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Sintesi
Decadentismo
Charles Baudelaire fu il primo dei grandi poeti moderni. In Italia ci furono Gabriele d'Annunzio e Giovanni Pascoli. Il poeta è un dandy (raffinato, si sente diverso, ha nostalgia per la bellezza che cerca di raggiungere), bevitore d'assenzio in cerca di paradisi artificiali.
Tematiche: male, malattie, ferite, 'donna vampiro'. Non seguono la tradizione.

Decadentismo:
si basa sulla soggettività, nasce e si sviluppa in Francia per arrivare poi in Italia. Ogni autore è diverso dall'altro. E' un movimento contemporaneo a Verismo e Naturalismo. Incipit della rivolzione poetica.
Francia, Parigi, industrializzazione, modernità che non piace, luoghi condannati.
Seconda metà avanzata dell'Ottocento, in Francia si afferma il Naturalismo, in contemporanea si sviluppa un complesso fenomeno artistico-culturale, noto come Decadentismo, che trova la sua manifestazione più innovativa nel Simbolismo. Sullo sfondo vi è un forte sviluppo scientifico-tecnologico e industriale, si consolidano nuove realtà urbane e sociali, la cultura europea si arricchisce della coesistenza di due tendenze:
atteggiamento oggettivo e impassibile dello scrittore che secondo le teorie positivistiche reinventa il romanzo come strumento di analisi 'scientifica' dell'uomo e della società;
inabissarsi del poeta nei recessi del mondo naturale e nelle profondità dell'io, guidato dall'intuizione e da analogia del simbolo.
Andava maturando la consapevolezza della crisi del linguaggio positivistico e dell'esistenza di spazi interiori e nascosti da sondare.
Il 1857 è l'anno in cui la Francia vede la pubblicazione di Madame Bovary (prosa), di Fleubert, che segna la storia del romanzo europeo. Nello stesso anno escono I fiori del male (male e bene fanno parte dell'uomo, OSSIMORO = aspetti antitetici, il male ha pure sempre dei fiori) di Charles Baudelarie (sente il fascino del brutto, inquinamento), apre la strada ad una nuova sensibilità. Qualche anno dopo una nuova generazione di giovani poeti come Arthur Rimbaud e Paul Verlaine (poeti maledetti) va alla ricerca di un nuovo linguaggio che dia voce agli abissi della mente, brulicanti di segreti. Facevano molto uso di droghe, per entrare in un'altra dimensione, nuove poesie, cuore del poeta, l'IO, diverso da tutti, stimato da pochissimi.
Il Decadentismo è in connessione con lo sviluppo delle grandi città europee, prima Parigi, in un tempo in cui l'avanzare del progresso genera la consapevolezza della 'modernità', che rende possibile prendere le distanze dal passato, acquisire coscienza del cambiamento ed elaborare un nuovo pensiero. In Europa cambiano la sensibilità, le categorie estetiche, gli scenari: la metropoli e i suoi luoghi simbolici assumono un ruolo centrale. La presenza sempre più assillante della merce nel quotidiano crea nuovi ritmi. Gli artisti decadenti, coscienti di vivere in un'epoca nuova, dominata da efficienza e produttività, privilegiano l'indagine interiore e arrivano anche a vivere in un mondo irregolare e anticonformista, per ribadire la propria libertà e il valore dell'individualismo.
Le prime coscienti manifestazioni dell'arte decadente si collocano in Francia, tra 1870/80 per poi estendersi nel resto d'Europa. Già Baudelaire con due decenni di anticipo segna un punto di svolta e avvia una riflessione sulla modernità. Possiamo considerare l'affermazione delle Avanguardie storiche (Espressionismo e Futurismo) e l'avvento di alcune grandi scoperte agli inizi del 900, come momenti che segnano una rottura e un cambiamento.
L'Europa di metà 800 è caratterizzata dal pieno sviluppo capitalistico dell'economia e dal progresso scientifico e tecnologico. Vi è un aumento demografico, si assiste ad un frenetica corsa verso le città, con la conseguente decrescita della popolazione in campagna. Le metropoli si affollano alla ricerca di lavoro e migliori condizioni di vita. La forte stratificazione sociale urbana si articola in una classe dirigente, un ceto medio borghese, un proletariato che vive di salario ed è afflitto da condizioni di vita e lavoro precarie e un sottoproletariato ai margini dello sviluppo, ne è escluso. E' un universo attraversato da miti e da contraddizioni del progresso. Queste contraddizioni esploderanno in Francia nel 1871 con l'esperienza della Comune, che segna l'ingresso della massa operaia sulla scena politica e che si pone a simbolo di una progressiva presa di coscienza di diritti da parte del movimento operaio.
Aumenta la circolazione delle merci, simbolo della nuova era fondata su profitto e consumo. E' un intero sistema di valori che cambia e che cambierà anche il ruolo dell'intellettuale nella società.
Esaltazione del progresso/industria – contro – aspetti negativi a livello estetico = Bello & Brutto.

Leggere: a partire dagli ultimi decenni del secolo, si assiste ad una decelerazione economica: l'eccesso di beni favorito dalla libera circolazione delle merci e l'intervento degli USA, sono alla base di una sterzata in senso protezionistico di molti Stati europei, indotti a difendere le proprie industrie, scoraggiando le importazioni. Vi è anche la tendenza delle imprese più forti ad inglobare le più piccole, con la conseguente concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi.
Diventa pressante l'esigenza di procurarsi materie prime a buon mercato. GB, Francia e altri paesi avviano una politica imperialistica. L'Italia, unificata da poco verso la fine del secolo, si avvia con difficoltà alal conquista dell'Etiopia. La politica imperialistica adottata dalle principali potenze europee negli ultimi decessi dell'800, registra una netta tendenza all'autoritarismo e ai nazionalismi.
La crisi di fine secolo in Italia è contraddistinta dagli scontri di piazza e dalla loro repressione violenta ad opera dell'esercito. Il Novecento si apre con l'assassinio a Modena del re Umberto I, per mano di un anarchico e con Giovanni Giolitti chiamato a guidare l'Italia.

