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Sanremo 2020

Rita Pavone, una delle otto cantanti pop italiane ad essere riuscite ad entrare in classifica in Gran Bretagna, sale sul palco dell’Ariston per la quarta volta, la sua prima edizione fu nel ’69, mentre l’ultima nel ’72. Il suo ricordo più bello di Sanremo è legato a Domenico Modugno:” Era il 1958 e vivevo a Torino in una piccola casa. Noi eravamo in sei e solo papà lavorava, eravamo una dignitosa famiglia di povera gente. I miei fratelli stavano ascoltando il Festival alla radio perché non avevamo la tv e quando arrivò “Nel blu dipinto di blu” corsero a svegliarmi: ”Vieni, c’è uno che canta in una maniera straordinaria, devi sentirlo. Il suo modo di cantare era un meraviglioso schiaffone in faccia”.
Ecco il testo dell’inedito e tutte le curiosità sulla sua partecipazione a Sanremo.

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Sanremo 2020, Rita Pavone “Niente (Resilienza 74)”: testo e significato

La cantante originaria di Torino, rappresenta un record storico per il Festival: interrompe l’assenza più lunga dalla gara per un artista (ben 48 anni). