carlottazamperlini
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Indice

  1. Quantità, misura e sviluppo delle teorie della personalità
  2. Strumenti moderni
  3. Tratti

Quantità, misura e sviluppo delle teorie della personalità

Quantità e misura sono diventate pertanto le parole chiave nell’ambito della ricerca psicologica, e i test si sono delineati come strumenti di centrale utilità.
I test, infatti, per la loro natura oggettiva e standardizzata si sono imposti come mezzo per superare limiti e rischi di rilevazioni soggettive, esposte ad errori dovuti a pregiudizi, cattive interpretazioni, o orientamenti ideologici.
    - Galton e Kraeplin alla fine del 1800 furono i primi che cercarono di misurare la personalità attraverso il metodo delle libere associazioni: Ai soggetti venivano presentate delle parole stimolo alle quali essi dovevano rispondere liberamente con la parola che preferivano. Il tipo di risposta, la risposta mancata e i tempi di reazione venivano utilizzati per tracciare un quadro della - il primo vero test di personalità fu il Personal Data Sheet (1919), un questionario di 216 domande a risposta dicotomica (sì / no), messo a punto per identificare soggetti con disturbi nevrotici all'interno dell'esercito statunitense.

Strumenti moderni

Lo sviluppo dei moderni strumenti di valutazione si è basato non solo sull’utilizzo di sofisticate tecniche matematiche ma anche sull'attenta analisi del lessico quotidiano (secondo la tradizione degli approcci lessicografici) fonte inestimabile di conoscenza, che può favorire lo sviluppo di descrizioni vivide, realistiche ed utili (John et al. 1988).
    - Galton (1884) fu uno dei primi che si basò sull’approccio lessicale, ma i suoi lavori furono "relativamente non sistematici e con scarso impatto sul campo".
    - Il lavoro di Allport è probabilmente il più famoso e massiccio e può essere considerato la base lessicale da cui sono partiti molti altri lavori (John et al., 1988).
    - Allport e Odbert (1936) hanno catalogato 17.953 parole relative alla personalità, ordinate poi in tre categorie, giungendo a identificare tre tipi principali di tratti: tratti cardinali, tratti centrali e disposizioni secondarie.
Ne deriva che:
    1. I tratti cardinali esprimono una disposizione pervasiva ed evidente che manifesta virtualmente la sua influenza in tutte le situazioni della vita. Generalmente le persone sono caratterizzate solo da pochi di questi tratti (stabilità emotiva).
    2. I tratti centrali rappresentano disposizioni che influenzano una gamma limitata di situazioni (e.g., timidezza o l’onestà).
    3. Le disposizioni secondarie sono le meno evidenti, generalizzate e coerenti. Tendono ad emergere solo in determinate situazioni e contesti.

Tratti

Uno sviluppo successivo si deve a Cattell che considera Il tratto come una struttura mentale che può essere dedotta dal comportamento osservabile. I tratti possono essere suddivisi in:
    1. tratti superficiali -> gruppi di variabili manifeste che sembrano andare insieme
    2. tratti originari -> fattori sottostanti ossia le strutture psicologiche sottostanti che rappresentano la fonte delle correlazioni tra i tratti superficiali.

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