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Concetti Chiave

  • Il lavoro in équipe coinvolge professionisti con diverse specializzazioni che cooperano per raggiungere obiettivi comuni, attraverso una metodologia condivisa.
  • L'équipe socio-sanitaria si focalizza sulla presa in carico di persone in stato di bisogno, migliorandone le condizioni di vita e sviluppandone le potenzialità.
  • Un'efficace comunicazione all'interno dell'équipe richiede assertività, permettendo un'espressione chiara e costruttiva dei desideri e delle critiche.
  • Le reti sociali, sia primarie che secondarie, offrono supporto emotivo, psicologico, strumentale e informativo, influenzando positivamente il benessere individuale.
  • Il lavoro di rete si concentra sull'integrazione e coordinazione delle risorse per realizzare interventi di aiuto, valorizzando i legami esistenti e creando nuove connessioni.

Indice

  1. Il ruolo dell'operatore socio-sanitario
  2. Obiettivi e fasi del lavoro di équipe
  3. Importanza della comunicazione nell'équipe
  4. Stili comunicativi e loro impatto
  5. Caratteristiche dello stile assertivo
  6. Rete sociale e suo impatto
  7. Analisi delle reti sociali
  8. Intervento e valutazione della rete

Il ruolo dell'operatore socio-sanitario

Il lavoro dell’operatore socio-sanitario si inserisce sempre all’interno di un’équipe, che si connota come un gruppo di lavoro che svolge un lavoro di gruppo. Il gruppo di lavoro è un insieme di individui che cooperano per raggiungere un obiettivo comune, mentre il lavoro di gruppo è un’attività svolta da più persone impegnate nel raggiungimento di obbiettivi comuni, secondo una precisa metodologia.

L’équipe può essere:

Multiprofessionale, quando il gruppo di lavoro è composto da professionisti con specializzazioni diverse e con funzioni differenti;

Monoprofessionale, quando il gruppo di lavoro è composto da persone che esercitano la stessa professione, in cui l’équipe è composta essenzialmente da educatori.

Obiettivi e fasi del lavoro di équipe

L’obbiettivo di un’équipe socio-sanitaria è essenzialmente la presa in carico di soggetti che si trovano in uno stato di bisogno. Il suo intervento deve essere orientato a migliorare le condizioni di vita della persona in modo che possa affrontare le sue difficoltà, e sviluppare appieno le sue potenzialità.

Le fasi principali del lavoro di équipe sono:

• Un’interpretazione condivisa dei bisogni dell’utente;

• La raccolta di informazioni sul problema dell’utente e la sua analisi dettagliata;

• L’elaborazione di una metodologia di intervento adeguata.

I professionisti che generalmente compongono un’équipe socio-sanitaria possono appartenere all’area sanitaria, all’area sociale, all’area educativa, all’area psicologica.

La fisionomia dell’équipe dipende dai diversi contesti lavorativi, in particolare dalle funzioni dei singoli servizi e dai bisogni degli utenti.

Importanza della comunicazione nell'équipe

I diversi membri dell’équipe devono operare congiuntamente e svolgere un lavoro integrato, ossia un lavoro in cui i diversi punti di vista dei professionisti coinvolti nell’équipe vengono integrati gli uni con gli altri. In ambito sociale, infatti, si utilizza il termine “co-costruire”, cioè costruire insieme percorsi e interventi per perseguire obbiettivi comuni.

Le problematiche che l’équipe socio-sanitaria si trova spesso ad affrontare sono piuttosto complesse, a cui occorre rispondere integrando i diversi punti di vista dei professionisti coinvolti, ognuno dei quali deve mettere a disposizione dei colleghi le proprie conoscenze, abilità e competenze per fornire una risposta globale ai bisogni della persona presa in carico.

Dal punto di vista deontologico, è opportuno che i membri del gruppo condividano la stessa cultura professionale.

Dal punto di vista organizzativo è necessario che i membri dell’équipe:

• Condividano gli obbiettivi da raggiungere con il proprio intervento;

• Definiscano una metodologia di lavoro comune;

• Stabiliscano i tempi del proprio lavoro; è importante, infatti, che il lavoro di gruppo sia scandito da riunioni regolari.

