
VIOLENZA IN ROSA - Erano donne, giovanissime, quelle che hanno aggredito Daniela, dodici anni, nome di fantasia,nel piazzale davanti alla sua scuola, a Pesaro. Non le conosceva. Quattordici, quindici anni, poco più di lei. Nessun motivo. Nè uomini contesi, né provocazioni, né ricatti. Niente. Nulla che possa richiamare gli stereotipi classici riguardo alla violenza delle donne, come l’orribile rappresaglia di UmaThurman- Kill Bill contro coloro che le avevano terminato la famiglia, o l’aggressività bisbetica delle femmine di Shakespeare oppresse dai costumi, o le follie di Ersebet, la vampira ungherese che fece sterminare 600 ragazze per idratarsi l’epidermide col loro sangue.
NIENTE OLTRE LA NOIA - Le pesaresi niente. Famiglie in salute, libertà piena di costumi, pelle idratata dalla giovinezza. «Non avevano nessun altra ragione se non la prepotenza», racconta Chiara Giacomantonio, responsabile della sezione minori della Polizia. Lei ne vede tante, di storie così, sempre di più, ogni giorno. Come tanti, si chiede quale oscura degenerazione stia trasfigurando la personalità delle ragazze, come dimostra quel diagramma delle denunce contro minori di sesso femminile,cresciuto a velocità vertiginosa, «solo negli ultimi sei mesi». Violenza, percosse, estorsioni, ingiurie, rapine, furti di cosmetici, scarpe, vestiti, cellulari, prevalentemente a scuola. Nessuno le ha contate. Ma sono certo una parte cospicua delle circa tremilaecinquecentosessanta donne che, nel 2006, hanno commesso reati di violenza, quasi il venti per cento in più rispetto all’anno precedente.
PULP WOMEN - Le più giovani sono le più aggressive. Contaminate: «la violenza viene proposta continuamente e in ogni sede come un modello vincente», spiega Paola Marinelli, coordinatrice della sezione scolastica per l’Ordine degli psicologi del Lazio. «Così le donne, da sempre prevaricate ed abusate, Preferiscono adesso identificarsi con l’aggressore ». E allora eccole qui. Ragazze cattivissime, decise a liberare senza freni una parte selvatica e oscura di se stesse, con tutta l’esplosione di energia dei loro anni. Capaci di mettere in piedi, con la formidabile capacità organizzativa delle donne, autentiche, feroci baby gang, piccole associazioni per delinquere dedite al furto, al vandalismo,alle estorsioni e ai pestaggi, con una ragione sociale prevalente, fine a se stessa: la perfidia. «Anche in quella, come in tutto il resto, rispetto ai maschi hanno una marcia in più: più sottili, funeste, devastanti», spiega Marinelli. Gerarchia piramidale, in genere, con una leader più spregiudicata e più aggressiva, che coordina il gruppo con il carisma e con l’autorità di un boss.
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MARIDA LOMBARDO PIJOLA – L'articolo che avete appena letto è stato scritto da Marida Lombardo Pijola per il Messaggero. Si tratta di una giornalista a cui noi di Skuola.net siamo molto legati perché è molto vicina al mondo dei giovani. Autrice del best-seller "Ho dodici anni, faccio la cubista, mi chiamano Principessa - Storie di bulli, lolite e altri bimbi", libro choc che ha rivelato il mondo segreto dei preadolescenti, oggi è una delle esperte dei fenomeni di società e costume nel mondo degli adolescenti. I suoi articoli ci accompagneranno in questa estate 2008.