Concetti Chiave
- Il dibattito sul rapporto uomo-animale vede due posizioni opposte: gli animalisti che paragonano la vita animale a quella umana e chi sostiene la priorità della sopravvivenza umana.
- Storicamente, l'umanità ha sfruttato gli animali per necessità di sopravvivenza e lavoro, con il supporto di interpretazioni religiose che giustificavano tale sfruttamento.
- Oggi, con l'aumento del tenore di vita e la tecnologia, l'uso degli animali per il fabbisogno umano è meno necessario, ma nuove attività continuano a sfruttare le risorse animali.
- Lo sfruttamento degli animali per motivi futili, come l'uso di pellicce, è criticato, e molti sostengono un trattamento equo degli animali per evitare squilibri ecologici.
- Si propone una posizione equilibrata, che bilanci la protezione degli animali con le esigenze umane, riconoscendo l'importanza della carne in una dieta equilibrata e la natura predatoria della vita.
In passato l'uomo è sempre stato portato a sfruttare gli animali per il proprio sostentamento probabilmente anche a causa della mancanza di alternative. Ad esempio per i lavori nei campi l'unico mezzo di aiuto possibile era da rintracciare nel proprio bestiame, che rappresentava anche una forma di ricchezza. Inoltre non erano presenti forme di contestazione che potessero contrastare questi fenomeni. Persino la religione cristiana permetteva all'uomo di sfruttare gli animali in quanto, ad un'interpretazione letterale della Genesi, alcuni passaggi dicono ”dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra”. Oggi invece con il miglioramento del proprio tenore di vita e con l'introduzione di macchinari nel settore lavorativo, è venuta a mancare la necessità di utilizzare gli animali per il proprio fabbisogno. Purtroppo però sono nate nuove attività che hanno richiesto l'utilizzo, in modo differente, delle risorse che questi possono offrire. Se da una parte devo riconoscere che alcune attività sono indispensabili per il normale proseguimento della vita di un uomo, dall'altra ritengo inspiegabile e barbarico lo sfruttamento degli animali per il solo piacere ed egoismo di persone che utilizzano pellicce vere per pura vanità. Proprio per contrastare questo tipo di abuso, è nato in molte persone il desiderio di preservare e difendere la vita degli animali considerandoli esseri al nostro stesso livello e con i nostri stessi diritti di vivere. In effetti un massiccio e incontrollato abbattimento causerebbe anche degli squilibri all'ecosistema, con gravi ripercussioni sulla stabilità dell'ambiente in cui vivono. Concretamente penso che quando l'uomo si assume il diritto di far soffrire o uccidere animali per motivi futili compie un grande errore ma d'altra parte sono anche in disaccordo con l'applicazione di forme estreme di contestazione: dopotutto, una corretta alimentazione richiede anche l'assunzione di particolari sostanze presenti solo nella carne e l'osservazione della natura stessa, fa emergere che "l'utilizzo" di altri animali per la sopravvivenza, è un fenomeno naturale indispensabile per il proseguimento della vita di ogni essere vivente. Quindi la giusta posizione è, a mio parere, da ricercare nell'equità. Infatti, se da una parte è giusto salvaguardare gli altri esseri viventi, dall'altra per poter garantire la sopravvivenza dell'uomo si rende necessario ricorrere a attività che purtroppo possono nuocere alla vita degli animali.
Domande da interrogazione
- Quali sono le due principali opinioni riguardo al rapporto tra uomo e animali?
- Come è cambiato l'uso degli animali nel tempo?
- Qual è la posizione dell'autore riguardo allo sfruttamento degli animali per motivi futili?
- Qual è la soluzione proposta dall'autore per il rapporto uomo-animale?
Da un lato ci sono gli animalisti che difendono la vita animale con la stessa determinazione della vita umana, dall'altro ci sono coloro che ritengono che gli animali possano essere utilizzati per il bene dell'uomo.
In passato, gli animali erano essenziali per il sostentamento umano e il lavoro nei campi, mentre oggi, con l'introduzione di macchinari, la necessità di usarli è diminuita, ma sono nate nuove attività che li sfruttano in modo diverso.
L'autore ritiene inspiegabile e barbarico lo sfruttamento degli animali per il solo piacere ed egoismo, come l'uso di pellicce vere per vanità.
L'autore propone una posizione di equità, dove si salvaguardano gli esseri viventi ma si riconosce anche la necessità di alcune attività che possono nuocere agli animali per garantire la sopravvivenza umana.