Gli intellettuali sono consapevoli di trovarsi a vivere in un'epoca in cui la rapidità delle trasformazioni e la velocità delle tecnologie, influenza i ritmi dell'esistenza. Ne derivano atteggiamenti di rifiuto o di esaltazione del cambiamento.
Nella seconda metà dell'800 il ruolo della città diventa centrale, in esse si fa la storia, fatta dalle masse e focalizzata sul presente. Ci sono forti contrasti: la moltiplicazione dei rapporti tra estranei equivale ad una perdita di reale contatto; il prodursi di costanti novità ne annulla l'effetto. Insieme alla novità nascono allora la noia, l'indolenza, che diventano i nuovi demoni della poesia. Accanto alla flanerie, il camminare svagato nella metropoli, si definisce uno stato di insoddisfazione cupa e malincolinca con il nome di Spleen (malessere).
I decadenti sono lontani dalla società, hanno alti e bassi, destano scandalo. Sono depressi cronici, non vengono accettati. Depressione paragonata ad un coperchio sulla testa che non permette di respirare. Se ne fregano del 'materiale', vivono in soffitte fredde e ghiacciate, muiono quasi tutti giovanissimi.
L'alta concentrazione demografica impone la cura costante delle condizioni igieniche e si verifica un sensibile miglioramento della qualità della vita: lo sviluppo urbanistico non è più lasciato al caso, ma gestito. Le capitali europee diventano vere e proprie metropoli. Nel 1863, a Londra, viene realizzata la prima linea di trasporto sotterraneo del mondo, l'Underground. Parigi è la città simbolo delle trasformazioni, è la Ville Lumiere, ovvero città-luce, simbolo di progresso. L'ampiezza dei nuovi boulevards suscita agorafobia, malessere di fronte agli spazi vuoti. Tra i maggiori interpreti della condizione di disorientamento provocato dalla città, Baudelaire descrive in un poema in prosa, Lo Spleen di Parigi le sensazioni procurategli da strade e folla. Anche in Italia cambiano le città più grandi alla ricerca di prestigio, funzionalità e ordine.
Città: cortocircuito di sensazioni, non c'è più la Provvidenza.
Poeti maledetti: abbracciano il misticismo senza Dio = tendono al 'divino', negando la divinità. Infinito ed assoluto di cui sentono la mancanza che nega la religione. Vogliono infrangere il fenomeno per arrivare al noumeno.

Moderno/Modernità: forme di pensiero tipiche della società industriale successiva alla Rivoluzione francese e alla nascita del mercato.

Nella seconda metà dell'800, si ha l'egemonia culturale della Francia: da qui Naturalismo e Decadentismo si impogono in Europa. Da qui parte il rinnovamento delle arti figurative, col l'Impressionismo, col Divisionismo, con Gaugin, Cezanne. Nuove sono anche la musica, la scultura e l'architettura, che scopre il ferro ed il vetro: la Tour Eiffel è emblema della modernità che dilaga. Gli artisti si uniscono per creare qualcosa di innovativo. Sono uniti da rottura e trasgressione.
Il 26 maggio 1883, su 'Il gatto nero' esce Languore di Verlaine, che inizia con una quartina considerata la sintesi di ciò che gli intellettuali di fine 800 pensano del proprio tempo. Il poeta non denuncia la crisi, accetta lo status quo, operando un'autocritica che assume i connotati di un riconoscimento di responsabilità. Non accusa, ma si accusa e al tempo stesso compiange la sua arte vana, incapace di arrestare il declino. Dalle sue parole emerge sfiducia, un senso dell'ineluttabile che registra il distacco tra intellettuale e società, tra arte e vita. I decadenti, consapevoli della loro diversità/modernità, non vogliono essere maestri, cercano e talvolta subiscono, l'isolamento, la reclusione, il discordine di una vita trasgressiva. Il termine decadenza diventa l'espressione ideale per definire un'epoca di contrasti: riferita alla società che appare 'malata' e in aperta crisi, o alla cultura che ad essa vorrebbe contrapporsi. Conferma ciò il titolo della rivsta francese 'Le Decadent' fondata nel 1886.

Utilizzano molto la Sinestesia: due termini che appartengono a due piani sensoriali differenti (es. Urlo Nero), in chiave simbolica, per andare al di là di ciò che appare (Noumeno).

I contorni cronologici del Decadentismo sono sfumati:
1. non sono chiare le linee di demarcazione rispetto al Romanticismo;
2. non è accertata la sua conclusione.
Il termine Decadentismo è utilizzato soprattutto dalla critica italiana, all'estero si utilizza Parnassianesimo, Simbolismo, Estetismo, che in Italia valgono come sottocategorie del Decadentismo.
Simbolismo: corrente letteraria che parla attraverso i simboli, nelle poesie ci sono solo simboli.
Estetismo: fa del bello il tutto, gusto estetizzante. Vita all'insegna del bello, culto del bello, superamento di banalità e massa che è mediocre.
Simbolismo ed estetismo sono in contro senso.
Parnassianesimo: riportare la poesia al Parnaso, monte sacro al dio Apollo, movimento in reazione all'eccesso sentimentale del romanticismo, esalta riserbo e impersonalità. L'arte non deve essere utile, il suo scopo è la bellezza.

Il Decadentismo si muove nella dimensione dell'irrazionale:
l'estetismo, la sensualità, la ricerca dell'Assoluto, il rifiuto del Positivismo lo caratterizzano. Fa centro sull'immagine e sulle corrispondenti figure retoriche (metafora, simbolo, analogia, sinestesia). Il Decadentismo sposta l'asse dell'attenzione dall'oggetto (il vero o dato positivo), su cui si muoveva il Positivismo, al soggetto, ciò implica una più dilatata e profonda percezione di sé: i cinque sensi, diventano canali privilegiati di conoscenza. Vi è un confronto con l'esperienza romantica. Gli artisti moderni, rispetto al modello romantico, sentono di non avere più niente da insegnare, perché il pubblico li ignora e deride ed il loro sguardo è rivolto altrove, non alle dimaniche sociali, ma spirituali. Si moltiplicano i discorsi metaletterari, le riflessioni estetiche, viene esaltata la componente irrazionale di arte e musica.
Oscillando contraddittoriamente tra l'idea dell'artista veggente, che coglie per folgorazione la Verità oltre il reale, e la teoria del massimo controllo formale, i decadenti si disconstano dall'ideale romantico del poeta-vate, senza però negarlo del tutto: l'artista è ancora un profeta, ma è un profeta inascoltato, depositario di verità soggettive, poetiche, simboliche.
Misticismo senza Dio. L'immagine è più importante di tante parole, colori e musica sono poesia.
Si supera l'esperienza romantica, si arriva all'irrazionale.

Gradualmente il poeta, il pittore, il romanziere cessano di rappresentare e rilanciare miti e ideali della borghesia: la funzione stessa dell'arte nella nuova società delle merci e del consumo viene rimessa in discussione. L'artista tra la folla non è più riconosciuto come guida e maestro ispirato. Nasce così la necessità di un riscatto.

L'artista tende ad accentuare la propria posizione di dissenso o addirittura di rifiuto delle opinioni correnti. Il suo rapporto con il lettori diventa sempre più spesso polemico e provocatorio. L'artista arriva ad esprimersi con disprezzo nei confronti del pubblico e della mediocrità industriale, che consepisce la creazione artistica sempre più come prodotto di massa per la massa.
L'intellettuale sembra destinato a diventare eccentrico. Tra gli esiti di questo mutamento annoveriamo anche le maschere apparentemente più superficiali dell'intellettuale moderno: quella del dandy e dell'esteta, corrispondendi ad una modalità di vita che si consuma volutamente in solitudine e nel culto della bellezza più raffinata.

