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Sintesi
Introduzione Decadentismo - Tesina


Questa tesina descrive il decadentismo. Argomenti tesina maturità: in Filosofia Friedrich Nietzsche, in Scienze sociali Sigmund Freud, in Italiano Gabriele D'Annunzio e in Inglese Oscar Wilde.

Collegamenti

Decadentismo - Tesina


Filosofia - Friedrich Nietzsche.
Scienze sociali - Sigmund Freud.
Italiano - Gabriele D'Annunzio.
Inglese - Oscar Wilde.
Estratto del documento

filologia classica a Bonn e a Lipsia sotto la guida di Friedrich

Ritschl, che gli procura una cattedra di lingua e letteratura

greca all'Università di Basilea, dove insegna per dieci anni,

fino al 1879 (qui conosce Richard Wagner diventandone

presto amico ). La nascita

Nel 1872 Nietzsche pubblica il suo primo libro,

della tragedia (respinto dall'ambiente accademico) . I

Umano, troppo

rapporti con Wagner si deteriorano e in

umano, scrive il suo distacco da Wagner e da

Schopenhauer. La gaia scienza

Nel 1882 pubblica dove si legge la

speranza del filosofo di insegnare all'umanità la strada

verso un nuovo destino. Nello stesso anno si innamora

ingenuamente di un’emigrata russa, Lou Salomé che però

respinge la sua proposta di matrimonio. Tra il 1883 e il

Così parlò Zarathustra Al di là del

1884 scrive e nel 1885

bene e del male. Nel 1889, mentre si trova a Torino,

Nietzsche è colto da un’attacco di pazzia , che lo porterà a

vagare da una clinica all’altra , fino a quando troverà la

morte a Weimar , nel 1900.

Dal punto di vista del pensiero filosofico possiamo

suddividere la sua vita in tre periodi : nel primo, delle opere

La nascita della tragedia,

giovanili , in cui scrive egli risente

dell’influsso irrazionale di Shopenhauer e dell’innovazione

musicale di Wagner; nel secondo, detto illuminista, del

pensiero genealogico o decostruttivo avviene la rottura dai

La Gaia

modelli iniziali e l’annuncio della Morte di Dio , ne

Scienza ; il terzo è caratterizzato dalla filosofia dell’eterno

ritorno e vede la nascita di una nuova prospettiva, quella

dell’Oltreuomo , annunciata dal profeta Zarathustra, in cui

Nietzsche s’identifica. 5

DIO è MORTO Gaia Scienza,

In un celebre passo della un folle , annuncia

al mercato che Dio è morto . Il responsabile di questo

delitto è l’uomo, che ora è come smarrito : non c’è più un

sole al centro dell’ universo , e dunque l’uomo rischia di

cadere nel baratro di una notte sempre più lunga. Secondo

l’interpretazione di Martin Heidegger, la morte di Dio è una

grande metafora che indica la morte della metafisica

platonico-cristiana, in cui Nietzsche individua la principale

causa della crisi occidentale. La metafisica, nata con

Socrate e affermatasi con Platone, insieme alla religione

cristiana , hanno mirato alla svalutazione del mondo

terreno , considerato inautentico e hanno posto la realtà

nel mondo metafisico, nell’adilà . L’anima è stata esaltata a

scapito del corpo , che è stato mortificato , così come tutti

gli istinti , le pulsioni , la vitalità insita all’essere umano per

natura ; il senso dell’esistenza è stato posto al di fuori

dell’esistenza stessa ; è stata creata una morale che dice

“no” alla vita , una morale della rinuncia. Tutte queste

grandi costruzioni del sapere tradizionale, dai principi della

metafisica, dell’arte e della morale , ai valori della società,

alle norme della condotta degli individui e dei gruppi

umani, consentono di rendere sopportabile la vita, cioè

sono gli strumenti fondamentali con cui l’uomo ha cercato

di raggiungere il piacere e di fuggire dal dolore. Strumenti

che hanno consentito all’uomo di sopravvivere, ma che

sono stati mascherati da Verità, mentre non erano altro che

menzogne e illusioni. Per Nietzsche, il tempo di questa

metafisica, della morale e dei valori supremi che ne

derivano (di Dio, della Verità e del Bene) è giunto al suo

termine . Tali valori sono crollati , e Nietzsche s’identifica

nel loro distruttore , insieme a tutti gli altri uomini che però

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sono ancora inconsapevoli di ciò che è accaduto.

L’annuncio della morte di Dio rivela quindi non solo la

morte della metafisica, ma anche l’assenza di ogni

fondamento. Slegato da ogni valore trascendentale, l’uomo

vive una condizione che Nietzsche definisce nichilismo

passivo , in cui tutto sembra privo di senso: l’uomo vive e

sperimenta il vuoto dei valori . Di fronte a tale condizione di

dissolvimento, due sono gli atteggiamenti possibili: l’uomo

metafisico si rifiuta di prendere atto del vuoto e tenta di

nasconderlo con travestimenti religiosi, politici, morali, per

non cadere vittima dell’angoscia. Il secondo atteggiamento,

è quello di colui che prende atto della morte di Dio e

s’impegna a costruire un uomo nuovo : tale impegno si

traduce nel nichilismo attivo , cioè nell’apertura di una

nuova epoca, che sarà caratterizzata dal dire “sì” alla vita e

dall’Oltreuomo , il cui avvento è profetizzato da

Zarathustra. Il passaggio dall’uomo all’oltreuomo si

verificherà quando sarà accettato e voluto l’eterno ritorno

di ogni cosa uguale a sé stessa ;l’idea di eterno ritorno, è

un atto pratico, una decisione, che deve essere presa

dall’uomo, e in base alla quale ,l’uomo si trasforma in

oltreuomo . Egli, attraverso l’accettazione incondizionata

dell’essere, estesa anche a ciò che è già stato, afferma la

propria volontà sul passato e sul futuro , dando così ad ogni

attimo il suo significato in sé stesso e non in relazione al

passato e al futuro. L’eterno ritorno, non è una struttura

metafisica, ma un nuovo modo di essere dell’uomo e del

nuovo mondo ancora da costruire. Viene abbattuta , con il

concetto di eterno ritorno , la linea temporale cristiana, in

cui “ogni attimo è un figlio che divora il padre, cioè il

momento precedente , ed è destinato a sua volta ad essere

divorato” (Gianni Vattimo, Introduzione a Nietzsche,

capitolo secondo). In tale struttura temporale non può

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esserci felicità, poiché nessun momento possiede in sé una

pienezza di senso. Zarathustra contrappone alla linearità

una visione temporale ciclica, poiché determinata appunto

dall’eterno ritorno dell’eguale .

L’OLTREUOMO Zarathustra parla dell’uomo

come di “una corda tesa tra

l’animale e il superuomo” , cioè

un anello mancante , un

passaggio intermedio tra la

scimmia e l’oltreuomo: questa è

l’unica caratteristica positiva

che gli viene attribuita. L’ultimo

uomo , si configura nel prodotto

<<Vedete, vi insegno il superuomo: lui è

questa folgore,questa follia!>> della massificazione e della

morale cristiana , un impasto di ipocrisia e conformismo, un

uomo emblema dell’appiattimento sociale. L’Oltreuomo che

Zarathustra vuole insegnare, è l’antitesi dell’ultimo uomo ,

il suo opposto : è colui che rappresenta un nuovo tipo di

umanità, che non cerca di proteggersi dal divenire, dalla

vita, ma ne è l’accettazione incondizionata. L’Oltreuomo, a

differenza dell’uomo cattolico, sa che la vita è anche orrore,

caos e dolore, ciò nonostante, non si ritrae, non fugge da

essa inventando una vita migliore nell’aldilà, e nemmeno

cerca nell’ascesi una via di liberazione dalla vita, come

aveva proposto Schopenhauer, ma la accetta e la ama

gioiosamente. Egli esprimerà la rinascita e la liberazione

dello spirito Dionisiaco, dell’ebbrezza , del caos, delle

passioni , degli istinti terreni e naturali , che non saranno

più soffocati sotto la patina della razionalità. Egli si

dissocerà dai deboli, dai mediocri, contrapponendo al “TU

DEVI!” l’”IO VOGLIO!”, che ha come scopo la felicità.

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Zarathustra cita tre metamorfosi dello spirito. In principio lo

