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di francesca_fortini
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 Sbocchi lavorativi scienze politiche: ecco il lavoro che farai se prendi la laurea in scienze politiche

La facoltà di Scienze Politiche affascina moltissimi ragazzi appassionati di attualità, politica, ma anche comunicazione. Insomma, siete sempre informatissimi su ciò che vi circonda e prendete a cuore i problemi delle popolazioni del nostro pianeta a livello sociale e politico, siete abili parlatori e avete sempre una vostra personalissima opinione su qualsiasi cosa? Non ci sono dubbi, Scienze Politiche è la facoltà che fa per voi.

Ma quando fate la vostra scelta, oltre che pensare alle vostre propensioni dovete anche buttare un occhio al “post-laurea”, quando entrerete nel mondo del lavoro. Ecco come la vostra laurea può essere utile per un lavoro moderno e al passo con i tempi.

IL POLITICO - E’ sicuramente uno dei naturali sbocchi lavorativi di chi si laurea in Scienze Politiche. Si comincia avvicinandosi ad un partito, partecipando con passione alle attività e alle campagne elettorali dei candidati per poi, piano piano, salire la scala del successo tramite l’appoggio dei membri più influenti e proporre la propria candidatura. Certo, non è semplice arrivare alla vetta e serve avere moltissimi contatti. Ma le nuove proposte politiche di questi anni lasciano qualche spiraglio.

ASSISTENTE PARLAMENTARE EUROPEO – Ci sono molte altre figure professionali che lavorano negli organi politici: ad esempio, l’assistente parlamentare è colui che affianca un determinato politico nella sua attività e soprattutto nel Parlamento Europeo questa figura ha particolarmente prestigio. Pur essendo assunto da un determinato deputato, è lo stesso Parlamento UE a provvedere allo stipendio.

COMUNICAZIONE E NEW MEDIA–Se la politica e le relazioni sono il vostro forte, ma siete anche dei nativi di internet e adorate i Social Network, siete le persone giuste per proporvi come addetti alla comunicazione nel campo della politica e delle istituzioni. Curare l’ufficio stampa di una determinata carica politica, o diventare responsabile della comunicazione o social media manager per un ente pubblico o privato: perché no?

GIORNALISTA E PRESENTATORE – Chi meglio di un esperto di politica, società, attualità e del panorama internazionale potrebbe diventare un giornalista specializzato in politica interna o estera? E perché no, diventare un inviato nelle zone del mondo in cui si sta facendo la storia dei nostri anni? E se la vostra passione è la radio e la tv, il lavoro vi chiama come presentatori di programmi di approfondimento.

ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI – Il vostro lato umanitario è particolarmente spiccato e siete affetti dalla sindrome della crocerossina? Il vostro lavoro, dopo aver conseguito la laurea in scienze politiche di indirizzo affine, è sicuramente quello all’interno di una organizzazione internazionale. Non è facile entrare a far parte di questi enti, ma con un buon curriculum, la padronanza delle lingue straniere e tanto volontariato, per cominciare, potrebbe darvi qualche buona occasione.

AMBASCIATORE E AFFINI – Per lavorare come ambasciatore ci sono molti step da affrontare: innanzitutto, un concorso e la conoscenza delle lingue straniere. Tuttavia, se la vostra passione è questa potete e dovete provarci. Se non doveste riuscirci, ricordate che possono esserci carriere internazionali alternative: ad esempio, come funzionari o operatori presso le organizzazioni internazionali o, ancora, nel campo della comunicazione presso questi enti o presso le ambasciate.

INSEGNANTE? – I laureati in Scienze Politiche, affiancati dai sindacati studenteschi, stanno combattendo da anni una lotta serrata per poter accedere all’insegnamento. Infatti, mentre i laureati entro il 2001 (vecchio ordinamento) potevano abilitarsi, i laureati post-riforma si sono visti bloccare questa strada dalle istituzioni. Ma qualcosa sta cambiando: intervistato recentemente da Quotidiano.net, il ministro Giannini ha affermato che i laureati in Scienze Politiche che vogliono insegnare devono rivolgersi in primis ad un organo specifico, il CUN ( Consiglio Universitario Nazionale). Solo acquisito tale parere il Ministero potrà intervenire.

Carla Ardizzone