Elisa P.
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Concetti Chiave

  • L'etnopsichiatria studia i disturbi psicologici nelle diverse culture, collegando cultura e psicopatologia per comprendere l'influenza del contesto culturale sui processi psicologici.
  • Si occupa di quattro ambiti principali: confronto tra culture, evoluzione delle malattie mentali nel tempo, effetti psicopatologici dell'acculturazione, e differenze subculturali all'interno delle società.
  • La storia dell'etnopsichiatria inizia nel 1904 con Kraepelin e si sviluppa ulteriormente con l'incontro tra psicoanalisi e antropologia culturale, diventando una disciplina accademica nei decenni successivi.
  • Esistono disturbi psicopatologici propri di una cultura, detti disturbi etnici, che non rientrano nei criteri diagnostici comuni come il DSM, ma sono interpretati come adattamenti sociali o fenomeni culturali.
  • Le terapie tradizionali, spesso basate su credenze culturali e pratiche rituali, continuano ad avere un ruolo significativo nella cura dei disturbi psicologici in molte società, accanto alla medicina moderna.

CHE COS’è L’ ETNOPSICHIATRIA?

Detta anche psichiatria transculturale, è lo studio dei disturbi psicologici nelle diverse culture, si interessa della malattia mentale come fenomeno sociale psicologico e delle pratiche terapeutiche messe in atto. In particolare cerca di collegare cultura e psicopatologia per capire come il contesto culturale influisca sui processi psicologici che portano ai sintomi e ai disturbi mentali; così facendo essa è psichiatria o psicologia clinica, solo che allarga i suoi orizzonti al di là della nostra società occidentale.
Essa è strettamente collegata alla psicologia transculturale, perché si occupa delle attività mentali e dei fenomeni psicologici nelle varie culture.

Indice

  1. Ambiti di indagine dell'etnopsichiatria
  2. Origini storiche dell'etnopsichiatria
  3. Disturbi etnici e cultura
  4. Sintomi somatici e psicologici
  5. Evoluzione della percezione dei disturbi
  6. Schizofrenia e contesto culturale
  7. Guaritori e pratiche tradizionali
  8. Riflessioni sull'etnocentrismo
  9. Psichiatria e psicologia clinica in occidente
  10. OMS e terapie tradizionali

Ambiti di indagine dell'etnopsichiatria

Essa opera in quattro ambiti d'indagine:

• Confronto tra i popoli esistenti che pone l’attenzione tra società sviluppate, in via di sviluppo e non le società semplici ( cacciatori e raccoglitori);

Evoluzione temporale delle malattie mentali: esse si sviluppano di pari passo con le trasformazioni culturali( particolare attenzione in relazione ai cambiamenti apportati dalla modernizzazione e dall’industrializzazione alle rivoluzioni politiche e geografiche XIX e XIX secolo);

• Effetti psicopatologici dell’acculturazione, ovvero i processi in cui due culture entrano a contatto e una può assorbire l’altra (spesso accade con quelle più sviluppate nei confronti delle meno);

• Differenze subculturali: diversità nei disturbi psicologici che si registrano nella stessa società occidentale perché formata da gruppi con tradizioni e modi di vivere differenti.

Origini storiche dell'etnopsichiatria

• L’etnopsichiatria nasce nel 1904, l'anno in cui Kraepelin, psichiatra tedesco, pubblicò un’opera di psichiatria comparata a Giava, a Singapore e nel Sud-Est asiatico) evidenziò che vi erano disturbi di tipo psicotico con sintomi diversi da quelli riscontrati nel centro Europa; l’opera è limitata perché evidenzia molto il razzismo dilagante in quell’ epoca, ma presenta numerosi spunti di pensiero. La sua psichiatria comparata è etnocentrica, ma ha dato inizio a un incontro tra culture in psichiatria e psicopatologia.

