
Negli ultimi anni, il teen drama è tornato al centro della scena, rinnovandosi e contaminandosi con generi sempre più diversi.
Dal mistery di Outer Banks al coming-of-age malinconico di Heartstopper, fino ai drammi musicali come Daisy Jones & The Six. In questo panorama arriva The Runarounds, la nuova serie di Prime Video che tenta di fondere l’energia ribelle dell’adolescenza con la nostalgia di un sogno che rischia di svanire appena iniziato.
Ideata dallo stesso autore di Outer Banks, The Runarounds mantiene l’impronta di quel mondo narrativo fatto di libertà, avventura e amicizie intense, ma la declina in chiave musicale.
Al centro c’è un gruppo di neodiplomati, ragazzi sospesi tra la fine dell’adolescenza e l’inizio dell’età adulta, che decidono di fondare una band per cercare di sfuggire alla monotonia e dare un senso al proprio futuro.
Di cosa parla "The Runarounds"?
Il titolo stesso, The Runarounds, suggerisce una doppia lettura: da un lato il nome della band protagonista, dall’altro il desiderio di correre via, di “girare in tondo” alla ricerca di un’identità.
È una serie che parla di sogni giovanili, ma anche di paure, fallimenti e della difficoltà di trasformare la passione in una via concreta per la propria vita.
I protagonisti - un gruppo eterogeneo di ragazzi che incarnano diverse sfumature dell’adolescenza - si trovano a fondare una band nella speranza di riuscire a sfuggire alla monotonia della vita che li aspetta.
Non ci sono supereroi, né misteri da risolvere: solo la realtà, quella fatta di notti insonni, prove mal riuscite, cuori infranti e improvvise esplosioni di felicità.
Quello che colpisce di The Runarounds è il suo tono autentico. Nonostante qualche inevitabile cliché - l’amore non corrisposto, le gelosie, il classico sogno di “sfondare” - la serie riesce a raccontare i suoi personaggi con una sincerità disarmante.
Ogni membro della band ha un arco narrativo riconoscibile e realistico: chi cerca riscatto, chi vuole fuggire da una famiglia ingombrante, chi usa la musica come forma di terapia emotiva. La scrittura evita i toni moralistici e preferisce lasciare che siano le scelte, anche sbagliate, a definire i ragazzi.
Uno dei punti forti è il modo in cui la serie tratta la musica non come semplice contorno, ma come linguaggio universale per parlare di crescita, amicizia e vulnerabilità.
Le canzoni originali, spesso scritte dagli stessi attori, accompagnano lo spettatore in un viaggio emozionale che non si limita al “divertimento”, ma tocca corde più profonde.
"The Runarounds": teen drama da manuale
Come ogni teen drama che si rispetti, The Runarounds intreccia le dinamiche della band con una serie di relazioni sentimentali destinate a complicarsi. C’è l’amore che nasce tra due membri del gruppo, il triangolo emotivo inaspettato, e il momento in cui la passione per la musica si scontra con la necessità di crescere.
Eppure, la serie evita il melodramma fine a sé stesso: i sentimenti sono trattati con delicatezza e spontaneità, e l’attenzione resta sempre sulla ricerca del proprio posto nel mondo.
Quando i protagonisti si guardano intorno e si chiedono “e adesso?”, lo spettatore riconosce in loro la stessa incertezza che accompagna ogni generazione di ventenni.
The Runarounds non rivoluziona il genere, ma lo restituisce alla sua dimensione più sincera. Non cerca effetti speciali, ma emozioni vere; non punta sull’eccesso, ma sulla connessione.
La regia di Iain Morris (già autore di The Inbetweeners Movie) mantiene un equilibrio notevole tra leggerezza e malinconia, e il cast giovane funziona: nessuno è una star, e proprio per questo tutti sembrano autentici.
Certo, alcuni passaggi risultano prevedibili, e la struttura narrativa segue binari piuttosto classici. Ma il risultato finale è una serie che fa sorridere e commuove, con il potere di riportare lo spettatore a quell’estate in cui tutto sembrava possibile.
In definitiva, The Runarounds è una lettera d’amore alla giovinezza, alla musica e ai sogni che non muoiono mai. Non cambierà il mondo del teen drama, ma lo ricorda nella sua forma più pura: quella di un gruppo di ragazzi che suona per non smettere di credere.