Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • I Giansenisti si opponevano all'educazione gesuitica e scolastica, promuovendo l'autonomia morale e religiosa degli studenti.
  • Le Piccole Scuole gianseniste, sebbene operative per soli 17 anni, hanno lasciato un'impronta duratura nella cultura francese.
  • L'insegnamento giansenista enfatizzava la ragionevolezza e la debolezza umana, guidando gli studenti senza premi o punizioni.
  • Metodi educativi innovativi includevano l'uso del metodo fonico-sillabico per l'alfabetizzazione, favorendo un approccio logico.
  • I Giansenisti rivalutarono la grammatica e diedero importanza alla lingua materna per esplorare la profondità dell'animo umano.

Indice

  1. L'opposizione educativa dei Giansenisti
  2. L'approccio educativo delle Piccole Scuole
  3. L'importanza della ragione e della lingua

L'opposizione educativa dei Giansenisti

Dal punto di vista educativo, i Giansenisti, ponendosi sulla stessa linea di Descartes, si opponevano all’educazione derivata dalla filosofia medioevale d’ispirazione scolastica e a quella di tipo gesuitico. Consideravano negativi e corruttori il lassismo gesuitico e la tendenza dei Gesuiti a valorizzare l’ambizione. Essi fondarono alcune Piccole Scuole a Parigi che funzionarono solo 17 anni a causa dell’ ostilità dei Gesuiti che ne ottennero da Luigi XIV la soppressione.

L'approccio educativo delle Piccole Scuole

Nonostante questo, le Piccole Scuole lasciarono una tracia indelebile nella cultura francese. Con l’educazione impartita in esse, i Giansenisti si proponevano di portare il discente verso la più completa autonomia morale e religiosa. Con l’aiuto della ragionevolezza, l’allievo doveva giungere a riconoscere la debolezza della propria natura a cui solo la grazia divina avrebbe potuto porre un rimedio. L’insegnante diventava una guida e un amico e l’unica autorità che esso esercitava era quella della ragione. I castighi erano molto limitati e i premi non esistevano: questo era in linea con le idee dei Giansenisti che consideravano peccaminosa e pagana qualunque idea di merito. Per tali scuole, esistevano anche alcuni manuali di netta impostazione cartesiana. Tuttavia, tutti gli insegnamenti e non solo la logica, avevano un unico scopo: sviluppare la ragionevolezza perché una menta retta vale di più di tutte le conoscenze. Lo stesso Pascal si preoccupò dell’insegnamento dell’alfabeto che doveva essere presentato nel modo più razionale possibile; infatti l’insegnamento dell’alfabeto avveniva con il metodo fonico-sillabico e non alfabetico in quanto le consonanti erano indicate con il loro suono e non con il loro nome.

L'importanza della ragione e della lingua

I Giansenisti rivalutarono lo studio della grammatica e, per primi, sostennero che il latino serviva soprattutto a formare l’intelligenza del discente, come la matematica e la logica. Nonostante questo, essi dettero maggior importanza alla lingua materna, considerato l’unico strumento per indagare l’animo umano nella sua profondità.

Domande da interrogazione

  1. Qual era l'obiettivo principale dell'educazione giansenista?
  2. L'obiettivo principale dell'educazione giansenista era portare il discente verso la completa autonomia morale e religiosa, utilizzando la ragionevolezza per riconoscere la debolezza della propria natura e la necessità della grazia divina.

  3. Come si differenziavano le Piccole Scuole gianseniste dalle scuole gesuitiche?
  4. Le Piccole Scuole gianseniste si differenziavano per l'assenza di premi e castighi, l'enfasi sulla ragionevolezza e l'autonomia morale, in contrasto con il lassismo e l'ambizione promossi dai Gesuiti.

  5. Qual era l'approccio dei Giansenisti all'insegnamento della lingua e della grammatica?
  6. I Giansenisti rivalutavano lo studio della grammatica e consideravano il latino, la matematica e la logica strumenti per formare l'intelligenza, ma davano maggiore importanza alla lingua materna per esplorare l'animo umano.

Domande e risposte