• Nei decenni successivi l’incontro tra psicoanalisi e antropologia culturale ha dato luogo ad un filone di ricerche relativo alla cultura e alla personalità; esso parte dall’idea che l'educazione, le esperienze infantili influiscano sulla personalità adulta;

• Sempre nei primi decenni del 1900 si sviluppa ancor di più la psicologia transculturale con gli studi di Rivers sulla percezione e sul rapporto tra illusione e percezione di Muller-Layer e lo studio sull’ambiente fisico abituale degli occidentali, caratterizzato da spigoli ed angoli. Rivers introduce anche il concetto di suicidio etnico caratterizzato da un lasciarsi morire in risposta alla colonizzazione, per cui iniziano le ricerche sugli effetti psicopatologici dell’ acculturazione;

• Dopo la Seconda Guerra mondiale, le ricerche di etnopsichiatria hanno acquistato forza scientifica maggiore avvalendosi della statistica;

• Negli ultimi decenni è diventata una disciplina accademica.

Disturbi etnici e cultura

Le malattie mentali in ottica transculturale.

L’etnopsichiatria ha messo in evidenza l’ esistenza di disturbi etnici, quelle manifestazioni psicopatologiche proprie di una cultura e che non sono ritrovabili in altri popoli che sarebbero a prima vista malattie mentali, come psicosi ( schizofrenia o patologie simili) caratterizzate da perdita di controllo, deliri e allucinazioni, ma in realtà esse non rientrano nel nostro DSM.

È la cultura di appartenenza e interviene sul disturbo facendo sì che esso si manifesti in modi adatti a quell’organizzazione sociale. Le interpretazioni psicoanalitiche hanno insistito sull’idea che il disturbo sia un conflitto psichico orientato e plasmato dalla cultura nelle sue manifestazioni esteriori Devereux. Non sempre nel popolo dove compare, il disturbo etnico è considerato una malattia e spesso la gente lo considera un comportamento dettato dalle circostanze, una scelta di vita o espressione di un fenomeno sovrannaturale. Esse servono per: consentire l’ adattamento a diverse situazioni ambientali; alle trasformazioni storiche sociali; a mantenere equilibri sociali minacciati* .Da queste teorie si è sviluppato il pensiero di Palo Alto della scuola sistemico familiare la malattia è funzionale all’equilibrio della famiglia al suo adattamento alla società e ai cambiamenti a cui va incontro.

*sindrome di “cane pazzo”= figura che si ritrova presso gli indiani Crow e Sioux è un giovane guerriero che non segue le norme sociali del gruppo, egli si comporta così in seguito ad una serie di delusioni derivanti dalla vita sociale, è un guerriero che ha perso il suo onore. Egli cerca di riscattarsi svolgendo un’importante ruolo in battaglia, ma allo stesso tempo violando le norme sociali sconfessa la propria cultura.

Sintomi somatici e psicologici

I sintomi somatici sono disturbi fisici con origini psicologiche, le indagini cliniche non dimostrano alterazioni organiche e indicano che il soggetto è fisicamente sano, ma da un attento esame si evidenzia un disagio psicologico. Nel DSM IV sono riportati i disturbi somatiformi tra le principali categorie diagnostiche. Il paziente oppone una barriera di somatizzazione cioè non riconosce che il suo disturbo è psicologico, sta all’abilità del clinico superare lo sbarramento. Spesso nei Paesi orientali questo fenomeno è più diffuso per la difficoltà di far ammettere la natura psicologica del disturbo. Lo spostamento che considera il sintomo come psicologico è avvenuto nel XVII secolo con la nascita del concetto di infanzia come la si intende oggi; infatti, alla base di entrambe le novità c’è il senso di individualità e di interiorità tipicamente moderno. Nel 1900, con Freud, entrano nel bagaglio culturale comune le nozioni che riguardano l’inconscio.

Evoluzione della percezione dei disturbi

Nel dopoguerra si sono diffuse nozioni di psicologia, psicopatologia e psichiatria per opera dei mass media. Però spesso in molte altre società il contesto culturale offusca l’individualità, in quanto l’identità psicosociale è ricoperta dagli status, dai ruoli che ci sono affidati piuttosto che da ciò che si è. Nelle culture occidentali i disturbi psicologici si esprimono con sintomi somatici, perché ciò dipende dalle inibizioni sociali, l’individuo non può permettersi di manifestare oltre una certa misura sentimenti e disagi( esempio: le donne arabe).