Confronto
Romanticismo
Decadentismo
Ruolo artista
Poeta vate; letteratura di impegno civile; artista come modello e maestro di moralità e valori collettivi.
Poeta veggente; letteratura come via di accesso all'Assoluto; artista irregolare e 'maledetto', che cerca l'isolamento e la trasgressione.
Presupposti filosofici
Importanza della Storia e dell'esperienza; dualismo bene-male, moralità-immoralità nell'arte; unità dell'individuo.
Centralità dell'intuizione e impossibilità dell'esperienza di fronte al frenetico progresso tecnologico; affermazione della compresenza degli opposti e rifiuto della categoria morale in favore di quella estetica nell'arte; molteplicità dell'individuo e scoperta dellinconscio.
Strumenti espressivi
Fiducia nel linguaggio e nelle sue possibilità comunicative; centralità del sentimento; affermazione del romanzo storico.
Rifiuto del linguaggio tradizionale e ricerca di un nuovo strumento comunicativo dal carattere elitario; centralità della sensazione; affermazione del romanzo psicologico.


Estetismo
Nella seconda metà dell'800 si diffondono moda e atteggiamento eccentrici con il nome di Dandismo. Il dandy ricerca e ostenza un'eleganza stravagante, provocatoria, per isolarsi e distiguersi, per affermare uno stile di vita basato sul rifiuto dell'utilitarismo borghese. Baudelaire riteneva si dovesse riconoscere nel dandismo un fenomeno di opposizione e di rivolta inteso a combattere la mediocrità del gusto di massa.

Affine al dandy, ma legato all'ambito letterario o intellettuale è l'esteta. L'Estetismo è l'atteggiamento di chi considera fondamentali i valori estetici e fa coincidere il culto della bellezza con l'essenza stessa della vita. L'Estetismo è una componente fondamentale del Decadentismo.
Huysmans fu il primo ad avere questo atteggiamento, era condannato ad una vita modesta da burocrate al Ministero degli Interni. Coltiva sfrenate aspirazioni estetiche nell'arte. Il suo romanzo Controcorrente è un manuale dell'Estetismo decadente. Anche Oscar Wilde, scrittore e romanziere, afferma che 'l'arte è più importante della vita'.
Il culto della bellezza va al di là di ogni implicazione morale e garantisce una fascinosa superiorità.

Dandy/Dandismo:
in origine: ideale estetico e di comportamento modellato su una figura storica: George Bryan Brummel, aristocratico dai modi estremamente raffinati.
Per derivazione: atteggiamento sociale e culturale di chi, proponendosi come cultore del bello in contrasto con una realtà giudicata mediocre, indulge in pose provocatorie, stravaganti ed esasperatamente raffinate.

Altra maschera è quella del Flaneur. Il Flaneur è colui che passeggia per le strade della città coltivando emozioni, cercando associazioni, ricamando pensieri.

Poesia nel Decadentismo:
la seconda metà dell'800, presenta in Francia due correnti poetiche fondamentali: il Parnassianesimo e il Simbolismo. Ma anche esperienze individuali di: Baudelaire, Rimbaud, Verlaine. Nel caos delle città i poeti vedono scritto il disordine interiore dell'uomo moderno, da questa condizione traggono spunto per una diversa, più completa e struggente conoscenza di sè e della vita. La figura chiave è quella di Baudelaire.
Baudelaire, Verlaine e Rimbaud rappresentano la fase lirica del Decadentismo francese.

Il Parnassianesimo (nome da Parnaso = Montagna delle Muse, ispiratrici di poesie) deve il nuo nome ad un'antologia poetica in tre volumi, Il Parnaso contemporaneo, il cui titolo rimanda al mondo greco e al suo ideale estetico di armonia, eleganza, chiarezza. Nella mitologia il Parnaso è la montagna sacra in cui vivono Apollo e le Muse, le divinità che proteggono la cultura e l'arte. Il caposcuola del movimento è Gautier: si allontanerà dal romanticismo accusandolo di sciatteria formale. L'Arte è il titolo di una sua poesia che fa da manifesto al Parnassianesimo, il termine indica 'l'arte fine a se stessa', 'l'arte per l'arte', scopo ultimo della vita.
Il mito della superiorità dell'arte, libera da vincoli di verosomiglianza, e il culto assoluto della forma legano il Parnassianesimo all'Estetismo.

Il poeta diviene una sorta di esploratore dell'abisso, un veggente che non riceve più riconoscimenti e investitura dalla società, ma dall'oscura forza che lo anima. Di questa condizione è modello la poesia di Baudelaire.

Al centro della poesia è la rinuncia programmatica ad una lingua esplicita, comprensibile e piana. L'intuizione sostituisce le concatenazioni logiche, alla profondità speculativa subentra il potenziamento delle capacità percettive e sensoriali. Il simbolo (che identifica un concetto), l'analogia (che stabilisce legami tra realtà apparentemente lontane) e la sinestesia (che confonde i sensi potenziando le facoltà espressive della lingua) divengono risorse imprescindibili. Il rifiuto della parola facile e del messaggio immediatamente comprensibile implica un lettore 'privilegiato', che collabori allo scioglimento del simbolo e alla ricerca delle possibili chiavi di lettura. Il pubblico si fa selezionatissimo.

Nel 1886, sul quotidiano Le Figaro, viene pubblicato il Manifesto del Simbolismo, del poeta Moreas, In esso si sottolineano i caratteri essenziali del movimento: dimensione intellettuale, ricerca della musicalità, aura di trascendenza e di mistero, intreccio della poesia con le altre arti.
E' essenziale il concetto di simbolo che identifica un elemento della natura in cui cogliere per via allusiva il mistero indefinibile a cui la poesia ha il compito di dare espressione. La logica del simbolismo è quella del sogno, basata sul principio della libera associazione analogica. In essa le immagini assumono grande evidenza, ma i collegamenti risultano spezzati, lo spazio perde consistenza, i legami di tempo, come quelli causali, vengono aboliti di senso.
L'uomo non è solo al mondo, ma immerso in una vita misteriosa di cui partecipano anche gli oggetti inanimati o gli elementi del paesaggio. Il rapporto io-altro si fa più complesso e relativo. Ne deriva un senso nuovo d'inquietudine e d'indefinitezza, che si concretizza nell'ambiguità del linguaggio.
Sinestesia = aggettivo + sostantivo
Alogico – Analogia = due sistantivi affiancati attraverso 'di' (Cuore di ghiaccio, due sfere a se stanti caratterizzate entrambe per la freddezza). Il 'di' crea analogia.

