di Cimabue della Basilica di Santa Croce deve considerarsi perduto all'80%, nonostante il tentativo di restauro. Oggi i ragazzi che hanno partecipato agli aiuti in occasione dell'alluvione di Genova del 2014 sono stati chiamati con l'appellativo che venne usato anche nella Firenze del 1966.Aiuti e solidarietà internazionale
Se il governo italiano fu incapace a gestire l'alluvione di Firenze, fu commovente la solidarietà che la comunità italiana e internazionale dimostrò in questo tragico frangente. Oltre ai giovani Angeli del fango, un grande contributo fu dato dalle altre città toscane come Prato e dai comuni della Versilia, da altri comuni e città italiane, dalle forze armate americane di stanza in Italia, dalla Croce Rossa tedesca, da varie associazioni laiche e cattoliche e, ovviamente, dalle Forze Armate Italiane. Aiuti ufficiali arrivarono anche dall' Unione Sovietica, dalla Cecoslovacchia e dall'Ungheria.Carla Ardizzone