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di paolodifalco01
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partita Iran contro UsaCi sono partite che non si giocano solamente dentro al campo con la palla al piede ma vanno ad assumere anche un grande significato politico. Lo vediamo in questo Mondiale dove in campo non ci sono solamente divise ma bandiere, non solo calciatori ma cittadini di intere nazioni.

Questo tra l'altro anche quello che vedremo nella partita tra Iran e Stati Uniti che si giocherà questa sera all'Al Thumama Stadium di Doha dove a sfidarsi saranno due popoli che si percepiscono l'un l'altro come "nemici".

Diverse le radici dell'odio: dal movimento femminile che da oltre due mesi scuote l'Iran per rivendicare la libertà delle donne al golpe angloamericano del 1953 che impose sul trono lo Scià.

Le ragioni storiche dell'inimicizia tra Iran e Stati Uniti

"Marg bar Amrika", morte agli Stati Uniti, questo è lo slogan che spesso si sente nelle diverse marce iraniane a favore del regime islamico e che può darci una misura di quanto sui giocatori delle due nazionali che oggi scenderanno in campo per gli ottavi di finale del Mondiale si avverta un certo peso politico. Le ragioni di questa inimicizia vanno innanzitutto ricercate nell'operazione Ajax, il golpe della Cia contro il governo iraniano nel 1953.

Il 18 agosto 1953 a Teheran, sotto la regia americana dell'agenzia all'epoca guidata da Allen Dulles, un colpo di stato mise fine al governo del primo ministro Mohammad Mosaddeq che attraverso la nazionalizzazione del petrolio e l'alleanza con i religiosi aveva avviato una transizione democratica pacifica in Iran. Colpo di stato in cui gli Usa hanno ammesso la propria responsabilità solamente nel 1995 e che cambiò le sorti dell'Iran visto che contribuì alla rivoluzione islamica del 1979, dove fu deposto lo scià filo-occidentale, a favore di una Repubblica Islamica.

Con la rivoluzione islamica guidata da Khomeini arriverà anche la prima crisi tra i due Paesi: nel novembre del 1979 ben 52 dipendenti dell'ambasciata americana vengono sequestrati e liberati solamente dopo 14 mesi. Sequestro che servì al nuovo regime per legittimarsi davanti agli occhi del mondo e che condizionò pesantemente la presidenza Carter e i rapporti fra i due Paesi. Si arriva poi al 1980 quando gli Usa, nella lunga guerra Iran-Iraq che provocò non meno di un milione di morti, sostennero l'esercito di Saddam Husseinpoi abbandonato durante le guerre americane nel Golfo e impiccato in piazza a Baghdad nel 2003.

L'ultimo episodio degno di nota, prima di arrivare alle proteste che stanno scuotendo l'Iran da più di due mesi, è l'uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani attraverso un drone americano su ordine diretto del presidente Donald Trump il 3 gennaio 2020. Il capo delle Guardie della Rivoluzione in Iran era un uomo molto potente che discuteva direttamente con il presidente russo Vladimir Putin sul futuro della Siria.

I precedenti sul campo di gioco: i Mondiali del 1998 e l'amichevole del 2000

Le due nazioni si fronteggiarono già durante il Mondiale del 1998: la prima partita arrivò il 21 giugno di quell'anno e fu vinta dall'Iran grazie alle reti di Hamid Estili e Mehdi Mahdavikia. Quella notte, da Teheran a Persepolis, le televisioni di tutto il mondo trasmisero la festa dei tifosi iraniani scesi per strada accanto ai movimenti di emancipazione femminili che in quei giorni stavano iniziando a muovere i primi passi.

Dopo la sconfitta per 2-1, il difensore americano Jeff Agos disse:"Abbiamo fatto più noi in 90 minuti che i politici in 20 anni". Un anno e mezzo dopo, nel gennaio del 2000, Stati Uniti e Iran si ritrorono di nuovo l'uno di fronte agli altri in un match amichevole a Pasadena. Partita dove il pareggio passò in secondo piano visto che emerse uno spirito di fratellanza tra i calciatori, uomini prima che professionisti dello sport.

Paolo Di Falco