Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Tesina d’Italiano-Storia anno scolastico 2006/2007
Indice :
Il decadentismo e il superomismo
Mappa concettuale
Biografia e foto di Hitler
Il Nazionalsocialismo
Hitler e il “Mein Kampf”
Lo Shoah
Primo Levi
Se questo è un uomo e la Tregua
Riflessioni personali
Valery de Bauyn
Tesina d’Italiano-Storia anno scolastico 2006/2007
2
La storia della letteratura italiana, attraversa un periodo nel quale,
gli intellettuali cominciarono ad avvertire un senso di distruzione,
d’insoddisfazione, di dissoluzione e di smarrimento, i critici
definirono questo periodo: “ decadente”.
Poiché coincise con una fase di crisi profonda della società europea
dell’ottocento, quando il rapido sviluppo industriale determinò, da
una parte, la corsa all'accaparramento dei mercati e delle colonie,
quindi i fenomeni dell'imperialismo e del nazionalismo esasperato,
e, dall'altra, finì con l'aggravare le condizioni di vita delle masse
popolari, rendendo più aspri e laceranti i conflitti di classe.
Il termine decadentismo quindi sta ad indicare un movimento
letterario sorto a Parigi durante gli anni settanta - ottanta, che fu
di diritto considerato, una seconda fase del romanticismo. Certo, il
decadentismo, ha una sua fisionomia specifica, ma per gran parte i
suoi aspetti salienti s’individuano già nel romanticismo. Gli aspetti
che più propriamente caratterizzano il nuovo clima decadente,
sono: l’irrazionalismo, il rifiuto della realtà e la fuga verso un
“altrove”.
Da ciò deriva la sensazione di vuoto e di mortale stanchezza dello
spirito, il gusto del malato e del torbido, il fascino morboso della
morte, cui si contrappone il vitalismo, l'esaltazione gioiosa della
vita, che si congiunge ad un edonismo sfrenato e al culto della
violenza sia collettivo (come nel caso della guerra) sia individuale
(come il mito del superuomo). Identica è tuttavia l'esigenza da cui
scaturiscono sia il vagheggiamento della malattia e della morte, sia
l'opposta affermazione della vita e della forza: è la tendenza ad
oltrepassare l'esperienza della vita quotidiana per attingere la zona
del mistero che si nasconde al di là delle cose.
3
Il decadentismo ideologicamente nega tutto ciò che afferma il
positivismo, anch’esso un movimento filosofico, culturale di
pensiero, nato parallelamente al decadentismo ma che cominciò ed
esaurirsi, facendo prendere il sopravvento alle tendenze decadenti.
I positivisti si basavano, infatti, proprio sullo studio di fatti concreti
come, la storia e la scienza, che si regolano sulla convinzione che
tutto ciò che esiste nel mondo sia regolato da leggi fisiche e
scientifiche, per questo, i positivisti hanno una forte fede nel
progresso. I decadenti al contrario, affermano che la vera realtà
delle cose non è quella che si mostra a noi, ma ciò che si vede è
soltanto il simbolo, attraverso in quale si nasconde una realtà
arcana, che secondo la loro ideologia soltanto l’artista può
comprendere, visto che tende verso il mistero e l’inconoscibile.
Infatti, nel decadentismo vengono privilegiati tutti gli stadi
dell’uomo che sollecitano l’irrazionale, come : il sogno. Fu proprio
per questo che la scoperta dell’inconscio, attorno alla fine
dell’ottocento, provocò una rivoluzione perché i positivisti
credevano di poter controllare l’uomo, ma ci sono cose, come la
follia, che dell’uomo non riesce a dominare.
Contemporaneamente, nasce anche la psicoanalisi che ha come
esponente più espressivo Sigmund Freud che con la sua prima
opera “l’interpretazione di sogni”, studia l’inconscio per dominarlo,
sotto un’influenza positivistica, mentre i decadenti istigano
quest’aspetto misterioso dell’uomo.
Nell’arte decedente, il poeta assume una funzione sacerdotale e di
poeta veggente, capace di spingere lo sguardo la dove l’uomo
comune non vede nulla. Proprio per questo motivo si rifiutano di
rivolgersi al pubblico borghese, ritenuto mediocre e volgare, e si
chiudono nella loro raffinatezza per salvare l’arte vera, l’aura divina
che li circonda; inoltre vogliono differenziare le loro opere da quelle
opere prodotte meccanicamente e destinate al mercato.
