
Si sta molto parlando in questi giorni della necessità da parte dei genitori di accompagnare e riprendere a scuola i ragazzi delle scuole medie. Questo perché la Cassazione ha recentemente espresso una sentenza relativa alla morte di uno studente di 11 anni a Firenze quindici anni fa: era uscito da scuola ed è stato investito da un autobus.
La Cassazione ha confermato le responsabilità della scuola, perché l'obbligo di vigilanza in capo all'amministrazione scolastica discendeva da una precisa disposizione del Regolamento d'istituto.Ma il ministero dell'istruzione precisa che la responsabilità della scuola sussiste non solo se il Regolamento di istituto impone al personale scolastico compiti di vigilanza: "In realtà - si legge in una nota del ministero di Viale Trastevere - la responsabilità della scuola si ricollega più in generale al fatto stesso dell'affidamento del minore alla vigilanza della scuola".
Cosa dice la Legge
La differenza tra un alunno delle scuole medie e uno delle superiori è nell’art. 591 del codice penale, che recita testualmente: "Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici [...] e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni". Quindi esiste una differenza sostanziale tra un tredicenne e un sedicenne. Quest'ultimo infatti può tranquillamente uscire da solo da scuola, può prendere la patente per il motorino e se, vuole, può anche andare all'estero da solo.Tuttavia, l’art 591 del codice penale può essere oggetto di interpretazioni diverse in quanto nello specifico si parla di “abbandono di minore”. E nel caso del tragitto casa scuola, di cui sono consapevoli sia genitori che professore, in presenza di una liberatoria in cui il genitore solleva la scuola di ogni responsabilità una volta terminato l’orario scolastico, probabilmente l'"abbandono di minore” potrebbe non sussistere.
Le parole della ministra
"Le scelte e le decisioni dei presidi, in materia di tutela dell'incolumità delle studentesse e degli studenti minori di 14 anni – ha detto la ministra Fedeli - sono conformi al quadro normativo attuale, come interpretato ed applicato dalla giurisprudenza. Una questione di assunzione di responsabilità nell'attuazione di norme che regolano la vita nel nostro Paese, pensate per la tutela più efficace delle nostre e dei nostri giovani". "Le leggi e le pronunce giurisprudenziali, come quella della Cassazione, vanno rispettate - prosegue la ministra - e se si vuole innovare l'ordinamento su questo tema occorre farlo in Parlamento, introducendo una norma di legge che, a certe condizioni, dia alle famiglie la possibilità di firmare liberatorie che sollevino da ogni responsabilità giuridica, anche penale, dirigenti e personale scolastico al termine dell'orario di lezione".
Nuove regole in arrivo?
Simona Malpezzi, responsabile Scuola del Partito Democratico ha annunciato di essere al lavoro per preparare una proposta di legge su questo tema."Crediamo sia necessario trovare una soluzione che consenta ai genitori di scegliere se far tornare o meno i figli da soli a casa e che liberi i dirigenti scolastici da ogni responsabilità - afferma Malpezzi - Per questo, assieme ai colleghi del Partito Democratico in commissione Istruzione, sto preparando una proposta di legge che intervenga per risolvere una situazione che sta creando comprensibili disagi tra i genitori e il personale della scuola".