Hope_
Ominide
5 min. di lettura
Vota 5 / 5

Concetti Chiave

  • Fino al XVIII secolo, i bambini erano considerati "adulti in miniatura" e solo successivamente si è riconosciuto che hanno bisogni distinti dagli adulti.
  • L'età evolutiva (0-18 anni) è caratterizzata da cambiamenti somatici e psicologici, che iniziano ad essere meglio compresi grazie a studi psicologici e pedagogici.
  • Le famiglie moderne, spesso mononucleari, possono sentirsi isolate nel loro compito educativo e affrontano sfide senza il supporto di una rete familiare estesa.
  • I mass media spesso promuovono modelli irrealistici di infanzia, influenzando le aspettative sui bambini e promuovendo bisogni indotti piuttosto che reali.
  • La società vede i minori come risorse importanti per il futuro, spingendo per servizi educativi adeguati che supportino il loro sviluppo sociale e cognitivo.

Indice

  1. Evoluzione della percezione dell'infanzia
  2. Età evolutiva e cambiamenti psicologici
  3. Contraddizioni nella cultura dell'infanzia

Evoluzione della percezione dell'infanzia

Sono considerati minori tutte le persone che hanno dagli 0 ai 18 anni di età. Prima del l’700, l’infanzia era ignorata e il bambino era considerato un “adulto in miniatura”, infatti veniva già indirizzato dalle balie a pratiche sessuali. L’adulto cominciò ad avere maggiore considerazione del bambino e a preoccuparsi della sua educazione soltanto nel corso del Settecento quando, grazie a Rousseau cominciarono a rendersi conto che ad ogni età corrispondano caratteristiche e bisogni differenti da quelli dell’adulto, quindi avanzò l’idea che il bambino fosse buono e che fosse compito degli educatori predisporre le condizioni perché potessero emergere le sue potenzialità.

. La sua idea non nasceva però da un’indagine sperimentale sull’infanzia, ma da una speculazione teorica. Le prime indagini empiriche (sperimentali) avvennero solamente agli inizi del 1900.

Età evolutiva e cambiamenti psicologici

La fase dai 0-18 anni è chiamata anche età evolutiva per via dei numerosi cambiamenti somatici e psicologici che avvengono. Prima dei 3 anni i bambini vengono considerati con scarsa capacità di comprensione e di autocontrollo, dipendenti dall’adulto e senza moralità. Questo modo di pensare cambia all’ingresso nella scuola elementare dove vengono richieste prestazioni cognitive e gli adulti di conseguenza considerano i bambini più simili a loro stessi.

Contraddizioni nella cultura dell'infanzia

Dall’inizio del secolo ad ora le conoscenze relative al bambino si sono ampliate e diffuse, c’è una maggiore cultura dell’infanzia dovuta alle ricerche psicologiche, pedagogiche e sociologiche. La nostra epoca è segnata però da alcune riserve e contraddizioni, quali:

La conoscenza relativa al bambino dipende dalla frequentazione che si ha con lui: chi vive quotidianamente con un bambino, possiede molta più esperienza di chi invece non ha figli;

Le famiglie sono spesso lasciate sole nel loro compito educativo: per esempio, le nuove famiglie mononucleari possono avere lo svantaggio di non avere parenti vicini che possano aiutarli in caso di difficoltà con il figlio; molte giovani madri si sentono sole e non sono in grado di reagire ad alcune situazioni. Il padre ha funzione di supporto per la madre, ma non sempre è presente;

I bisogni dei figli sono diversi da quelli dei genitori: molte volte ciò non è compreso e si fanno delle aspettative sul proprio figlio, che spesso lui non potrà soddisfare, con conseguente delusione da parte dei genitori;

I mass media propongono modelli falsi ed esagerati di bambini: ciò viene fatto per indurre all’acquisto di giocattoli infantili. È importante fare una distinzione tra bisogni reali e bisogni indotti;

I bambini hanno bisogno di interagire, di avere rapporti sociali. Ai giorni d’oggi invece succede che spendano molto tempo guardando la televisione o giocando a videogames. Bisogna creare nuovi spazi di aggregazione per bambini e adolescenti, in modo da potenziare le loro capacità cognitive/emotive/sociali;

Esistono delle incoerenze educative: si pretende autonomia dai bambini, ma i genitori mantengono sempre rapporti di dipendenza con loro. Inoltre molto spesso vi è un’adultizzazione precoce del bambino, negando così la sua infanzia; il genitore deve riappropriarsi del proprio ruolo per favorire il processo di autonomia del figlio;

Grazie al riconoscimento dei bisogni del minore, sono cambiate alcune leggi che li tutelano: i minori sono visti come soggetti deboli della società;

La società vede il minore come risorsa su cui investire per il miglioramento del proprio futuro: Il bambino viene spesso usato come mezzo pubblicitario per incrementare il commercio;

Con la nuova visione dell’infanzia è nata l’esigenza di servizi/scuole che educhino il bambino adeguatamente: I servizi per adolescenti sono meno diffusi, nonostante questi soggetti si trovino ad affrontare un periodo della vita critico e fondamentale. La scuola viene chiamata a svolgere dei compiti educativi che la famiglia non può fornire. Non è vista solo come luogo del sapere, ma anche luogo di socializzazione;

Il valore dell’infanzia varia a seconda della cultura e della Nazione: È importante considerare il bambino all’interno di un contesto “ecologico” per far sì che cresca e si sviluppi adeguatamente.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata l'evoluzione storica della percezione dell'infanzia?
  2. Prima del '700, l'infanzia era ignorata e i bambini erano considerati "adulti in miniatura". Solo nel Settecento, grazie a Rousseau, si iniziò a riconoscere che i bambini hanno caratteristiche e bisogni diversi dagli adulti.

  3. Quali sono le principali contraddizioni nella società moderna riguardo all'infanzia?
  4. Le contraddizioni includono la solitudine delle famiglie nel compito educativo, le aspettative irrealistiche dei genitori, i modelli falsi proposti dai mass media, e l'adultizzazione precoce dei bambini.

  5. Come sono cambiate le leggi riguardanti i minori?
  6. Le leggi sono cambiate per riconoscere i bisogni dei minori, vedendoli come soggetti deboli della società e proteggendoli maggiormente.

  7. Qual è l'importanza della socializzazione per i bambini e gli adolescenti?
  8. I bambini hanno bisogno di interagire e avere rapporti sociali per potenziare le loro capacità cognitive, emotive e sociali, ma spesso passano troppo tempo con la televisione o i videogiochi.

  9. Qual è il ruolo della scuola nella nuova visione dell'infanzia?
  10. La scuola è chiamata a svolgere compiti educativi che la famiglia non può fornire, fungendo non solo da luogo del sapere ma anche da spazio di socializzazione.

Domande e risposte