Parnassianesimo:
trae nome dall'antologia Il Parnaso contemporaneo, con riferimento al monte sacro alle Muse
caposcuola del movimento è Gautier
L'Arte è il titolo della poesia-manifesto di Gautire
estrema cura formale e rifiuto di spontaneità romantica
l'arte è fine a se stessa ed è eterna
l'unico obiettivo dell'arte è la bellezza
Simbolismo:
trae nome dal 'simbolo' che è alla base della sua poetica
il manifesto è pubblicato nel 1886 da Moreas
ne è caposcuola il poeta franscese Mallarmè; Baudelaire, Verlaine e Rimbaud lo anticipano
la poesia è esplorazione dell'Abisso
rinuncia ad una lingua esplicita e piana
esigenza di un lettore privilegiato che sappia decodificare il messaggio poetico

Charles Baudelaire:
nasce a Parigi nel 1821. Dopo la morte del padre la madre si risposa con un ufficiale con il quale avrà un rapporto conflittuale. Nel 41 compie un lungo viaggio in Oriente, poi si stabilisce a Parigi. Ha intrapreso la carriera di poeta e scrittore. Avrà una vita disordinata come la carriera. Scriverà sempre alla madre alla ricerca di un riavvicinamento. Nel 56 pubblica la traduzione delle Histories extraordinaries di Allan Poe; l'anno successivo esce la raccolta 'I fiori del male'. Muore a Parigi nel 67.

I fiori del male:
nel 49 progetta una raccolta dal titolo Limbi, della quale alcune riviste pubblicano poesie isolate. Nell'85 la Revue des Deux Mondes pubblica 18 nuove poesie sotto il titolo I fiori del male. Fiutando scandalo e successo più di un editore propone a Baudelaire la pubblicazione. Il manoscritto viene consegnato nel 57 a Poulet-Malassis, editore accurato ed elegante e messo in vendita lo stesso anno con dedica a Gautier.
Il libro contiene 100 poesie divise in cinque sezioni:
Spleen e Ideale (77), Fiori del male (12), Rivolta (3), Il vino (5), La morte (3).
Accusata di immoralità la raccolta è sottoposta a processo, sei poesie sono condannate.
Baudelaire pesegue il progetto di un libro intero e definito che metta a nudo il suo cuore e il tempo il cui vive. Ne resta solo un frammento: Razzi, il mio cuore messo a nudo, e più tardi, Povero Belgio.
La seconda edizione dei Fuori del male esce nel 61 con l'aggiunta di nuove poesie (126 testi) in sei sezioni. Dopo la morte del poeta gli amici pubblicano una terza edizione definitiva, con l'aggiunta di altre poesie (Rovine, relitti), 151 poesie. I metri sono ottosillabi e alessandrini, il loro scopo è evidenziare le parole o le immagini poetiche. Uso frequente dell'allitterazione e dell'assonanza, per creare melodia originale e alternativa.

Baudelaire è il primo ad intuire il malesse dell'uomo contemporaneo. I confini tra Bene e Male appaiono indistinguibili. La colpa ha innegabile fascino, la percezione della Bellezza e dell'Amore spingono all'eccesso. Il senso del libro sta nel titolo, ossimoro: i fiori sono immagine allusiva di bellezza, gentilezza, fragilità, accostati al male della corruzione. L'ossimoro è la ferita che una parola arreca all'altra e ne contamina il senso. La sola certezza è la consapevole precarietà in cui il soggetto è chiamato a vivere e di cui la poesia si fa portavoce.

L'originalità sta nell'aver rappresentato in termini nuovi la dialettica tra Ideale e Reale. La sua poesia aspira alla conciliazione tra questi due opposti, sintesi di spirito e corpo in cui si realizza lo stato di beatitudine.
Si tratta di un'utopia: la storia umana è costantemente distolta dalla prospettiva di elevazione, costretta a far ei conti con il male. L'uomo di Baudelaire aspira a salire, ma non può fare a meno di scendere, trascinato dalla forza del desiderio.
L'Ideale romantico, la perfezione e la bellezza non possono più rivivere. Questo spiega la tendenza al disgusto, la noia, che si esprimono nel desiderio e nell'orrore della trasgressione. Lo Spleen paralizza l'uomo nell'inazione, condannandolo a vivere in un paesaggio pietrificato.

Spleen:
stato d'animo complesso e contraddittorio basato sul disagio esistenziale. Affine all'accidia e al tedio, è lo stato di perenne distacco e insoddisfazione dell'artista moderno.

Le corrispondenze:
la poesia di Baudelaire predilige il mondo artificiale delle città rispetto a quello oscuro della Natura, come a segnare il divorzio tra uomo moderno a madre-matrina (natura). Non rinuncia a cercare la via per risalire dal molteplice, riflesso nei mille aspetti del reale. Dietro l'apparenza mutevole dei fenomeni è possibile intuire un'unità segreta e misteriosa, con cui il poeta aspira a mettersi in relazione. Ogni cosa si 'corrisponde': profumi, colori, suoni, sapori si compongono in un'armonia profonda. Questa dimensione molteplice e unitaria è espressa attraverso il linguaggio della sinestesia e dell'analogia. Le corrispondenze istituiscono un rapporto biunivoco tra gli elementi, componendo la trama di un linguaggio allusivo che dà al poeta la sensazione di una recuperatà Unità col Tutto.

L'Albatro, Baudelaire, I fiori del male, P. 345:
raffigura l'essenza del nuovo poeta, l'intellettuale moderno, ridicolo nella vita di tutti i giorni e altissimo, sublime, quando si libra nei cieli dell'arte.
Poesia elitaria, schiaffo alla società = condanna. Atto di orgoglio, i poeti si affermano come esseri superiori non compresi dalla società. Ruolo del poeta contrario alla società.
Albatro in positivo: la sua essenza.
Albatro in negativo: descritto dagli uomini che non capiscono.
Verso 14: è al di sopra.
Il poeta nel mondo: è capace di volare ad altezze sconosciute alla massa, soccombe alla violenza con cui essa lo attira a sè, ma al tempo stesso non perde mai la coscienza del suo carattere inumano.

Durante i viaggi transoceanici, per divertirsi, i marinai catturano un albatro, uccello marino dalla vasta apertura alare, e lo costringono a vivere sulla tolda della nave. Lì, tormentato dai marinai, l'albaro si muove in maniera goffa e ridicola, perché nato per volare.
L'immagine allegorica ha antecedente ne La ballata del vecchio marinaio di Coleridge, ma mentre in questo l'albatro aveva la funzione di messo divino, incaricato di annunciare la possibile conciliazione dell'uomo con la Natura, in Baudelaire, l'albatro è il poeta che, deriso dall'equipaggio, vive e opera in una condizione di marginalità.
Come l'albratro rappresenta il poeta, ammirato in volo e irriso a terra, così i marinai alludono al pubblico borghese, che non crede più nel ruolo guida dell'arte e della letteratura. Il poeta romantico sapeva che i suoi detrattori erano incolti, dediti solo all'utile pratico, incapaci di comprendere il valore formativo dell'arte. I poeti decadenti perdono questa relativa consolazione, si dichiarano provocatoriamente uomini comuni, perché così sono visti dagli altri. L'abatro si pone come una riflessione sul nuovo ruolo storico e umano del poeta.

