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Il nome elettricità deriva da “élektron” che significa ambra. Infatti, si narra che un giorno un pastore greco, strofinando un pezzo di ambra sulla lana di pecora, si accorse che il pezzo di resina attirava piume e piccoli frammenti di legno.
Più avanti Benjamin Franklin scoprì, avvicinando prima due bacchette di vetro e poi una di vetro e una di ambra, che non vi era solo un tipo di elettricità, cioè quella attrattiva, ma anche quella repulsiva. La prima si verificava in caso di vicinanza di cariche di segno opposto, mentre la seconda in caso di vicinanza di cariche di segno analogo. Franklin chiamò quella acquistata dal vetro positiva e negativa quella dall’ambra.
Scienze L’elettricità
“élektron”,
Il nome elettricità deriva da in greco, ambra. Infatti, si narra che un giorno
un pastore greco strofinando un pezzo di ambra sulla lana di pecora si accorse che il
pezzo di resina attirava piume e piccoli frammenti di legno.
Più avanti Benjamin Franklin scoprì, avvicinando prima due bacchette di vetro e poi
una di vetro e una di ambra, che non vi era solo un tipo di
elettricità, cioè quella attrattiva, ma anche quella repulsiva.
La prima si verificava in caso di vicinanza di cariche di
segno opposto mentre la seconda in caso di vicinanza di
cariche di segno analogo. Franklin chiamò quella acquistata
dal vetro positiva e negativa quella dall’ambra.
Lo spazio all’interno del quale una carica esercita la sua
forza è detto campo elettrico e le direzioni in qui essa viene esercitata sono le linee di
forza. La quantità di carica elettrica che possiede
un corpo elettrizzato viene misurata in
coulomb (C), prende il nome da Charles de
Coulomb. Questa unità di misura
corrisponde a circa 6 miliardi di elettroni e
se ponessimo due forze da 1C a un metro
di distanza la forza sarebbe quella
equivalente a quella sufficiente per sollevare un cubo di granito di lato di 7 cm a un
metro di altezza.
Normalmente, gli atomi hanno carica neutra. Essi sono infatti costituiti particelle
cariche: nel nucleo si trovano i neutroni (neutri) con i protoni (positivi) e attorno ad
essi orbitano i neutroni (negativi). Normalmente in un atomo è presente uno stesso
numero di protoni e di neutroni, ma in caso di assenza di questo tipo di equilibrio essi
diventano ioni, così questo disequilibrio di cariche causa l’elettrizzazione dell’atomo
(possiede elettricità statica).
Questo fenomeno si può verificare in tre casi:
per strofinio
o per contatto
o per induzione
o
Per strofinio: questo accade, appunto, quando due oggetti vengono strofinati tra
loro. In questo modo alcuni atomi vengono “strappati” da un corpo e trasferiti in un
altro. Così un corpo sarà carico di elettricità positiva (eccesso di ioni positivi) e uno di
elettricità negativa (eccesso di ioni negativi). Se per
esempio strofiniamo con un panno di lana un oggetto
di vetro ci accorgiamo che il vetro cede elettroni alla
lana e quindi avendo un numero di elettroni inferiore si
carica positivamente, invece la lana avendo acquistato
elettroni si carica negativamente.
Al contrario alcuni corpi come la plastica dopo essere stati strofinati si caricano
negativamente e di conseguenza la lana si carica positivamente.
Per contatto: L’elettrizzazione per contatto, avviene, quando
un corpo neutro e uno carico vengono messi a contatto, in
questo modo la carica si divide in due parti uguali aventi
entrambe lo stesso segno pertanto si respingono.
Per induzione: l’elettrizzazione per induzione si basa sulla legge di Coulomb, che
sostiene che l’attrazione di due cariche vicine è più forte della repulsione di due
cariche distanti e quindi l’oggetto non elettrizzato viene attratto da quello elettrizzato.
Se avviciniamo un oggetto carico positivamente a un conduttore, ci accorgiamo che il
conduttore viene attirato dall’oggetto, ciò accade perché gli elettroni all’interno della
bacchetta sono liberi di muoversi, e pertanto la parte negativa del conduttore viene
attratta dalla parte positiva dell’oggetto. Nello stesso tempo, dall’altra parte del
conduttore, si forma una zona carica positivamente
perché gli elettroni sono passati nella parte negativa. Se
l’oggetto era carico negativamente, accadeva l’opposto.
Questo fenomeno può essere fruttato per caricare un
corpo, infatti se dividiamo la carica di un corpo e
successivamente lo separiamo, otterremo due oggetti
carichi: uno carico positivamente e l’altro carico negativamente.
I materiali presenti attorno a noi si suddividono i due categorie: materiali conduttori e
materiali isolanti dell’elettricità. I conduttori sono quei corpi che permettono alle
proprie cariche di muoversi facilmente all’interno del corpo essendo i loro elettroni
debolmente legati al nucleo, mentre gli isolanti non permettono questo tipo di
fenomeno perché, al contrario dei conduttori, gli elettroni dei loro atomi sono
fortemente legati al nucleo. Esistono, inoltre dei materiali semiconduttori, utilizzati
soprattutto nelle industrie che possiedono alcune caratteristiche dei materiali
conduttori e alcune di quelli isolanti.
Quando le cariche elettriche si muovono all’interno di un oggetto avviene il fenomeno
della corrente elettrica, ossia un flusso che percorre il corpo. Non tutti i materiali però
hanno lo stessa capacità di esserne attraversati e quindi non possiedono
conducibilità elettrica.
Per capire il passaggio delle cariche elettriche
all’interno di un conduttore si può utilizzare il
principio dei vasi comunicanti. Nella corrente
elettrica affinché le cariche elettriche passino
attraverso un conduttore è necessario che agli
estremi del conduttore siano accumulate
quantità diverse di cariche elettriche cioè una
differenza di carica. Infatti questo principio afferma che se si hanno due recipienti
contenenti acqua a due livelli differenti collegati tra loro da un tubo munito di
rubinetto, appena si apre, l’acqua fluisce dal recipiente più pieno al recipiente più
vuoto e il flusso dell’acqua si interrompe quando raggiungono lo stesso livello e questo
è ciò che avviene quando si vuole creare corrente elettrica.
Questo tipo movimento avviene perché gli
elettroni vengono attratti dal polo positivo, ad
un estremo del conduttore, e invece si
allontanano dal polo negativo, all’altro
estremo.
Il dislivello elettrico che si crea tra i due poli è chiamato tensione ed è misurato in volt
ed essa viene misurata con il voltmetro. Per far sì che la corrente elettrica sia continua
si deve mantenere costante la differenza di potenziale tra i due poli.
Per verificare se un corpo è carico o meno si utilizza
l’elettroscopio. Questo strumento non è in grado di misurare la
potenza della carica elettrica di un oggetto ma semplicemente se