Concetti Chiave
- L'indagine ha rivelato che i giovani europei associano la non violenza a parole come pace, tolleranza e rispetto, mentre concetti come rivoluzione e potere sono visti come opposti.
- Per combattere la violenza tra i giovani, è fondamentale migliorare i rapporti interpersonali e rendere le istituzioni più credibili e le persone più consapevoli e responsabili.
- La scuola gioca un ruolo cruciale nell'educare i giovani alla convivenza, al dialogo e alla comprensione del vero significato della violenza.
- Un metodo didattico efficace è far analizzare agli studenti le immagini di violenza nei media, per sviluppare una consapevolezza critica e non cadere nell'indifferenza.
- Gli insegnanti devono guidare i ragazzi nel comprendere l'impatto emotivo delle immagini violente e promuovere un atteggiamento attivo contro l'apatia verso tali contenuti.
Il concetto di violenza tra giovani e bambini
È stata condotta un’indagine (1986-1986), ed è stato chiesto a 4718 giovani europei quali fossero le parole più vicine e più lontane al concetto di non violenza. Ne è emerso che le parole più vicine sono state: pace, tolleranza, rispetto; quelle più lontane: rivoluzione, ribellione, potere.
Si è inoltre notato che queste parole coincidono o si avvicinano molto al concetto di pace, per il quale, secondo l’indagine, si è notato che le parole più vicino a questo concetto sono state: non violenza, libertà, riconciliazione, tolleranza, uguaglianza; mentre all’estremo opposto si trovano le parole: colonialismo, capitalismo.
Come intervenire per risolvere questo fenomeno di violenza che ormai coinvolge tutti? È necessario cambiare i rapporti interpersonali, rendere le Istituzioni più credibili, rendere le persone responsabili, motivate e consapevoli.
La scuola deve educare a vivere insieme, a confrontarsi, a dialogare, a fare dibattiti, a fare esperienze di collaborazione, amicizia, fratellanza; la scuola è il luogo in cui si deve crescere insieme. La scuola, ma gli insegnanti in particolare, devono far capire gli alunni quale davvero sia il concetto di violenza, perché molto spesso il messaggio non è esplicito, ma agisce a livello psicologico. E' possibile fare uso di alcune piste, cioè lavori da prendere da esempio per far capire meglio agli alunni il significato di violenza e della sua presenza. Una pista interessante è denominata 'la violenza nelle immagini dei giornali e delle riviste'. Il lavoro si svolge rilevando quantitativamente e qualitativamente la presenza di immagini di violenza in giornali e riviste. Trovo interessante questo percorso perché i bambini focalizzano il loro pensiero innanzitutto sulle immagini; sapendo ciò è importante far capire loro quale sia il vero significato di quel che vedono, evitando di cadere nell’abitudinarismo, data la frequenza con cui si osservano e sentono quotidianamente atti di violenza. Alla fine
della raccolta delle immagini l’insegnante chiederà cosa hanno provato emotivamente e cosa hanno pensato osservando le immagini di violenza. Il docente metterà in evidenza l’importanza della non indifferenza davanti a tali immagini.
Domande da interrogazione
- Quali sono le parole più vicine e più lontane al concetto di non violenza secondo l'indagine?
- Qual è il ruolo della scuola nell'educazione alla non violenza?
- Come si può aiutare i bambini a comprendere il significato della violenza attraverso le immagini?
Le parole più vicine al concetto di non violenza sono pace, tolleranza e rispetto, mentre quelle più lontane sono rivoluzione, ribellione e potere.
La scuola deve educare a vivere insieme, a confrontarsi, a dialogare e a fare esperienze di collaborazione, amicizia e fratellanza, aiutando gli alunni a comprendere il vero significato della violenza.
Si può utilizzare il metodo di analizzare quantitativamente e qualitativamente le immagini di violenza nei giornali e riviste, chiedendo ai bambini di riflettere sulle loro emozioni e pensieri, sottolineando l'importanza di non essere indifferenti.