Dal punto di vista relazionale, invece, ogni componente all’interno del gruppo deve:

• Essere consapevole del proprio ruolo, ma anche dei propri limiti;

• Apprezzare e valorizzare gli interventi e le prestazioni dei colleghi;

1.

• Partecipare attivamente al lavoro di gruppo;

• Essere collaborativo e instaurare rapporti costruttivi con i colleghi;

• Essere disponibile all’ascolto, al confronto, al dialogo e ad accettare pareri diversi dal proprio.

È necessario che la comunicazione tra i membri del gruppo sia aperta e sincera, e che tutte le figure professionali possano avere uguali spazi di intervento e di espressione. Laddove si manifesti una divergenza, è importante assumere un atteggiamento empatico e disponibile alla mediazione.

L’armonia del gruppo è favorita dalla presenza di un mediatore, un professionista incaricato di gestire i turni della comunicazione all’interno di un’équipe e i possibili conflitti tra i membri. Il mediatore è chiamato a gestire sia i turni della comunicazione, sia i possibili conflitti che si creano, e ha il compito di guidare la discussione valorizzando le specifiche professionalità e coordinano i contributi dei singoli.

Stili comunicativi e loro impatto

L’adozione di uno stile comunicativo scorretto può compromettere il lavoro di équipe. Questo stile può essere passivo o aggressivo.

• Nel primo caso la persona subisce le opinioni e le azioni degli altri senza esprimere il proprio punto di vista. Spesso la scelta di rimanere passivi è dettata dall’intento di evitare il conflitto e dalla volontà di compiacere l’interlocutore. All’interno di un gruppo di lavoro questo tipo di comportamento genera frustrazione.

• Nel secondo caso il soggetto prevarica sugli altri, imponendo le proprie idee e scagliandosi spesso senza motivo contro gli interlocutori. All’interno del gruppo di lavoro questo comportamento è molto pericoloso perché mortifica le persone e mette a rischio l’integrità dell’équipe.

Caratteristiche dello stile assertivo

Un modello di comunicazione trasparente e responsabile è l’assertività, confermato nella sua validità e nella sua efficacia in differenti contesti relazionali.

Lo stile assertivo consiste:

• Nell’esprimere chiaramente i propri desideri e sentimenti;

• Nel saper analizzare i problemi sulla base di fatti concreti, senza farsi condizionare e senza formulare giudizi sommari;

• Nel manifestare e saper accettare critiche in modo costruttivo;

• Nell’ammettere i propri errori.

Una persona che adotta questo stile comunicativo sa riconoscere le proprie motivazioni e aspettative, e sa esprimerle in modo chiaro, diretto e non lesivo dei diritti altrui.

Quanto più si entra a far parte di un gruppo di lavoro preparati a collaborare e a mettere a disposizione le proprie competenze, tanto più appagante sarà l’esperienza lavorativa e costruttivo il clima psicologico che accompagnerà il gruppo.

Le caratteristiche dello stile assertivo sono:

• Chiedere: la comunicazione assertiva considera il fare richieste un diritto, da esercitare con misura, senza infastidire né fare pressione;

• Prendere e dare tempo sono comportamenti corretti e utili per se stessi e per gli altri;

• Dire “no” senza ferire: un modo efficace per dire “no” con assertività è dimostrare di avere compreso bene la richiesta e le motivazioni, essere brevi nella risposta, assumersi la responsabilità del rifiuto senza giri di parole, concedere, se si ritiene fattibile, un’alternativa;

• Criticare in modo costruttivo: quando si critica un’opinione diversa dalla propria bisogna farlo in un’ottica propositiva e non distruttiva. È importante proporre alternative e chiedere al proprio interlocutore di suggerirne altre da discutere insieme, in modo da suscitare un comportamento collaborativo;

2.

