Concetti Chiave
- L'osservazione è una forma di conoscenza che implica guardare con attenzione e analizzare consapevolmente.
- È un processo mediato da fattori percettivi, psicologici e metodologici, influenzato dalla percezione sensoriale e dai preconcetti personali.
- Il sapere scientifico riduce le influenze soggettive, bilanciando aspetti percettivi e metodologici.
- Le osservazioni si collocano su un continuum da meno a più formali, da osservazioni quotidiane a sistematiche.
- Le osservazioni sistematiche sono selettive, guidate da una teoria e seguono criteri di controllo rigorosi.
Indice
Differenze tra vedere, guardare e osservare
Vedere è un fatto naturale, un’azione percettiva legata all’utilizzo degli organi di senso. Si intende il “percepire con gli occhi la realtà concreta”, “trovarsi in un determinato luogo”, “essere testimoni di un evento”.
Guardare: è un’azione intenzionale, è un’applicazione del verbo ‘vedere’.
Osservare: è un fatto culturale.
Si intende il guardare con attenzione e l’esaminare. Azione consapevole e intenzionale.
L’osservazione:
- Si caratterizza come una delle principali forme di approccio alla conoscenza;
- È un processo mirato alla comprensione delle caratteristiche che designano i fatti per inserirli in una rete di senso.
Processi e livelli dell'osservazione
Il ricorso ad un sapere scientifico limita le conseguenze critiche di interventi basati sulle caratteristiche del sistema percettivo, sulle convinzioni personali e sulla sensibilità soggettiva. L’osservazione è un processo mediato a più livelli:
- Percettivo, in quanto filtrato dalle caratteristiche del sistema sensoriale;
- Psicologico, perché condizionato dalle caratteristiche della persona che osserva (punti di vista, preconcetti, competenze sviluppate individualmente; la storia di ognuno influenza la percezione, si può correre il rischio di interpretare le cose sulla base della nostra esperienza e questo di oppone all’attendibilità);
- Metodologico/strumentale, perché dipende dal sistema procedurale usato per l’osservazione o registrare i dati (la metodologia mette in equilibrio gli aspetti percettivi e psicologici della percezione).
Tipologie di osservazione
L’osservazione è un continuum tra percettivo, psicologico e metodologico/strumentale. In questo continuum un estremo è libero da vincoli mentre l’estremo opposto è più vincolante:
a) Le osservazioni quotidiane sono caratterizzate da vincoli meno formali (si osserva “a tutto campo” senza limitazioni);
b) Le osservazioni deliberate sono più formali delle precedenti, ma non soggette a controllo (si inizia a focalizzare l’attenzione su qualcosa di specifico);
c) Le osservazioni sistematiche sono legate a vincoli sempre più formali e sottoposte a criteri di controllo (l’osservazione è selettiva e intenzionale, è guidata da una teoria di riferimento, segue delle regole ben precise, consente un controllo interno ed esterno).
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza tra vedere, guardare e osservare?
- Quali sono i livelli mediati dell'osservazione?
- Come si differenziano le osservazioni quotidiane, deliberate e sistematiche?
Vedere è un'azione percettiva naturale, guardare è un'azione intenzionale, mentre osservare è un fatto culturale che implica attenzione e esame consapevole.
L'osservazione è mediata a livello percettivo, psicologico e metodologico/strumentale, ognuno influenzato da diversi fattori come il sistema sensoriale, le caratteristiche personali e il sistema procedurale usato.
Le osservazioni quotidiane sono meno formali, le deliberate sono più focalizzate ma non controllate, mentre le sistematiche sono formali, selettive e seguono criteri di controllo.