Concetti Chiave
- La Teoria del riflettore suggerisce che l'attenzione visiva funziona come un fascio di luce, mettendo a fuoco solo una parte del campo visivo.
- La Teoria dello zoom permette di decidere se focalizzare l'attenzione su un'area ampia o ridotta del campo visivo.
- Esperimenti di LaBerge dimostrano che il fascio dell'attenzione può variare in ampiezza a seconda della focalizzazione su una parola intera o una singola lettera.
- Neisser e Becklen evidenziano che l'attenzione visiva può essere diretta a specifici oggetti piuttosto che a intere aree visive.
- Driver e Tipper hanno scoperto che gli stimoli visivi trascurati possono comunque influenzare l'elaborazione successiva, indicando un'elaborazione inconsapevole.
Indice
Teoria del riflettore
Quando guardiamo una scena, parte di essa è messa a fuoco e un’altra parte è sfuocata e confusa ne abbiamo così la Teoria del riflettore (Yantis, 1998): attenzione simile alla luce di un riflettore. Ogni cosa all’interno di un’area piccola del campo visivo può essere vista in modo chiaro. È difficile quindi vedere qualunque cosa che non si trovi entro il fascio di luce del riflettore.
È possibile indirizzare altrove l’attenzione spostando il riflettore.
Da ciò ne deriva la Teoria dello zoom (Eriksen e St. James, 1986):
l’attenzione è diretta verso una determinata regione del campo visivo, decidiamo noi se focalizzare la nostra attenzione su un’area ampia o ridotta.
Esperimenti di LaBerge
Esperimenti di LaBerge (1983): ai soggetti erano presentate parole di cinque lettere. Si chiedeva di focalizzare l’attenzione sia sulla parola intera che nel mezzo di essa. Il riflettore dell’attenzione era molto stretto quando i soggetti si focalizzavano sulla parola e molto ampio quando si focalizzavano sulla lettera.
Limiti delle teorie del riflettore e dello zoom.
Studi di Neisser e Becklen
Studi di Neisser e Becklen (1975): l’attenzione
visiva può essere diretta verso determinati oggetti piuttosto che verso una intera area (in un esperimento nel quale venivano fatte vedere 2 immagini sovrapposte e ai partecipanti veniva richiesto di fare attenzione solo ad una di queste, essi ci riuscivano facilmente)
Studi di Driver e Tipper
Studi di Driver e Tipper (1989): gli stimoli visivi trascurati (quindi al di fuori del riflettore) spesso vengono elaborati in quanto notarono un effetto di disturbo nello stimolo collegato alla prova successiva.