E' una malattia psicologica proteiforme che può manifestarsi in una varietà di sintomi fisici. Le crisi isteriche sono attacchi che cominciano con disturbi visivi o dolori e culminano in contorsioni simili ad una crisi epilettica. Le crisi minori si manifestano con disturbi funzionali circoscritti, come perdita di sensibilità o paralisi transitoria di un arto o di una parte del corpo.

L’isteria cominciò ad essere studiata da Charcot a fine Ottocento, Freud ne lesse i testi e iniziò ad interessarsene; essa mostrava come i disturbi psicologici potessero mutarsi in fisici. Nel dopoguerra essa è andata scomparendo per trasformarsi in forme di stress ed ansia fino ad oggi. Ciò è provato anche dal fenomeno del confinamento per cui solo persone con altri problemi come ritardi o deficit mentali e che hanno un basso livello d'istruzione hanno ancora crisi identificabili come isteriche. Oggi, avendo conoscenze in campo di psicologia e psicopatologia, risulta molto più semplice esprimere il proprio disagio in chiave psichica. Secondo la visione tradizionale i sintomi fisici avevano più diritto di domicilio rispetto a quelli psichici. Paradossalmente, con la nascita della psicoanalisi di Freud, cade la somatizzazione dei disturbi psicologici, si prende più coscienza dell’aspetto interiore della malattia.

Schizofrenia e contesto culturale

Grave disordine psicologico su cui si sono sviluppate varie discussioni su spetti dinastici, di classificazione, le cause, i meccanismi patogeni e le condizioni dello schizofrenico.

• C’è chi la considera come una malattia con base biologica che devasta l attività mentale, l'affettività e la socialità;

• Psicologi e psichiatri la considerano come uno stato di adattamento alle condizioni di vita individuali, sociali e culturali; sarebbe un modo per difendersi da situazioni insostenibili.

Tra i sintomi più tipici ci sono le allucinazioni, i deliri, i disturbi del pensiero, del linguaggio e della comunicazione. Collegato al fenomeno delle allucinazioni è il fenomeno del delirio di controllo, secondo cui una forza esterna domina la sua volontà.

• Per quanto riguarda il rintracciare i casi di schizofrenia, nei Paesi meno sviluppati questo fenomeno è o ignorato o considerato come caso da rinchiudere o isolare, ma il più delle volte non è diagnosticato, mentre nei Paesi sviluppati è spesso diagnosticato ed accertato dagli ospedali;

• Per quanto riguarda l’uniformità delle procedure diagnostiche, in Russia e negli Stati Uniti sono molto più propensi a diagnosticare casi di schizofrenia, rispetto ad altri Paesi.

Nei Paesi meno avanzati e in via di sviluppo la schizofrenia è tollerata di più, perché accettata e perché si manifesta dappertutto con le stesse forme. La catatonia, disturbo somatico in cui il paziente sembra aver perso il controllo motorio e assume posizioni scomode o insolite, è più diffusa nei Paesi meno avanzati sempre per la prevalenza dei sintomi somatici. La schizofrenia si è aggravata con la comparsa dei manicomi XVIII secolo è con il problema dell’ istituzionalizzazione che priva la persona di un’identità che il disagio è aumentato, ma con la chiusura di questi istituti la schizofrenia non è scomparsa.

Essa, a differenza dell’isteria, ha carattere universale, non cambia quindi con la cultura. Secondo alcuni la sua universalità sottolineerebbe le basi biologiche della malattia; in realtà ha sia basi biologiche sia una difficoltà di adattamento al contesto di vita.

Molti disturbi psicologici come deliri o allucinazioni ci sembrano anormali e inspiegabili, ma in realtà rientrano nella cultura e nelle tradizioni di un popolo. Esempio: i giovani Crow che si procurano le allucinazioni per essere protetti nelle vita.

