
Nella sempre più ricca galassia dei romanzi fantasy, “The Spellshop” di Sarah Beth Durst si inserisce con grazia e originalità come una delle uscite più attese dell’anno, soprattutto per i lettori di BookTok, che ne hanno fatto uno dei titoli più discussi ancor prima dell’arrivo sugli scaffali italiani.
Edito da Rizzoli all’interno della curatissima collana La biblioteca di Daphne, guidata dalla celebre booktoker Megi Bulla, questo romanzo promette e - in gran parte - mantiene un’esperienza di lettura delicata, dolce e incantata, perfetta per chi ama le storie dove la magia si intreccia con le emozioni più umane.
Un cozy fantasy dal cuore tenero
La protagonista di The Spellshop è Kiela, una bibliotecaria solitaria e riservata che lavora nella Grande Biblioteca Imperiale di Alyssium, luogo che profuma di polvere antica, pergamene proibite e lunghi silenzi.
La sua unica compagnia è Caz, una pianta parlante ansiosa e sarcastica che, fin dalle prime pagine, conquista il lettore con i suoi siparietti. Ma la quiete non può durare: una rivoluzione scuote la capitale e Kiela è costretta a fuggire, portando con sé ciò che ha di più prezioso: libri di magia antica, il cui possesso è vietato.
La fuga la conduce sull’isola di Caltrey, luogo magico del suo passato, ora in decadenza. Le creature magiche – gatti alati, unicorni, spiriti dei boschi – stanno lentamente morendo, private della linfa magica che un tempo le sosteneva.
E qui inizia il cuore pulsante della storia: una libraria in esilio, che apre un negozio di marmellate come copertura per vendere pozioni e aiutare la comunità, mentre affronta il proprio percorso di guarigione emotiva e apertura al mondo.
Durst scrive una fiaba moderna, ma con toni dolcemente antichi. Il mondo creato è ricco di dettagli magici, ma non opprimente o difficile da seguire. La vera forza del romanzo risiede nella sua atmosfera: cozy, avvolgente, terapeutica.
A differenza di molti fantasy contemporanei che puntano su conflitti globali o battaglie epiche, The Spellshop sceglie la via dell’intimità e della delicatezza.
Il ritmo è tranquillo, ma non lento: ogni pagina sembra una tazza di tè caldo nelle mani, un rifugio sicuro dove lasciarsi andare. In questo, il romanzo dialoga bene con altri titoli che negli ultimi tempi stanno ridefinendo il genere, come Legends & Lattes di Travis Baldree: fantasy di comfort, dove la magia più potente è quella della cura reciproca e dell'accettazione.
"The Spellshop" merita una chance?
Kiela è una figura che farà breccia nel cuore dei lettori introversi: non eroina per forza, non guerriera, non “chosen one”, ma una donna che ha paura, dubbi e bisogno di spazio. Il suo rapporto con la fiducia, l’autonomia e l’apertura agli altri è raccontato con tatto e realismo.
La relazione con Larran, l’allevatore di cavalli marini, è il filone romantico del romanzo, ma mai forzato o invadente. Si sviluppa con tempi naturali, rispettando la fragilità emotiva della protagonista.
È un romance, sì, ma è soprattutto una storia di autodeterminazione, di rinascita, di riscoperta del proprio potere (magico e non) in un mondo che ha tentato di soffocarlo. In questo senso, il libro manda un messaggio forte: non serve essere rumorosi per cambiare le cose, basta essere coerenti con sé stessi.
The Spellshop possiede tutti gli ingredienti per conquistare i lettori che cercano una lettura confortante, emozionante ma non straziante, intrisa di malinconia luminosa. La presenza della pianta parlante Caz regala momenti esilaranti e aggiunge una nota brillante a un libro altrimenti molto introspettivo.
Insomma, questo è un romanzo sulla magia dei legami, sul coraggio della tenerezza, sulla forza nascosta in chi ha imparato a sopravvivere in silenzio. Non è un libro che urla, ma uno che ti sussurra parole di conforto, e che finisci con il voler rileggere ogni volta che il mondo là fuori fa troppo rumore.
Se amate le storie dolci, magiche e terapeutiche, The Spellshop sarà per voi più di una lettura: sarà un rifugio.