Concetti Chiave
- L'ippocampo è una delle prime aree colpite dal morbo di Alzheimer, causando problemi di memoria e disorientamento.
- Anossia, encefalite o epilessia del lobo temporale possono danneggiare l'ippocampo, portando a difficoltà nella formazione dei ricordi.
- La scoperta del ruolo dell'ippocampo nella memoria risale agli anni Cinquanta, grazie agli studi di Scoville e Milner.
- Lesioni all'ippocampo causano amnesia anterograda e difficoltà nell'accesso ai ricordi precedenti al danno.
- L'amnesia retrograda può estendersi ad anni precedenti il danno, anche se i ricordi più remoti spesso rimangono intatti.
Indice
L'ippocampo e l'Alzheimer
Nel morbo di Alzheimer l’ippocampo è una delle prime aree celebrali ad essere colpita, infatti, i primi sintomi sono deficit di memoria e sensi di disorientamento.
Le lesioni all’ippocampo possono anche essere causate da anossia (mancanza di ossigeno), encefalite o epilessia del lobo temporale. Inoltre, le persone che presentano danni estesi al tessuto ippocampale possono presentare amnesia, ovvero l’incapacità di formare o mantenere nuovi ricordi.
Scoperta delle funzioni di memoria
La scoperta delle funzioni di memoria dell’ippocampo si deve ad uno studio degli anni Cinquanta del secolo scorso per opera di Scoville e Milner: nel tentativo di eliminare delle crisi epilettiche di un paziente, è stata effettuata la distruzione chirurgica dell’ippocampo; dopo l’operazione il paziente presentava una grave amnesia e non era più in grado di ritenere nuovi ricordi.
Importanza dell'ippocampo nel consolidamento
Venne dunque scoperto che l’ippocampo ha una funzione cruciale nel consolidamento dei ricordi in quanto lesioni all’ippocampo comportano gravi difficoltà nella formazione di nuovi ricordi (amnesia anterograda) e nell’accesso ai ricordi precedenti al danno (amnesia retrograda). Tuttavia, l’effetto retrogrado si estende ad alcuni anni precedenti al danno, mentre in alcuni casi i ricordi più remoti permangono.