
Se nelle prime ore dall’uscita di Strappare lungo i bordi sembrava che Zerocalcare fosse riuscito in nell’impresa epica di unire tutti, da nord a sud della Penisola nel tessere le lodi di questo prodotto, a quasi una settimana dall’uscita delle sei puntate è chiaro che non è andata del tutto così.
Certo, Calcare viene tuttora apprezzato ovunque, ma una polemica, seppur marginale a fronte del vasto successo che ha ottenuto la serie, è comunque apparsa sui social e sui giornali: si è sottolineato - come se non fosse già lapalissiano, ndr. - che Michele Rech, in arte Zerocalcare è romano, anzi, troppo romano. Noi di Skuola.net però, per rimanere fuori dell’ennesima discussione che si divide in due fazioni contrapposte, cerchiamo invece di appianare le differenze culturali, spiegando le espressioni più romane a chi abita fuori dal Raccordo.
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I 10 modi di dire romani che usa Zerocalcare tradotti
Per tutti coloro che non hanno dimestichezza con la parlata romana, la serie Strappare lungo i bordi potrebbe sembrare in alcuni passaggi ed espressioni difficile da comprendere, anche se i disegni restituiscono ciò che le parole a volte perdono. Non è quindi difficile immaginare che per chi non ha mai vissuto nella Città Eterna ci siano vocaboli che possano rimanere indigesti e che potrebbero meritare una spiegazione completa. Ecco dunque 10 parole o frasi tradotte in italiano dalla serie tv di Zerocalcare.- Beccarsi: verbo, diffuso ormai anche in altre regioni, per indicare l’intenzione di vedersi. “Ci becchiamo dopo” = “Ci vediamo dopo”.
- Accollarsi/accollo: verbo o nome che indica persone o situazioni spesso spiacevoli o noiose che ci vengono riversate addosso e di cui dobbiamo farci carico. “Che accollo questo” = “Che persona appiccicosa/pesante”. “Accollarsi qualcosa/me l’accollo” = “Prendo carico di qualcosa”.
- Pija a bene: espressione usata per indicare uno stato d’animo sereno. “Oggi mi pija a bene” = “Oggi sono felice”.
- Li mortacci tua: insulto rivolto agli antenati morti della persona con cui si sta parlando. Traducibile letteralmente come “i tuoi (della tua famiglia) spregevoli defunti”. Abbreviazioni sono “tacci tua” e “cci tua”.
- Ho fatto pippa: espressione che ha al suo interno la parola “pippa” che solitamente indica una persona incapace in qualcosa. L’intera locuzione è però a significare che si ha avuto torto e si è quindi riconosciuto che l’altro interlocutore avesse ragione. “Ho fatto pippa” = “Sono stato zitto/Gli ho dato ragione”.
- Bevuti: essere bevuti è un’espressione usata soprattutto all’interno dell’immaginario criminale, e infatti vuol dire essere scoperti, soprattutto dalla polizia. “Ci hanno bevuti” = “Siamo stati scoperti”.
- Stacce: espressione per indicare una situazione figurata e non solo, che non si può cambiare e alla quale ti devi adattare. “Stacce” = “Accettalo”.
- Buffi: parola usata per indicare i debiti. “So pieno di buffi” = “Sono pieno di debiti”.
- Sbroccare: verbo ormai diffuso in molte regioni che sta a significare lo stato di arrabbiatura, soprattutto quando questa viene esternata. “Ho sbroccato” = “Mi sono infervorato".
- Spiccia casa: è un termine colloquiale che indica una persona che non può reggere il confronto con un’altra. “Cracco me spiccia casa” = “Sono così brav* a cucinare che Carlo Cracco (noto chef) è meno bravo di me”.