I temi predominanti nelle loro opere, sono gli stessi dai quali sono
affascinati cioè: la lussuria la perversità e la crudeltà, la sintassi che
usano e vaga e indefinita; perfino la metafora appare diversa da
come viene utilizzata in passato, infatti: esprime una visione
4
simbolica del mondo e si riferisce ai legami segreti che vi sono fra le
cose. Infatti tipico della letteratura decadente è l’attenzione verso
la psiche e specialmente verso i lati più oscuri della mente come: il
sadismo e il masochismo, attraverso i quali ricercano nuovi stimoli
per non cadere nella noia, la nevrosi infatti è per loro un tema
costante, che accostato alla malattia più in generale diventa
metafora di una crisi storica profonda, ma anche per certi versi
privilegiata, perché segno di distinzione dalla massa.
Nasce così la tipica figura del “poeta maledetto”, quel poeta
decadente che rifiuta le abitudini, le leggi, i valori della società
“normale” e che cerca nel male una via suprema di liberazione, per
pervenire l'annientamento della propria personalità, la sregolatezza
dei sensi e l'eccitazione data dall'alcol e dalla droga.
Tra i momenti privilegiati della conoscenza per i decadenti, vi è
soprattutto il periodo in cui l’arte ha dato origine ha una
sottocorrente del decadentismo: l’estetismo. Nell’estetismo, l’esteta
è colui che assume come principio regolatore della sua vita non i
valori morali come : il bene e il male, il giusto e l’ingiusto;ma solo il
bello, ed è esclusivamente in base ad esso che agisce e giudica la
realtà. 5
Il decadentismo mette in evidenza la crisi dei valori
risorgimentali e per questo che abbraccia tutto il periodo
storico che va dalla prima guerra mondiale fino alla fine
della seconda, attraversando dittature come : Fascismo,
Stalinismo, Comunismo e Nazismo. Profilando anche scenari
politici molto inquietanti, infatti tutta la prima metà del
novecento e stata dominata da forze razionali e oscure, da
personaggi proiettati verso progetti di guerra e di sterminio
di massa.
Valery de Bauyn
Tesina di Italiano-Storia anno scolastico 2006/2007
6
L’INFANZIA
Adolf Hitler nacque a Braunau am Inn, il 20 aprile 1889, in una
cittadina austriaca proprio al confine con la Baviera, allora regno
autonomo facente parte dell'Impero Germanico; la sua era una
famiglia piccolo borghese. Suo padre, Alois, era un modesto
funzionario delle dogane, spesso violento, mentre la madre, Klara,
faceva la casalinga. Hitler rifiutò il destino di
impiegato che il padre aveva progettato per
lui; si sentiva attratto dall'arte, in particolare
dalla pittura e dall'architettura, ma quando,
dopo la morte del padre tentò di iscriversi
all'Accademia delle Belle Arti di Vienna, la sua
domanda fu respinta per "scarse attitudini".
Nonostante ciò il giovane Hitler deciso a
tentare la fortuna, rimase a Vienna ma, non
avendo alcuna specializzazione, non riuscì a trovarsi un lavoro
stabile, vivendo fra il 1909 ed il 1913, poveramente spalando neve,
lavorando come manovale nei cantieri edili, oppure sfruttando la
sua abilità nel disegno, dipingendo quadretti raffiguranti le più note
vedute di Vienna, che alcuni suoi amici s’incaricavano poi di
vendere dividendone i guadagni con lui. E’ qui che iniziò a
interessarsi di politica e a condividere le idee di chi sosteneva che
gli ebrei fossero la causa di molti problemi della società. Nel
frattempo abbandonò l’Austria per vivere in Germania…
7
Partecipò alla prima guerra mondiale, combattendo nell’esercito
tedesco, fu ferito due volte in battaglia e alla fine della guerra,
quando era ancora ricoverato in ospedale per intossicazione, inizia
ad auto convincersi che la sconfitta della Germania era stata
causata dagli ebrei. Fu così che decise di
entrare in politica nel partito Tedesco dei
Lavoratori.