L'associazione del poeta all'albatro richiama una celebre lirica dei Fiori del male: Il cigno, dedicata allo scrittore Hugo. Entrambi gli animali sono moderne allegorie, l'albatro mostra tutta la sua goffaggine una volta costretto a muoversi sul ponte di una nave, nel Cigno, l'animale che nella tradizione poetica era figura del canto poetico, viene trasportato in un ambiente ancor più innaturale, ovvero nelle strade parigine, dove bagna le ali nella polvere. Anche al cigno è negato il movimento verticale. Una volta a terra entrambi vivono una condizione di prigionia. Stretti tra ridicolo e sublime, l'albatro e il cigno di Baudelaire possono riconoscersi solo nelle immagini dell'esilio e di una sofferta marginalità.

Corrispondenze, Baudelaire, I fiori del male, P. 346:
manifesto della nuova poetica decadente. Il testo si pone come consapevole punto d'avvio di una nuova poesia, che rompe con la tradizione e indica la nuova sensibilità con cui avvicinare e conoscere il mondo. Dimensione del simbolo.
Tempio-natura: non hanno niente a che fare
I simboli parlano all'uomo, il poeta tende tende a qualcosa di irraggiungibile.
La Natura è uno strumento per accedere all'Assoluto.
Tenebre – luce: Ossimoro
Profumi freschi: sinestesia
Verdi – prati: Cromatismo
Dall'infinito alla natura
Ambra – cantano: sinestesia
Abbandonarsi a qualcosa di irrazionale.

Simbolismo di Baudelaire:
la Natura come foresta di simboli, che diventano patrimonio di misteriore 'corrispondenze' capaci di rivelare un'unità profonda, cui l'uomo può accedere rompendo il velo delle apprenze.

Baudelaire abbandona i modi della poesia romantica: non c'è autobiografismo. La voce lirica punta a spersonalizzarsi, proponendosi in una dimensione astratta ed assoluta, non legata a tempo o circostanza prcisi.
La Natura ed il mondo appaiono tramati da una fitta rete di rapporti segreti, tutte le cose risultano fuse in una profonda unità. Scelta di procedere per analogie e accostamenti, le corrispondenze, restituiscono l'aspirazione ad una verità assoluta.
Al centro della peotica e del nuovo linguaggio si pongono l'analogia e la sinestesia che sono strumenti conoscitivi che permettono al poeta di accedere al mistero delle cose. Le impressioni legate ai cinque sensi vengono incrociate tra loro. Gli echi ad esempio, dato uditivo, si confondono con i colori, dato visivo. I profumi acquistano dimensione spaziale.

Corrispondenze: relazione fra elementi della realtà, che si richiamano vicendevolmente a costituire una 'foresta di simboli'. Il compito della poesia è individuare e dare voce al senso recondito.

Spleen, Baudelaire, I fiori del male, Scheda:
Spleen: angoscia esistenziale.
Letteralmente: Milza (organo che fa capire quando no si è in sintonia con se stessi)
Fa parte della sezione Spleen e Ideale. Lo Spleen è uno stato di cupa, di noia e di disgusto della vita. Il termine inglese significa 'milza': si riteneva quest'organo sede della cupezza melanconica.
Quando: serie di temporali
Luce nera triste: ossimoro
Speranza: personificazione
Come: similitudine
Ragni: pericolo silenzioso, ragnatele nei nostri cervelli
Furiosamente – campane: scattano è la principale, scatto di vita
Urlo atroce: tentativo di urlare la propria disperazione.
Verso 21-23: u = lentezza del corteo funebre, non c'è tamburo, musica, è dentro l'anima
Speranza: personificazione, è vinta, piange
Angoscia: personificazione
Versi 24-25: l'Angoscia è padrona di me che sono solo uno scheletro su cui può imporre la sua signoria attraverso la bandiera nera

Senso di angoscia, di malattia dell'animo.
Cupo descrive l'animo in preda allo smarrimento assoluto. Il cielo opprime come un coperchio. Difficoltà respiratoria. Una luce nera lo assorbe e fagocita tutto l'orizzonte, non c'è via di fuga, 'agorafobia', mancanza d'aria.
La Terra è come un carcere umido. La Speranza non c'è più, è come un pipistrello incarcerato. La pioggia imita cone le strisce verticali le sbarre della prigione.
Temporali che segnano smarrimento, paura, terrore.

E' costruita su due ordini paralleli di immagini che rimandano l'uno all'altro e che riguardano rispettivamente il mondo esterno e la dimensione interiore del poeta.
Il mondo esterno è caratterizzato da un paesaggio autunnale livido e tetro: il cielo basso che grava come un pesante coperchio sulla città, versando una luce nera più triste della notte. La terra trasformata in un'umida cella; la pioggia, le cui strisce imitano le sbarre di una prigione. La dimensione interiore del poeta è rappresentata invece, da una serie di figurazioni allegoriche: la Speranza che come un pipistrello sbatte le ali contro i muri della cella, un popolo muti di ragni infami che tende le sue tele al fondo del cervello, lughi cortei funebri che sfilano nell'anima. L'Angoscia pianta il vessillo nero sul cranio piegato del vinto.
E' tra le mura della terra umida trasformata in prigione che si agita la Speranza-pipistrello. Il clamore atroce delle campane si colloca in una zona incerta, tra realtà esterna e la dimensione soggettiva del poeta.

Metafore tra dati del mondo oggettivo e stati d'animo soggettivi:
Terra – Cella
Speranza – Pipistello
Pioggia – Prigione
Campane – Gemiti di spiriti erranti
Spleen – Cortei funebri
Angoscia – Feroce vincitore
Speranza – Vinto che piange

La tensione sale progressivamente, divenendo intollerabile, sino ad un punto di rottura, che si colloca nella penultima strofa: il clamore delle campane che si lancia verso il cielo rappresenta l'esplodere della crisi d'angoscia. Poi si ha una forma di rilassamento della tensione, che non è però liberatorio: dopo la crisi, l'io piomba in uno stato di totale depressione.
Nasce la scuola del Decadentismo francese, si rifanno a Baudelaire.

Paul Verlaine
Nasce a Metz nel 1844. Manifesta un temperamento instabile ed irrequieto. A 18 anni inizia a bere. Si trasferisce a Parigi e frequenta scrittori e poeti, la sua vita diventa sempre più disordinata, la morte del padre e della cugina lo spingono ancora all'alcolismo. Le prime soddisfazioni in ambito letterario sono Poemi saturnini (1866) e Feste galanti (1869). Nel 69 si innamora di Mathilde Mautè de Fleurville, la sposa e hanno un figlio, ma poi riprende a bere. Dalla provincia riceve otto poesie e una lettera di un giovane poeta che gli chiede di aiutarlo: Arthur Rimbaud. I due stringono un rapporto intenso e torbido, che distrugge la famiglia di Verlaine. E' un rapporto conflittuale, Verlaine cercherà di uccidere Rimbaud. Viene condannato a due anni di reclusione. Escono: Romanzi senza parole e Saggezza. Cresce la sua fama di poeta. I suoi libri: Cose lontane, cose recenti; Parallelamente; I poeti maledetti. Muore nel 96 a Parigi in seguito ad una polmonite.