• Affrontare le critiche: chiedere spiegazioni più dettagliate se si ritiene che non sia chiara, evitando di sentirsi offesi o feriti;

• Esprimere e accettare apprezzamenti: valorizzare i risultati positivi favorisce l’apprendimento. Occorre saper apprezzare, così come bisogna aver imparato non soltanto a ricevere critiche ma anche ad accogliere apprezzamenti;

• Reagire costruttivamente all’aggressività: è importante capire se l’interlocutore ha interpretato in maniera sbagliata alcuni messaggi o se si è capitati semplicemente nel momento di uno sfogo.

2. La rete nel lavoro sociale e socio-sanitario

Rete sociale e suo impatto

Il termine “rete” viene comunemente utilizzato per indicare sistemi di connessione di diversa natura.

Ad esempio, si parla di rete sociale con riferimento all’insieme dei rapporti interpersonali instaurati da un individuo con i famigliari, gli amici, i colleghi di lavoro ecc.

Tutte le persone hanno una propria rete sociale, la quale, se ben organizzata, diventa una risorsa per affrontare eventuali situazioni di disagio o per trovare soluzioni creative ai problemi quotidiani. Le reti sono influenzate sia dalla storia e dalle esperienze, sia dalla cultura di riferimento e dai valori condivisi, e si modificano nel corso del tempo in relazione all’età e ai contesti in cui si dispiegano le varie fasi della vita.

Rapporti estesi e frequenti diventano per il soggetto fattori protettivi di fronte a eventi stressanti, disturbi psico-fisici e tensioni emotive, favorendone il benessere. La persona che può contare su una rete sociale si sente maggiormente valorizzata, è più raro che cada in depressione e, di fronte alla malattia, guarisce più rapidamente.

Le reti sociali possono essere:

• Primarie: svolgono una funzione protettiva, di supporto e di sviluppo dell’identità: gli individui sono tenuti insieme da legami affettivi. Fanno parte delle reti primarie la famiglia, gli amici, il vicinato, i compagni di scuola e i colleghi di lavoro;

• Secondarie:

- Formali: comprendono le istituzioni e le organizzazioni deputate a fornire servizi agli individui. Si basano su rapporti di natura professionale e asimmetrici;

- Informali: comprendono associazioni e organizzazioni più o meno strutturate, e sono rappresentate essenzialmente dal volontariato e dal privato sociale.

Analisi delle reti sociali

Le reti sociali possono essere studiate da due punti di vista: la network analysis (“analisi delle reti sociali”) e il social support (“sostegno sociale”).

Oggetto della network analysis sono:

• Le caratteristiche strutturali: le dimensioni e l’ampiezza, la tipologia dei legami e la densità delle relazioni al loro interno;

• Le caratteristiche relazionali: il numero delle relazioni, il rapporto di potere, la durata, la frequenza e l’intensità delle relazioni.

Dimensioni contenute e bassa densità corrispondono a una situazione di isolamento, mentre estese dimensioni e alta densità corrispondono a una situazione di inglobamento e inclusione.

Le ricerche condotte nell’ambito del social support hanno permesso di distinguere diversi tipi di sostegno fornito dalle reti:

• Sostegno emotivo, che comprende tutti quei comportamenti di ascolto, attenzione, affetto e amore che aiutano a rafforzare la propria autostima;

• Sostegno psicologico, indirizzato a eliminare le cause dello stress;

• Sostegno strumentale, che si traduce nell’aiutare concretamente la persona;

1.

• Sostegno informativo, che consiste nel dare informazioni, trasmettere competenze, favorire la capacità di autovalutazione;

• Sostegno affiliativo, che scaturisce dall’appartenenza a determinati gruppi, dai quali deriva la possibilità di stringere rapporti sociali soddisfacenti, che permettono all’individuo di sentirsi parte integrante di un contesto.

Intervento e valutazione della rete

Ciò che promuove la connessione e la sinergia tra le risorse della rete sociale al fine di realizzare un intervento di aiuto è il lavoro di rete.