Grazie alla sua capacità di parlare in
pubblico, in poco tempo guadagnò
un’incredibile popolarità e fu allora che
decise di cambiare il nome del partito in
Partito Nazionalsocialista Tedesco dei
Lavoratori, presto abbreviato in Partito
nazista, del quale divenne il leader.
L’ASCESA DEL NAZISMO
L’otto novembre 1923, con l’aiuto dei membri del suo partito, Hitler
tentò di rovesciare il governo con un colpo di stato, ma il tentativo
fallì ed essi furono arrestati e condannati a cinque anni di carcere,
ma lui ne scontò solo otto mesi, durante i quali scrisse la prima
parte di Mein Kampf (La mia battaglia), l'opera in cui riassunse i
capisaldi dell'ideologia nazista, tracciando il suo progetto di
conquista dell'Europa. Le fonti intellettuali di Hitler erano alquanto
eterogenee e il nazionalsocialismo si presentava così più come un
conglomerato di idee dalle matrici più disparate che come
un'ideologia organizzata e strutturata. In Mein Kampf le istanze
nazionaliste e il progetto di una grande Germania che radunasse
tutte le genti di lingua tedesca trovavano una teorizzazione che ben
s’inseriva nel clima causato dalla disfatta della guerra: Hitler
propose infatti un piano di ampliamento del territorio nazionale,
giustificandolo con la necessità di allargare il Lebensraum ("spazio
vitale") per il popolo tedesco. Le altre nazioni dovevano
sottomettersi alla razza ariana, in virtù della sua conclamata
superiorità, destinata com'era a regnare sul mondo intero. Nemici
degli ariani secondo la sua ideologia, erano in primo luogo gli ebrei,
responsabili del disastro economico e della diffusione delle ideologie
marxiste e liberali. 8
Fu così che uscito di prigione, approfittò delle divisioni interne degli
altri partiti e della difficile situazione economica tedesca per
rivolgersi alla popolazione con parole semplici e soluzioni
immediate. I risultati arrivarono presto e il 30 gennaio del 1933
Adolf Hitler fu nominato cancelliere (cioè capo del governo) e
tra il 1933 e il 1939, riuscì a trasformare la Germania in una grande
potenza militare e politica: ricostruendo e riarmando le forze
armate, rioccupando i territori ceduti alla fine della prima guerra
mondiale e avviando una campagna per conquistare nuovi territori,
con un programma d’azione antidemocratico, imperniato sul
nazionalismo e sull’antisemitismo.
Valery de Bauyn
tesina di Italiano-Storia anno scolastico 2006/2007
9
Il nazionalsocialismo è una dottrina politica nata nel XX secolo è
affermatasi in Germania attraverso la dittatura ideologica e politica
del Partito nazionalsocialista. È intesa polemicamente a
condizionare il socialismo antindividualistico con l'elemento
nazionale come coscienza di purezza razziale, come solidarietà
all'interno e volontà di preminenza all'esterno. Questo poiché Hitler,
il fondatore del partito, vedeva come la fonte di tutti suoi valori, per
lui misticamente genuini, l'«anima della razza» e il «sangue» che
determinano secondo lui, per via misteriosa il carattere fisico e
morale di una persona. È per questo che dove quest'intima
connessione tra sangue e carattere viene meno si determina “un
caos culturale che porta alla rovina”. Fu proprio dalla coscienza dei
valori razziali che si sviluppo l’idea di liberare l'anima tedesca da
tutti gli influssi estranei, di rinnovare in codesto spirito tutte le
istituzioni, le scienze, le arti contaminate dell'ebraismo. Secondo i
nazisti, lo stesso cristianesimo doveva essere liberato dalla
sovrastruttura degli elementi ebraici perché riemergessero in primo
piano i valori nordici da esso accolti. In tale maniera si poteva
reintegrare una civiltà germanica genuina, imperniata sui due
supremi valori nordici, la «libertà» e l'«onore», sostanziata da una
religione veramente sentita, mistica.
In politica estera, il nazionalismo, fattosi Stato, dapprima lasciava
agire con cautela i diplomatici della vecchia scuola, limitandosi a
intrighi e putsch quali l'assassinio di Dollfuss in Austria (1934),
realizzando già così, però, rivendicazioni revisioniste in misura dei
cedimenti delle potenze e delle loro rivalità (rimilitarizzazione,