Seguendo l'esempio di Baudelaire, lavora alla pregnanza dell'immagine. Le sue poesie hanno al centro musicalità dei versi: 'Musica sovra ogni cosa' sono le parole con cui apre la sua poesia L'Arte poetica. La musica è il linguaggio universale si sottrae a contenuti certi, 'parla senza dire'. La parola poetica rifiuta l'eloquenza e tenta di raggiungere e scoprire il senso profondo delle cose. Nuova centralità dell'immagine e della musica. Evita la subordinazione, utilizza assonanze e allitterazioni.

L'Arte poetica, Verlaine, Allora e ora, P. 350:
scritta nel 74, fornisce un autentico manifesto poetico, nel quale illustra i principi guida della sua poesia ed introduce alcuni elementi che anticipano l'esperienza simbolista.

Nuova poetica: Verlaine affida ad alcuni versi posti in posizione strategica, la sintetica esposizione dei canoni della nuova poesia. Verso 1 – 21 – 25 – 29 – 36.

Dal verso iniziale questa lirica rivela la sua natura programmatica: posa i pilastri che reggono la nuova poesia, dalla ricerca della musicalità al rifiuto dell'eloquenza e della sistematicità limitante della rima, ma sancisce la rottura con la tradizione prevalente della poesia francese e determina il distacco dai parnassiani, con i quali Verlaine aveva dimostrato affinità all'inizio della sua carriera poetica. L'invito a preferisce il 'ritmo impari' scardina le simmetrie di una tradizione poetica che aveva invece privilegiato i versi pari.
Ricerca della 'canzon grigia', definizione che associa l'aspetto musicale a quello cromatico, delimita uno spazio in cui 'l'incerto si unisce al preciso' e in cui dominano la parola allusiva e la sfumatura. La nuova poetica tende ora e sempre a trasformarsi in musica.

La celebre lirica fu scritta mentre l'autore era in carcere in Belgio. Il titolo richiama l'analogo poemetto in cui il poeta latino Orazio aveva esposto caratteri (contenuti e forma) adatti alla poesia. Quel componimento di orazio era stato assunto, nei secoli, come la migliore sintesi della visione classicista del poetare; ora Verlaine riscrive, per così dire, le regole della poesia.

La nuova poesia breve deve preoccuparsi in ogni istante di essere musicale, per poter trasportare i lettori nel regno dell'immaginario. L'esigenza musicale prevale persino sulle immagini e sui simboli;
La poesia deve escludere l'uso troppo orecchiabile della rima (ancor apprezzata dai poetiparnassiani): il rispetto della rima finisce per limitare la ricerca espressiva e musicale del poeta. Al monotono gioco delle rime sono preferibili l'assonanza e l'allitterazione. Tuttavia Arte poetica lascia spazio anche alla rima: dunque non si tratta di eliminarla, ma di farne uso più dinamico e fantasioso.
La poesia deve affidarsi a significati sfumati e complessi, non univoci. Verlaine raccomanda le sfumature (nuances), che meglio dei colori o delle loro contrapposizioni, possono esprimere atmosfere di sogno e dolci armonie spirituali; La poesia deve torcere il collo a ogni eloquenza: deve eliminare ogni retorica declamatoria e ogni messaggio ideologico, per farsi pura suggestione ed evocazione di atmosfere.

Arthur Rimbaud:
nasce a Charleville, nelle Ardenne nel 54. Il padre abbandona la famiglia. A scuola è inizialmente brillante, ottiene premi per le sue composizioni in latino e stringe amicizia con l'insegnante di francese Izambard, che gli trasmette le idee repubblicane e la conoscenza dlle novità poetiche: Baudelaire, poeti parnassiani, Verlaine.
Nel 70 crolla l'Impero Napoleonico, la vista di un soldato morto provoca nel giovane un trauma che porta alla luce la sua ribellione. Comincia a scirvere poesie, imbratta i muri di bestemmie, litiga con la madre. Nel 71 scrive La lettera del veggente e Il battello ebbro. Spedisce alcune liriche a Verlaine, il quale, colpito, lo invita a Parigi. Nasce un'amicizia torbida e burrascosa. Fuggono insieme in Belgio, vivono dando alcune lezioni e chiedono denaro alla madre di Verlaine. Rimabud, ferito dall'amico durante una lite, pubblica Una stagione all'inferno. A Stoccarda incontra di nuovo Verlaine, che cerca di convertirlo alla fede cristiana ritrovata in carcere. Rimbaud gli consegna il manoscritto delle Illuminazioni e da qui non scrive più nulla.
In Olanda si arruola nell'esercito. A Brema lavora in un circo. Lavora come capocantiere a Cipro. Diventa mercante di pelli e caffè. Nel 91 gli viene un cancro al ginocchio, muore a Marsiglia nel 91, assistito dalla sorella Isabelle.

Sostiene la necessità di un 'lungo, immenso e ragionato disordine di tutti i sensi' condizione indispensabile della poesia. Il poeta deve esplorare tutte le forme di amore, sofferenza, pazzia, se vuole raggiungere la verità nascosta dietro le cose. Per coglierla e comunicarla è necessario inventare un linguaggio nuovo che esprima l'ineffabile. L'immagine si pone come strumento assoluto di una conoscenza percepita con intuizione e illuminazione. La parola si fa assoluta. Attravero la frase 'Io è un altro' celebra la rinuncian alla soggettività romantica e afferma la potenza della parola.

Sotto il titolo di Poesie, gli editori raccolsero le composizioni in versi di Rimbaud. Verlaine raccolse e ricopiò le poesie del compagno e ne pubblicò alcune prima ne I poeti maledetti e poi ne fece uscire un'edizione monografica. L'ordine della disposizione è cronologico. Le Poesie partono da un'iniziale accettazione del Parnassianesimo e lentamente se ne discostano, fino a rifiutarlo del tutto. C'è una specie di impulso distruttivo sempre sul punto di esplodere.

Il battello ebbro, Rimbaud, Poesie, P. 355:
solitudine del battello che nel viaggio è solo. Composta a Charleville nel 71, chiude la raccolta di Poesie. Immagina il lungo percorso di un battello alla deriva lungo un fiume che va verso il mare. Il viaggio-naufragio è un'esperienza interiore che attinge alle zone più profonde e misteriose dell'io attraverso la pratica del 'disordine dei sensi'.

L'io-battello nel Poema-Mare: l'io-battello si immerge e si perde nel poema-mare. Come altrove, nella poesia decadente, i confini tra soggetto ed oggetto si allentano fino a perdersi del tutto.