Guaritori e pratiche tradizionali

I guaritori a volte ricorrono a mezzi simili alla costrizione, alla riabilitazione o alla somministrazione di erbe tranquillanti. Il più delle volte i trattamenti hanno basi e concezioni radicalmente diverse. La malattia nelle società meno evolute è spesso considerata come uno spirito entrato nel nostro organismo che la cura deve rimuovere o allontanare; spesso è necessario che il guaritore entri in trance per liberare il malato.

Altra idea è che l’oracolo guaritore sia in grado di indovinare il male e l’origine della cura. Spesso gli oracoli guaritori identificano il male nello spirito di un antenato o di un demone che è entrato nella famiglia e prescrivendo dei modi di comportarsi da tenere fa quello che fanno i nostri psicoterapeuti familiari, solo che l’oracolo guaritore ha molto più potere persuasivo.

Con i miglioramenti dei sistemi della medicina occidentale e l’importazione nei Paesi meno sviluppati tuttavia non si ricorre ancora agli psichiatri per curare malattie mentali, ma ancora ai guaritori; solo in casi gravi poi si rivaluta alla medicina moderna.

Riflessioni sull'etnocentrismo

Non essere etnocentrici o medicocentrici vuol dire capire le malattie mentali e le pratiche terapeutiche di altri popoli tenendo presente la loro cultura, le norme sociali, le Istituzioni e le credenze, così contestualizzati i fatti legati alla psicopatologia e e alla terapia si possono valutare dando loro il giusto significato.

SUGGERIMENTI PSICHIATRIA E LA PSICOLOGIA CLINICA IN OCCIDENTE

Psichiatria e psicologia clinica in occidente

Molti studi sulla funzione dell’oracolo guaritore hanno indicato l’origine psicosociale dei disturbi e hanno suggerito la possibilità di ristrutturare il gruppo di appartenenza del paziente (terapia familiare).

Beatson, dopo studi antropologici sul campo, ha ispirato la scuola di Paolo Alto ad occuparsi della schizofrenia in chiave relazionale.

COSA PENSA L’OMS DELLE TERAPIE TRADIZIONALI?

OMS e terapie tradizionali

La medicina va anche considerata come fatto culturale e non solo scientifico, le terapie tradizionali sono fondamentali e vanno preservate in quanto hanno una forte incidenza sulla guarigione tutt’ora.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'obiettivo principale dell'etnopsichiatria?
  2. L'etnopsichiatria si propone di studiare i disturbi psicologici nelle diverse culture, collegando cultura e psicopatologia per comprendere come il contesto culturale influenzi i processi psicologici che portano ai sintomi e ai disturbi mentali.

  3. Quali sono i quattro ambiti d'indagine dell'etnopsichiatria?
  4. Gli ambiti d'indagine dell'etnopsichiatria includono il confronto tra popoli, l'evoluzione temporale delle malattie mentali, gli effetti psicopatologici dell'acculturazione e le differenze subculturali.

  5. Come sono considerati i disturbi etnici nell'etnopsichiatria?
  6. I disturbi etnici sono manifestazioni psicopatologiche proprie di una cultura, che non rientrano nel DSM e sono spesso interpretati come comportamenti dettati dalle circostanze o espressioni di fenomeni sovrannaturali.

  7. In che modo l'etnopsichiatria ha influenzato la comprensione della schizofrenia?
  8. L'etnopsichiatria ha contribuito a considerare la schizofrenia non solo come una malattia con basi biologiche, ma anche come uno stato di adattamento alle condizioni di vita individuali, sociali e culturali.

  9. Qual è il ruolo delle pratiche terapeutiche tradizionali secondo l'etnopsichiatria?
  10. Le pratiche terapeutiche tradizionali sono considerate fondamentali, poiché spesso si basano su concezioni culturali e spirituali che possono avere un forte impatto sulla guarigione, come riconosciuto anche dall'OMS.

Domande e risposte