Esso può:

• Focalizzarsi sulla persona: mediante network analysis, si esplora il sistema di relazioni in cui è inserito il soggetto da aiutare, per individuare chi al suo interno può essere coinvolto nel processo di aiuto;

• Avvenire tra servizi: diversi servizi sociali e socio-sanitari collaborano per la risoluzione di un caso o per attivare forme di sostegno all’intera comunità;

• Realizzarsi sul territorio: si cerca di aumentare le risorse presenti sul territorio e di renderle maggiormente fruibili dalla popolazione;

• Tradursi in un lavoro in rete, che vede più professionisti integrare e coordinare i propri interventi verso una direzione comune.

Ogni utente ha un rete sociale di riferimento che padroneggia e gestisce, ma da cui può anche essere influenzato e dominato. Tale rete può avere una duplice valenza:

• Nel processo di valutazione della situazione dell’utente può diventare un importante elemento diagnostico;

• Durante l’intervento nei confronti dell’utente può rivelarsi una risorsa fondamentale per supportare l’individuo.

Attraverso il colloquio si raccolgono informazioni utili sulla rete, finalizzate alla sua rappresentazione grafica, a cui segue la valutazione da parte dell’équipe dei punti di forza e di debolezza della rete sociale, delle sue potenzialità e disponibilità, in modo da far emergere ipotesi di intervento e strategie operative mirate.

Gli elementi fondamentali da prendere in esame sono: la dimensione della rete, il tipo di legame di ogni membro con l’utente, la qualità e la forza del legame, la frequenza dei contatti, la reciprocità dei legami, la durata, la possibilità di suddividere la rete in unità e la valutazione dei possibili conflitti.

L’insieme di questi elementi e la rappresentazione grafica della rete consentono di fare ipotesi di correlazione, seguite da ipotesi di intervento.

Alcune configurazioni di rete sono:

• Una “rete coesa e omogenea”, costituita da un solo grande gruppo di famigliari, amici, colleghi in forte relazione gli uni con gli altri e non divisibili in sottogruppi indipendenti;

• Una “rete frammentata”, in cui compaiono sottogruppi indipendenti con un buon grado di conoscenza e interazione, ma scarsamente in rapporto fra di loro;

• Una “rete dispersa”, in cui le persone si conoscono poco e si frequentano raramente, e le relazioni tendono a non essere durature né reciproche.

Quando la rete impedisce il cambiamento della persona o ostacola i trattamenti d’aiuto da parte di professionisti, occorre intervenire su di essa per migliorare il contesto di riferimento dell’utente. Alcuni obbiettivi generali dell’intervento sulla rete sono:

• Valorizzare gli elementi positivi della rete;

• Minimizzare la dispersione delle risorse;

• Rinforzare l’efficacia dei legami esistenti e favorire la creazione di nuove relazioni;

• Riorganizzare i sistemi di supporto, cercando di attivare risorse potenziali;

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• Allentare o interrompere legami che creano problemi;

• Responsabilizzare la rete;

• Costruire o ricostruire la rete sociale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo principale di un'équipe socio-sanitaria?
  2. L'obiettivo principale di un'équipe socio-sanitaria è la presa in carico di soggetti in stato di bisogno, migliorando le loro condizioni di vita per affrontare le difficoltà e sviluppare le loro potenzialità.

  3. Quali sono le differenze tra un'équipe multiprofessionale e monoprofessionale?
  4. Un'équipe multiprofessionale è composta da professionisti con specializzazioni diverse, mentre un'équipe monoprofessionale è formata da persone che esercitano la stessa professione.

  5. Quali sono le fasi principali del lavoro di équipe?
  6. Le fasi principali includono l'interpretazione condivisa dei bisogni dell'utente, la raccolta e analisi delle informazioni sul problema, e l'elaborazione di una metodologia di intervento adeguata.

  7. Come si definisce uno stile comunicativo assertivo?
  8. Lo stile assertivo consiste nell'esprimere chiaramente desideri e sentimenti, analizzare problemi basandosi su fatti concreti, accettare critiche in modo costruttivo, e ammettere i propri errori.

  9. Qual è l'importanza delle reti sociali nel lavoro socio-sanitario?
  10. Le reti sociali forniscono supporto emotivo, psicologico, strumentale, informativo e affiliativo, e possono essere una risorsa fondamentale per affrontare situazioni di disagio e supportare l'individuo.

Domande e risposte