Rimbaud raffigura se stesso in cinque macrosequenze:
1. la liberazione del battello che va dai fiumi al mare
2. le sue prime peripezie e l'ebbrezza della libertà
3. la perdita del timone, che rende questa libertà assoluta e definitiva
4. l'esplodere delle visioni che trasformano il mare nello spazio dei sogni
5. il progressivo disfacimento dello scafo, la sazietà dell'avventura, la percezione del fallimento nel rifiuto della navigazione e dell'approdo
Rimbaud intende esplorare il proprio universo interiore. Dominano le descrizioni sensibili di ciò che egli vede, ode, tocca, prova, eppure la navigazione in orizzontale del battello è essenzialmente un viaggio in veriticale verso le profondità dell'inconscio. Il battello è 'ebbro' cioè libero dai freni razionali della logica. Le strutture del battello-Rimbaud rischiano in ogni momento di cedere. Il poeta desidera la sicurezza di uno spazio familiare. I nuovi significati della poesia tendono a passare dal piano emotivo a quello teorico mistico: matura la coscienza che in questa navigazione verso l'Assoluto, non può esserci approdo. L'unico risultato possibile è il naufragio che inabissa l'uomo in uno spazio surreale, popolato da creature fantastiche e mostruose, in cui gli unici assenti sono gli uomini, ridotti a cadaveri illividiti.
Estratto del documento

Leggere: a partire dagli ultimi decenni del secolo, si assiste ad una decelerazione economica: l'eccesso di beni

favorito dalla libera circolazione delle merci e l'intervento degli USA, sono alla base di una sterzata in senso

protezionistico di molti Stati europei, indotti a difendere le proprie industrie, scoraggiando le importazioni. Vi

è anche la tendenza delle imprese più forti ad inglobare le più piccole, con la conseguente concentrazione

della ricchezza nelle mani di pochi.

Diventa pressante l'esigenza di procurarsi materie prime a buon mercato. GB, Francia e altri paesi avviano

una politica imperialistica. L'Italia, unificata da poco verso la fine del secolo, si avvia con difficoltà alal

conquista dell'Etiopia. La politica imperialistica adottata dalle principali potenze europee negli ultimi decessi

dell'800, registra una netta tendenza all'autoritarismo e ai nazionalismi.

La crisi di fine secolo in Italia è contraddistinta dagli scontri di piazza e dalla loro repressione violenta ad

opera dell'esercito. Il Novecento si apre con l'assassinio a Modena del re Umberto I, per mano di un

anarchico e con Giovanni Giolitti chiamato a guidare l'Italia.

Gli intellettuali sono consapevoli di trovarsi a vivere in un'epoca in cui la rapidità delle trasformazioni e la

velocità delle tecnologie, influenza i ritmi dell'esistenza. Ne derivano atteggiamenti di rifiuto o di esaltazione

del cambiamento.

Nella seconda metà dell'800 il ruolo della città diventa centrale, in esse si fa la storia, fatta dalle masse e

focalizzata sul presente. Ci sono forti contrasti: la moltiplicazione dei rapporti tra estranei equivale ad una

perdita di reale contatto; il prodursi di costanti novità ne annulla l'effetto. Insieme alla novità nascono allora

la noia, l'indolenza, che diventano i nuovi demoni della poesia. Accanto alla flanerie, il camminare svagato

nella metropoli, si definisce uno stato di insoddisfazione cupa e malincolinca con il nome di Spleen

(malessere).

I decadenti sono lontani dalla società, hanno alti e bassi, destano scandalo. Sono depressi cronici, non

vengono accettati. Depressione paragonata ad un coperchio sulla testa che non permette di respirare. Se ne

fregano del 'materiale', vivono in soffitte fredde e ghiacciate, muiono quasi tutti giovanissimi.

L'alta concentrazione demografica impone la cura costante delle condizioni igieniche e si verifica un sensibile

miglioramento della qualità della vita: lo sviluppo urbanistico non è più lasciato al caso, ma gestito. Le

capitali europee diventano vere e proprie metropoli. Nel 1863, a Londra, viene realizzata la prima linea di

trasporto sotterraneo del mondo, l'Underground. Parigi è la città simbolo delle trasformazioni, è la Ville

Lumiere, ovvero città-luce, simbolo di progresso. L'ampiezza dei nuovi boulevards suscita agorafobia,

malessere di fronte agli spazi vuoti. Tra i maggiori interpreti della condizione di disorientamento provocato

dalla città, Baudelaire descrive in un poema in prosa, Lo Spleen di Parigi le sensazioni procurategli da strade

e folla. Anche in Italia cambiano le città più grandi alla ricerca di prestigio, funzionalità e ordine.

Città: cortocircuito di sensazioni, non c'è più la Provvidenza.

Poeti maledetti: abbracciano il misticismo senza Dio = tendono al 'divino', negando la divinità. Infinito ed

assoluto di cui sentono la mancanza che nega la religione. Vogliono infrangere il fenomeno per arrivare al

noumeno.

Moderno/Modernità: forme di pensiero tipiche della società industriale successiva alla Rivoluzione francese e

alla nascita del mercato.

Nella seconda metà dell'800, si ha l'egemonia culturale della Francia: da qui Naturalismo e Decadentismo si

impogono in Europa. Da qui parte il rinnovamento delle arti figurative, col l'Impressionismo, col Divisionismo,

con Gaugin, Cezanne. Nuove sono anche la musica, la scultura e l'architettura, che scopre il ferro ed il vetro:

la Tour Eiffel è emblema della modernità che dilaga. Gli artisti si uniscono per creare qualcosa di innovativo.

Sono uniti da rottura e trasgressione.

Il 26 maggio 1883, su 'Il gatto nero' esce Languore di Verlaine, che inizia con una quartina considerata la

sintesi di ciò che gli intellettuali di fine 800 pensano del proprio tempo. Il poeta non denuncia la crisi, accetta

lo status quo, operando un'autocritica che assume i connotati di un riconoscimento di responsabilità. Non

accusa, ma si accusa e al tempo stesso compiange la sua arte vana, incapace di arrestare il declino. Dalle sue

parole emerge sfiducia, un senso dell'ineluttabile che registra il distacco tra intellettuale e società, tra arte e

vita. I decadenti, consapevoli della loro diversità/modernità, non vogliono essere maestri, cercano e talvolta

subiscono, l'isolamento, la reclusione, il discordine di una vita trasgressiva. Il termine decadenza diventa

l'espressione ideale per definire un'epoca di contrasti: riferita alla società che appare 'malata' e in aperta crisi,

o alla cultura che ad essa vorrebbe contrapporsi. Conferma ciò il titolo della rivsta francese 'Le Decadent'

fondata nel 1886.

Utilizzano molto la Sinestesia: due termini che appartengono a due piani sensoriali differenti (es. Urlo Nero),

in chiave simbolica, per andare al di là di ciò che appare (Noumeno).

I contorni cronologici del Decadentismo sono sfumati:

1. non sono chiare le linee di demarcazione rispetto al Romanticismo;

2. non è accertata la sua conclusione.

