Concetti Chiave
- I disturbi esternalizzanti includono disturbi della condotta, deficit dell'attenzione e iperattività, e disturbo oppositivo-provocatorio.
- I disturbi della condotta si manifestano con comportamenti aggressivi e antisociali che ostacolano le relazioni con i coetanei.
- Una diagnosi di disturbo della condotta richiede comportamenti problematici per almeno 6 mesi consecutivi.
- Questi disturbi sono spesso legati a condizioni socio-economiche difficili e sono più comuni nei maschi.
- La diagnosi precoce è cruciale, poiché gli interventi tempestivi risultano molto efficaci nel trattamento.
I disturbi esternalizzanti o di esternalizzazione vengono suddivisi in:
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Indice
Disturbi della condotta
I disturbi della condotta sono caratterizzati da comportamenti aggressivi e antisociali, che impediscono al bambino di relazionarsi efficacemente con i coetanei. In particolare, per poter diagnosticare un disturbo della condotta, è necessario che tali comportamenti si presentino per almeno 6 mesi consecutivi e che intacchino profondamente le relazioni del bambino con i coetanei, impedendogli un armonico sviluppo sociale e relazionale.
Relazioni d'attaccamento e condizioni socio-economiche
Anche alla base dei disturbi internalizzanti vi sono delle relazioni d'attaccamento inefficaci.
Tuttavia, degli studi mostrano che questi disturbi sono anche correlati con condizioni socio-economiche sfavorevoli (gravidanze precoci, povertà, giovane età dei genitori, basso livello di istruzione, assenza di una rete supportiva ai genitori, depressione post partum, violenze e abusi familiari ecc) e sono più frequenti nei maschi piuttosto che nelle ragazze.
Importanza della diagnosi precoce
È fondamentale diagnosticare quanto prima l'eventuale presenza di disturbi esternalizzanti, in modo da poter intervenire: infatti, gli studi mostrano che gli interventi precoci sono molto efficaci.