spirito tollerante è cammello : esso si inginocchia a terra e

si sobbarca i pesi, mortificandosi , e seguendo il “tu devi!”,

s’incammina nel deserto. Nel deserto avviene la seconda

metamorfosi: lo spirito diventa leone, poiché vuol essere

signore nel suo deserto e seguire l’”io voglio” ,

conquistando la libertà; per farlo però, egli deve

combattere con un drago, (il “tu devi”) , dicendogli “No”,

annientandolo e prendendosi la libertà di creare valori

nuovi ; ma il leone è incapace di crearli. Solo diventando

fanciullo, egli può creare attimo per attimo, nuovi valori,

dicendo un sacro “si” alla vita: questo fanciullo è

l’oltreuomo. Vattimo, profondo conoscitore di Nietzsche, è il

primo acuto osservatore che, partendo non solo dalla

contestualizzazione storica, ma anche dalla ricostruzione

filologica, contribuisce a depurare il pensiero nitzscheano

Il

dai non pochi fraintendimenti ideologici. Nel suo scritto “

soggetto e la maschera”, Vattimo propone di tradurre il

“Uebermensch”,

termine in Oltreuomo , anziché in

superuomo : infatti Nietzsche , intende con tale termine,

marcare la differenza tra questa nuova umanità e quella

tradizionale , e non intende invece fare riferimento ad una

qualche superiorità, a un essere umano dotato di qualità

migliori rispetto agli altri. Infatti, dare una definizione di

“superuomo” rischia di far cadere in un errore di fondo ,

intrinseco alla parola stessa , che esprime un’idea

superiorità e di dominanza, mentre è chiaro che ciò non era

nelle intenzioni del filosofo , il cui pensiero è stato male

interpretato e anche strumentalizzato da personaggi come

Gabriele D’Annunzio e Adolf Hitler. Nel contesto politico,

l’uso del termine superuomo riferito a Nietzsche è quindi

errato. Vattimo inoltre, vede nell’artista una “prima visibile

figura dell’oltreuomo”: l’artista è la forma più visibile

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dell’ultraumanità nella nostra cultura, se si considera l’arte

come un modello di attuazione di volontà di potenza. L’arte

infatti, è definita da Nietzsche come un “contro

movimento”rispetto all’ascetismo e al nichilismo , ma si

esclude però quel tipo di arte come catarsi, derivante dalla

filosofia aristotelica: l’arte non ha scopi quietivi, né morali ,

né razionali , l’arte è nient’altro che arte.

FREUD E IL DECADENTISMO

Sigmund Freud (1856-1939), elaborava,

contemporaneamente alle teorie di Bergson e Proust, la

psicoanalisi , e sceglieva come terreno d’indagine le

componenti irrazionali più oscure e misteriose della

personalità umana aprendo, con la pubblicazione del suo

libro “L’interpretazione dei Sogni” (1900), la strada per

analizzare il rapporto intercorrente tra l’agire umano e

l’inconscio. Freud, riprendendo un tema caro a Nietzsche,

indagherà sul meccanismo psicologico per cui l’uomo cerca

di ingannare se stesso : egli teorizzerà che alla base di

molti comportamenti apparentemente riconosciuti sotto la

morale, ci siano solo la repressione, il senso di colpa, la

sublimazione della libido. Freud s’inserisce pienamente

nell’irrazionalismo del tempo, ponendo come punto di

partenza e fondamento della dinamica della personalità la

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vita istintiva, l’Eros e il Thanatos, sostenendo che la sua

menomazione e repressione si traducano nel disagio della

civiltà. Poche sono state , oltre a quella freudiana, le teorie

del Novecento che hanno cambiato così profondamente

l’immagine dell’uomo e hanno suscitato tanto scandalo fin

dal loro apparire.

LA PSICOANALISI

Nata come terapia delle nevrosi, la psicoanalisi ha proposto

all’uomo un’immagine di sé nuova, sconvolgente e difficile

da accettare : essa costituisce una svolta radicale nel

campo delle scienze umane , poiché afferma che gran

parte della vita psichica si svolge nella sfera inconscia a noi

sconosciuta e misteriosa, governata da forze irrazionali e

spaventose.

Oltre ad essere una pratica clinica, utilizzata allo scopo di

creare chi soffre di nevrosi, la psicoanalisi si configura

come una scienza dell’inconscio, dotata di uno specifico

statuto teorico e di un proprio metodo .

Freud, (come Marx e Nietzsche), è un maestro del

sospetto : egli sospetta che la coscienza rifletta in modo

distorto tendenze e pulsioni inconsce , rimosse eppure

latenti, che operano nel profondo della psiche umana.

“L’Io non è più padrone in casa

Freud afferma che

propria” , ma è un campo di battaglia dove si scontrano

forze potenti in conflitto tra loro . La nascita della

psicoanalisi coincide con la concretizzazione del metodo

libere associazioni

delle : l’analista invita il paziente a

comunicare tutto ciò che gli passa per la mente senza

esercitare alcuna selezione o critica, ignorando qualsiasi

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tipo di censura, senza omettere nessun elemento anche se

ritenuto sgradevole, banale, assurdo, fuori luogo o privo di

senso. L’applicazione di tale metodo consentì a Freud di

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