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Concetti Chiave

  • L'Italia è altamente sismica a causa della collisione tra le placche africana ed europea, con zone di subduzione significative come l'arco alpino e la fascia Sicilia-Egeo.
  • Il Paese ha registrato migliaia di terremoti negli ultimi 2000 anni, con almeno 150 di alta intensità e oltre 450.000 vittime.
  • La Sardegna e la Penisola Salentina sono storicamente "immuni" ai terremoti, mentre l'Italia centro-meridionale è particolarmente a rischio.
  • Esiste una rete di stazioni sismiche gestita da enti pubblici e università, con il Gruppo Nazionale e il Servizio Sismico Nazionale attivi nella gestione del rischio sismico.
  • Il territorio italiano è classificato in tre classi di pericolosità sismica, con regolamenti edilizi specifici e piani di intervento in caso di terremoti gravi.

Terremoti in Italia

L’Italia è un Paese particolarmente esposto al rischio sismico; il Mediterraneo è infatti stretto nella morsa tra due giganti, l’Africa e l’Europa, che inesorabilmente si avvicinano l’una all’altra. Il contatto tra le due placche ha già creato, in passato, la catena alpina.
Esistono importanti zone di subduzione, come nell’arco alpino, al di sotto della pianura padana e in una fascia che va dalla Sicilia all’Egeo.
Il sollevamento degli Appennini spinti contro le coste della Dalmazia e la presenza di numerose zone di intensa attività vulcanica, spesso, ma non sempre, legata agli scontri tra le placche del Mediterraneo, fanno del nostro Paese una zona molto rischiosa in cui vivere.


Negli ultimi 2000 anni, si sono registrati migliaia di terremoti, di cui almeno 150 di grande intensità, con più di 450.000 vittime (pari al 10% delle vittime di terremoti di uguale intensità in tutto il mondo).
Soltanto la Sardegna e la Penisola Salentina sono storicamente “immuni” da terremoti (anche se, naturalmente, risentono dei terremoti verificatisi in altre zone).
Nell’arco alpino la sismicità è relativamente bassa, ad eccezione di Trentino, Friuli e Piemonte, mentre tutto il resto della penisola è a rischio sismico elevato, in particolare nell’Italia centro-meridionale, dove tra Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia si registra circa il 50% dei terremoti storici.

In Italia è attiva una rete di stazioni di rilevamento sismico gestita da enti di ricerca pubblici e da università. Dal 1981 è attivo il Gruppo Nazionale per lo studio dei problemi inerenti la difesa dei terremoti; il Servizio Sismico Nazionale ha il compito di vigilare sull’esecuzione della legge sismica che regolamenta la normativa edilizia in campo sismico.
E’ stata prodotta, e continuamente aggiornata, la classificazione sismica dell’intero territorio: più di 8000 comuni sono così stati suddivisi in 3 classi di pericolosità sismica, che prevedono precisi vincoli edilizi alle costruzioni e opere antropiche. Insieme alla Protezione Civile, poi, sono stati stesi piani di intervento in caso di eventi sismici particolarmente gravi.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le aree in Italia più a rischio sismico?
  2. Le aree più a rischio sismico in Italia sono l'Italia centro-meridionale, in particolare Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia, dove si registra circa il 50% dei terremoti storici.

  3. Quali misure sono state adottate in Italia per affrontare il rischio sismico?
  4. In Italia è attiva una rete di stazioni di rilevamento sismico, e dal 1981 opera il Gruppo Nazionale per lo studio dei problemi inerenti la difesa dei terremoti. Inoltre, esiste una classificazione sismica del territorio che suddivide i comuni in 3 classi di pericolosità, con vincoli edilizi specifici.

  5. Quali regioni italiane sono storicamente meno colpite dai terremoti?
  6. La Sardegna e la Penisola Salentina sono storicamente "immuni" dai terremoti, anche se risentono degli eventi sismici verificatisi in altre zone.

Domande e risposte