pexolo
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Concetti Chiave

  • Freud riteneva che l'inconscio fosse inizialmente vuoto, mentre Jung sosteneva la sua autonomia creativa sin dalla nascita.
  • L'inconscio, secondo Jung, è più antico della coscienza e regola gran parte della vita umana, influenzando le principali decisioni.
  • Jung introduce il concetto di inconscio collettivo, una massa ereditaria spirituale contenente archetipi e immagini primordiali.
  • L'inconscio personale contiene materiali rimossi o dimenticati, mentre l'inconscio collettivo porta nuovi contenuti non legati a ricordi personali.
  • Jung attribuisce grande importanza al riconoscimento e al rapporto consapevole con l'inconscio collettivo, visto come parte delle radici umane.

Indice

  1. Differenze tra Freud e Jung
  2. Funzione compensatoria dell'inconscio
  3. Inconscio collettivo e creatività
  4. Teoria junghiana dell'inconscio
  5. Archetipi e inconscio collettivo

Differenze tra Freud e Jung

Freud affermava che l'inconscio alla nascita era un contenitore vuoto e durante la vita si riempiva delle cose che la coscienza riteneva “inutili”. Al contrario, Jung asserisce che questo ha una sua autonomia creativa già dalla nascita di un essere umano.

Più antico della coscienza, «È il dato originario» da cui emerge sempre nuova la coscienza.

Funzione compensatoria dell'inconscio

A regolare la vita dell’uomo è più l’inconscio che la coscienza: «Noi passiamo una gran parte della nostra vita nell'inconscio, nelle principali situazioni della vita la coscienza dipende dall'inconscio». Ha la facoltà di comportarsi in modo compensatorio rispetto alla coscienza, producendo una reazione opposta, o riequilibrante, rispetto all'azione conscia: il processo inconscio porta alla luce il materiale subliminale così com'esso è costellato dallo stato della coscienza; questi contenuti, dunque, qualora tutto rientrasse nell'ambito della coscienza, non potrebbero mancare nel quadro della situazione cosciente. Inoltre, la funzione compensatrice si manifesta tanto più chiaramente quanto più unilaterale è l’atteggiamento cosciente. Contenuti consci possono divenire inconsci per la perdita del loro valore energetico (libido). Questo è il normale meccanismo del dimenticare. Inoltre, contenuti coscienti possono finire per dimenticanza intenzionale ad di sotto della soglia della coscienza (rimozione).

Inconscio collettivo e creatività

Oltre ai contenuti consci che svaniscono nell'inconscio personale, vi sono contenuti nuovi che emergono dall'inconscio collettivo. Per questo l’inconscio non è un semplice deposito del passato, ma, anzi, è pieno di germi e di idee nuove, creative, cioè di strutture mentali psicologicamente orientate al futuro.

È proprio di ogni individuo e i suoi contenuti sono in gran parte costituiti da materiali per i quali non c’è più posto nella mente conscia (perché hanno perso attualità e interesse per noi), ma anche da materiali che sono stati rimossi perché spiacevoli o incompatibili con la coscienza, dimenticati, percepiti, pensati e sentiti al di sotto della soglia della coscienza.

Teoria junghiana dell'inconscio

Questo è sicuramente il dato di maggiore novità della teoria junghiana dell’inconscio rispetto a quella di Freud, che unisce ontogenesi e filogenesi, il processo psichico individuale e quello della specie. Non giungiamo all'inconscio tramite uno scavo genealogico, per questo le immagini e i contenuti di taluni sogni non possono essere spiegati con i ricordi, ma debbono essere considerati come un materiale nuovo che deriva da un inconscio collettivo.

Archetipi e inconscio collettivo

«L’inconscio collettivo è la poderosa massa ereditaria spirituale dello sviluppo umano, che rinasce in ogni struttura celebrale individuale [i cui contenuti sono gli stessi ovunque]». È il deposito dei modi tipici di reagire elaborati dall'umanità fin dai primordi, di immagini primordiali collettive, dette archetipi, o anche categorie ereditarie, cioè immagini comuni presenti fin dai tempi remoti e che sono dotate di contenuto affettivo. Queste, per noi del tutto estranee e incomprensibili, sono i contenuti delle nevrosi, ma anche delle visioni e delle allucinazioni di chi crea, come gli artisti. L’atteggiamento da evitare è quello di rimuovere l’inconscio collettivo, mentre bisogna assumere un atteggiamento che è (insieme) di rapporto e di distinzione. Stare innanzi a lui, e quindi non identificarsi con lui, ma riconoscerlo, riconoscerne l’esistenza e la forza. Al recupero consapevole di questo tipo di inconscio Jung attribuisce una funzione importante, proprio perché l’uomo moderno ha smarrito il rapporto con le sue radici. Dentro di noi abbiamo un passato sterminato, che trascende la nostra storia individuale, e molto complesso, tanto che Jung lo ritiene più complesso dell’intera storia umana. Se già Darwin riteneva necessario ridefinire il concetto di uomo rispetto alla specie animale, con Jung si deve ridefinire il concetto di personalità rispetto alla specie umana.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza principale tra le teorie di Freud e Jung sull'inconscio?
  2. Freud vedeva l'inconscio come un contenitore vuoto alla nascita, mentre Jung lo considerava autonomo e creativo fin dall'inizio, più antico della coscienza.

  3. Come si comporta l'inconscio rispetto alla coscienza secondo Jung?
  4. L'inconscio ha una funzione compensatoria, producendo reazioni opposte o riequilibranti rispetto all'azione conscia, influenzando la coscienza nelle principali situazioni della vita.

  5. Cosa caratterizza l'inconscio personale?
  6. L'inconscio personale è costituito da materiali che non trovano più posto nella mente conscia, come quelli rimossi o dimenticati, e percepiti al di sotto della soglia della coscienza.

  7. Che cos'è l'inconscio collettivo secondo Jung?
  8. L'inconscio collettivo è una massa ereditaria spirituale dello sviluppo umano, contenente archetipi e immagini primordiali collettive, che trascendono la storia individuale.

  9. Qual è l'importanza del riconoscimento dell'inconscio collettivo?
  10. Riconoscere l'inconscio collettivo è fondamentale per recuperare il rapporto con le radici umane, evitando di rimuoverlo e assumendo un atteggiamento di distinzione e riconoscimento della sua forza.

Domande e risposte