Il termine Decadentismo è utilizzato soprattutto dalla critica italiana, all'estero si utilizza Parnassianesimo,

Simbolismo, Estetismo, che in Italia valgono come sottocategorie del Decadentismo.

Simbolismo: corrente letteraria che parla attraverso i simboli, nelle poesie ci sono solo simboli.

Estetismo: fa del bello il tutto, gusto estetizzante. Vita all'insegna del bello, culto del bello, superamento di

banalità e massa che è mediocre.

Simbolismo ed estetismo sono in contro senso.

Parnassianesimo: riportare la poesia al Parnaso, monte sacro al dio Apollo, movimento in reazione all'eccesso

sentimentale del romanticismo, esalta riserbo e impersonalità. L'arte non deve essere utile, il suo scopo è la

bellezza.

Il Decadentismo si muove nella dimensione dell'irrazionale:

l'estetismo, la sensualità, la ricerca dell'Assoluto, il rifiuto del Positivismo lo caratterizzano. Fa centro

sull'immagine e sulle corrispondenti figure retoriche (metafora, simbolo, analogia, sinestesia). Il

Decadentismo sposta l'asse dell'attenzione dall'oggetto (il vero o dato positivo), su cui si muoveva il

Positivismo, al soggetto, ciò implica una più dilatata e profonda percezione di sé: i cinque sensi, diventano

canali privilegiati di conoscenza. Vi è un confronto con l'esperienza romantica. Gli artisti moderni, rispetto al

modello romantico, sentono di non avere più niente da insegnare, perché il pubblico li ignora e deride ed il

loro sguardo è rivolto altrove, non alle dimaniche sociali, ma spirituali. Si moltiplicano i discorsi metaletterari,

le riflessioni estetiche, viene esaltata la componente irrazionale di arte e musica.

Oscillando contraddittoriamente tra l'idea dell'artista veggente, che coglie per folgorazione la Verità oltre il

reale, e la teoria del massimo controllo formale, i decadenti si disconstano dall'ideale romantico del poeta-

vate, senza però negarlo del tutto: l'artista è ancora un profeta, ma è un profeta inascoltato, depositario di

verità soggettive, poetiche, simboliche.

Misticismo senza Dio. L'immagine è più importante di tante parole, colori e musica sono poesia.

Si supera l'esperienza romantica, si arriva all'irrazionale.

Gradualmente il poeta, il pittore, il romanziere cessano di rappresentare e rilanciare miti e ideali della

borghesia: la funzione stessa dell'arte nella nuova società delle merci e del consumo viene rimessa in

discussione. L'artista tra la folla non è più riconosciuto come guida e maestro ispirato. Nasce così la necessità

di un riscatto.

L'artista tende ad accentuare la propria posizione di dissenso o addirittura di rifiuto delle opinioni correnti. Il

suo rapporto con il lettori diventa sempre più spesso polemico e provocatorio. L'artista arriva ad esprimersi

con disprezzo nei confronti del pubblico e della mediocrità industriale, che consepisce la creazione artistica

sempre più come prodotto di massa per la massa.

L'intellettuale sembra destinato a diventare eccentrico. Tra gli esiti di questo mutamento annoveriamo anche

le maschere apparentemente più superficiali dell'intellettuale moderno: quella del dandy e dell'esteta,

corrispondendi ad una modalità di vita che si consuma volutamente in solitudine e nel culto della bellezza

più raffinata.

Confronto Romanticismo Decadentismo

Ruolo artista Poeta vate; letteratura di impegno Poeta veggente; letteratura come via di accesso

civile; artista come modello e all'Assoluto; artista irregolare e 'maledetto', che cerca

maestro di moralità e valori l'isolamento e la trasgressione.

collettivi.

Presupposti filosofici Importanza della Storia e Centralità dell'intuizione e impossibilità dell'esperienza di

dell'esperienza; dualismo bene- fronte al frenetico progresso tecnologico; affermazione

male, moralità-immoralità nell'arte; della compresenza degli opposti e rifiuto della categoria

unità dell'individuo. morale in favore di quella estetica nell'arte; molteplicità

dell'individuo e scoperta dellinconscio.

Strumenti espressivi Fiducia nel linguaggio e nelle sue Rifiuto del linguaggio tradizionale e ricerca di un nuovo

possibilità comunicative; centralità strumento comunicativo dal carattere elitario; centralità

del sentimento; affermazione del della sensazione; affermazione del romanzo psicologico.

romanzo storico.

Estetismo

Nella seconda metà dell'800 si diffondono moda e atteggiamento eccentrici con il nome di Dandismo. Il

dandy ricerca e ostenza un'eleganza stravagante, provocatoria, per isolarsi e distiguersi, per affermare uno

stile di vita basato sul rifiuto dell'utilitarismo borghese. Baudelaire riteneva si dovesse riconoscere nel

dandismo un fenomeno di opposizione e di rivolta inteso a combattere la mediocrità del gusto di massa.

Affine al dandy, ma legato all'ambito letterario o intellettuale è l'esteta. L'Estetismo è l'atteggiamento di chi

considera fondamentali i valori estetici e fa coincidere il culto della bellezza con l'essenza stessa della vita.

L'Estetismo è una componente fondamentale del Decadentismo.

Huysmans fu il primo ad avere questo atteggiamento, era condannato ad una vita modesta da burocrate al

Ministero degli Interni. Coltiva sfrenate aspirazioni estetiche nell'arte. Il suo romanzo Controcorrente è un

manuale dell'Estetismo decadente. Anche Oscar Wilde, scrittore e romanziere, afferma che 'l'arte è più

importante della vita'.

Il culto della bellezza va al di là di ogni implicazione morale e garantisce una fascinosa superiorità.

Dandy/Dandismo:

in origine: ideale estetico e di comportamento modellato su una figura storica: George Bryan Brummel,

aristocratico dai modi estremamente raffinati.

Per derivazione: atteggiamento sociale e culturale di chi, proponendosi come cultore del bello in contrasto

con una realtà giudicata mediocre, indulge in pose provocatorie, stravaganti ed esasperatamente raffinate.

Altra maschera è quella del Flaneur. Il Flaneur è colui che passeggia per le strade della città coltivando

emozioni, cercando associazioni, ricamando pensieri.

Poesia nel Decadentismo:

la seconda metà dell'800, presenta in Francia due correnti poetiche fondamentali: il Parnassianesimo e il

Simbolismo. Ma anche esperienze individuali di: Baudelaire, Rimbaud, Verlaine. Nel caos delle città i poeti

vedono scritto il disordine interiore dell'uomo moderno, da questa condizione traggono spunto per una

diversa, più completa e struggente conoscenza di sè e della vita. La figura chiave è quella di Baudelaire.

Baudelaire, Verlaine e Rimbaud rappresentano la fase lirica del Decadentismo francese.

Il Parnassianesimo (nome da Parnaso = Montagna delle Muse, ispiratrici di poesie) deve il nuo nome ad

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