Concetti Chiave
- Il sonetto di Berni è una parodia che elenca i difetti della donna, contrapposto ai sonetti che esaltano le bellezze femminili.
- Berni utilizza un linguaggio simile a quello di Bembo e della lirica petrarchesca, ma lo rovescia, trasformando termini positivi in descrizioni negative.
- La struttura metrica del sonetto segue lo schema ABBA, ABBA, CDE, DCE, con l'uso frequente di enjambement per creare una narrazione fluida.
- L'intento parodistico è evidente nel confronto con il sonetto del Bembo, dove Berni ribalta i versi esaltanti in critiche sottili e ironiche.
- Il componimento dimostra una maestria letteraria, utilizzando l'arte stessa come mezzo per criticare e parodiare la tradizione letteraria esistente.
Descrizione della Donna
Chiome d’argento fino, irte e attorte
senz’arte intorno ad un bel viso d’oro;
fronte crespa, u’ mirando io mi scoloro,
dove spunta i suoi strali Amor e Morte;
occhi di perle vaghi, luci torte
da ogni obietto diseguale a loro;
ciglie di neve e quelle, ond’io m’accoro,
dita e man dolcemente grosse e corte;
labra di latte, bocca ampia celeste;
denti d’ebeno rari e pellegrini;
inaudita ineffabile armonia;
costumi alteri e gravi: a voi, divini
servi d’Amor, palese fo che queste
son le bellezze della donna mia.
Chiome canute, ispide, acconciate
senza alcuna abilità ad un bel viso dalla carnagione giallastra
fronte solcata da rughe, e guardandola io impallidisco
contro cui Amore e Morte spuntano i loro strali.
[Amore e Morte sono le due identità che, in un modo o nell’altro trionfano sempre sugli esseri umani,. Tuttavia, di fronte al volto della donna, essi devono cedere perché, metaforicamente, i loro dardi si spuntano. Questo succede perché la donna ormai brutta e vecchia, non riesce a far più innamorare nessuno e la Morte di fronte ad essa è impotente, dato che è come se fosse già morta]
occhi strabici
[“ vaghi” nel senso che si orientano in ogni direzione] di un bianco perlaceo sbiadito [forse come conseguenza delle lacrtime]
occhi che si distolgono da tutto ciò che non è uguale a loro [non sono capaci di fissarsi su ciò che è bello perché diverso da loro che sono brutti]
ciglia canute [color delle neve] e quelle dita, fatto di cui mi tormento,
e mani dolcemente grosse e corte
[le mani non sono affusolate ed eleganti, ma piccole, cicciottelle e quindi senza alcuna grazia]
labbra di latte [bianche, esangui], ambia bocca color celeste [livida, colore dovuto a carenza di ossigeno nel sangue per problemi all’apparato circolatorio o respiratorio; dunque, la donna non è in buona salute]
denti neri [ quindi cariati], pochi [la bocca è stendata] e traballanti;
indicibile e inudibile voce
Modi fare altezzosi e fieri; a voi tutti
innamorati, seguaci e servi del dio Amore, io rendo così note
le bellezze della mia donna.
Parodia del Sonetto
Il sonetto ha la forma metrica seguente: ABBA, ABBA, CDE, DCE. Esso è basato sull’enumerazione non delle qualità fisica, ma su i difetti della donna. Esso nasce come parodia di un sonetto del Bembo sullo stesso tema, ispirato a Lucrezia Borgia:
Crin d'oro crespo e d'ambra tersa e pura,
ch'a l'aura su la neve ondeggi e vole,
occhi soavi e più chiari che 'l sole,
da far giorno seren la notte oscura,
riso, ch'acqueta ogni aspra pena e dura,
rubini e perle, ond'escono parole
sì dolci, ch'altro ben l'alma non vòle,
man d'avorio, che i cor distringe e fura,
cantar, che sembra d'armonia divina,
senno maturo a la più verde etade,
leggiadria non veduta unqua fra noi,
giunta a somma beltà somma onestade,
fur l'esca del mio foco, e sono in voi
grazie, ch'a poche il ciel largo destina.
Confronto tra Berni e Bembo
Confrontando i due sonetti, si può notare che:
1) Berni riprende dal Bembo l’impostazione generale del sonetto che è basato sull’enumerazione analitica di quanto concorre alla descrizione dell’aspetto fisico della donna
2) Berni riprende dal Bembo, e più in generale dalla lirica petrarchesca, una buona parte del lessico come oro, perle, armonia, vaghi, scoloro, m’accoro, strali e altri)
3) Riprende anche l’enjambement presente quattro volte, rispettivamente nei versi 1/2, 5/6, 12/13, 13/14
4) All’interno della tecnica e delle scelte linguistiche il Berni rovescia in negativo quello che il Bembo scriveva di positivo e da questo nasce la parodia. Tuttavia il vero significato di alcuni versi non è di comprensione immediata, poiché il lettore necessita di una sosta per capire. Questo è il caso dei versi: “Chiome d’argento fino”, occhi di perle vaghi”, “inaudita ineffabile armonia”, . Altre espressioni giocano sull’ambiguità. “ond’io m’accoro”, “costumi alteri e gravi”.
In sintesi si può dire che il componimento dà prova di una grande capacità di composizione letteraria, come se lo scrittore volesse opporsi alla letteratura, ricorrendo alle armi della letteratura stessa.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del sonetto di Berni?
- Come si differenzia il sonetto di Berni da quello di Bembo?
- Quali elementi stilistici Berni riprende dalla lirica petrarchesca?
- Qual è l'effetto della parodia di Berni sul lettore?
- Qual è l'intento letterario di Berni nel suo sonetto?
Il sonetto di Berni è una parodia che elenca i difetti fisici di una donna, in contrasto con le lodi tradizionali della bellezza femminile.
Berni utilizza la stessa struttura e lessico di Bembo, ma rovescia i complimenti in difetti, creando una parodia del sonetto originale.
Berni adotta il lessico tipico della lirica petrarchesca, come "oro", "perle", "armonia", e utilizza l'enjambement per creare continuità tra i versi.
La parodia di Berni richiede al lettore di fermarsi e riflettere per comprendere il significato nascosto e l'ironia dei versi.
Berni dimostra una grande abilità compositiva, opponendosi alla letteratura tradizionale attraverso l'uso delle stesse tecniche letterarie.