
Ti sarà capitato almeno una volta di spostarti con l’autobus o con la metropolitana e, quando è successo, probabilmente ti sarai convinto del fatto che usare l’automobile è di gran lunga più semplice e più efficiente rispetto ai mezzi pubblici e magari ti sarai chiesto come fanno quegli studenti che per spostarsi si affidano ai treni e agli autobus. Ti sei mai domandato come gli studenti gestiscono la pendolarità? C’è da dire che per loro la vita non è affatto semplice. L’imprevedibilità che caratterizza i viaggi degli studenti pendolari, non fa che aumentare lo stress e il malumore dei ragazzi. Fattori che rischiano di influire negativamente sul loro rendimento scolastico o accademico.
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Perché si diventa pendolari
Spostarsi con i mezzi pubblici non è quasi mai una scelta volontaria. È una decisione che può essere influenzata da più ragioni: economiche, familiari, ecologiche, personali. Molto spesso gli studenti iniziano ad utilizzare i mezzi pubblici una volta iniziate le scuole superiori, che raramente si ha la fortuna di avere vicino casa. In questa fase i ragazzi cominciano ad essere abbastanza grandi da potersi spostare in autonomia, ma ancora non hanno la possibilità di guidare una macchina e quindi devono affidarsi necessariamente ai mezzi pubblici, qualora i genitori non avessero la possibilità di accompagnarli personalmente a scuola. Gli studenti universitari, invece, possono ritrovarsi ad usare i mezzi pubblici perché non possiedono un mezzo di trasporto proprio o perché la sede dell’ateneo che frequentano si trova in luoghi poco pratici per essere raggiunti in auto. O ancora, possono esserci studenti fuorisede che non hanno avuto la possibilità di portare con loro un veicolo.L’inefficienza dei trasporti pubblici
Nelle grandi metropoli, si sa, non tutto funziona sempre a dovere. I mezzi pubblici, in particolare, sono uno dei primi fattori che alimenta il malcontento di chi vive nelle grandi città. Soprattutto in alcune tratte, i disagi causati dal malfunzionamento dei veicoli e delle infrastrutture diventano davvero insostenibili. A pagarne le spese ci sono anche gli studenti, che spesso non hanno ancora la patente o non possiedono un mezzo di trasporto proprio che gli permetta di spostarsi in autonomia, senza dover essere sottoposti allo stress causato da autobus, metropolitane e treni. Alcuni ragazzi devono percorrere un lungo tragitto per arrivare al liceo o all’università e la scarsa efficienza dei mezzi pubblici non fa che aumentare il tempo di percorrenza. Capita che, a causa di qualche guasto o disagio, un tragitto che normalmente potrebbe essere percorso in mezz’ora, diventi un tragitto di oltre un’ora.Il tempo rubato
Per gli studenti che raggiungono il proprio istituto o il proprio ateneo con i mezzi pubblici, le entrate posticipate e i ritardi sono all’ordine del giorno. Spesso, sono addirittura più numerosi gli ingressi in seconda ora che le assenze. Tutte ore di lezione che i ragazzi sono costretti a perdere per colpa di un servizio inefficiente. Dopo un’intera giornata trascorsa a seguire le lezioni, l’unico desiderio è quello di arrivare a casa il prima possibile per concedersi un po’ di riposo, per poi dedicarsi allo studio con la mente più rilassata e sveglia. Purtroppo, però, per gli studenti pendolari non va sempre in questo modo: anche il tragitto da scuola a casa è un percorso pieno di insidie e di imprevisti. I ritardi che sono costretti ad affrontare, lo stress a cui sono sottoposti e la stanchezza che provano dopo un viaggio complicato rischiano di compromettere non solo il tempo libero dei ragazzi, ma anche le ore di studio. La frustrazione per il tempo che il viaggio di ritorno sottrae ad altre attività, è un sentimento che divora tutti gli studenti pendolari. Tornare a casa di cattivo umore, dopo un viaggio faticoso, di sicuro non favorisce la produttività, né tantomeno la concentrazione.L’aspetto positivo: imparare ad adattarsi
Attese prolungate, veicoli sovraffollati, corse cancellate e scioperi: queste sono tutte situazioni di disagio che lo studente pendolare affronta quotidianamente. Bisogna riconoscere che affidarsi ai mezzi pubblici è una palestra che allena a gestire imprevisti e incertezze. Ogni giorno, il ragazzo pendolare esce di casa senza sapere quando e se riuscirà ad arrivare a destinazione. Non è possibile prevedere quando e se passerà il mezzo di trasporto che deve prendere, quanta gente ci sarà a bordo, se ci sarà traffico, oppure se miracolosamente filerà tutto liscio. La vita da pendolare insegna ad accettare di non poter gestire sempre tutto. Immagina: sei uscito di casa, il mezzo di trasporto che aspettavi è arrivato e già sei sicuro che riuscirai a raggiungere la tua destinazione in perfetto orario quando… ecco che all’altoparlante una voce annuncia un guasto. Cose che accadono fin troppo spesso, ma che ti costringono ad accettare che, alcune volte, per cause di forza maggiore, ciò che avevi pianificato non può realizzarsi ed è a quel punto che devi essere il più flessibile possibile, ingegnarti e trovare un percorso alternativo per raggiungere la meta. Una bella lezione di vita, no?Chiara Galgano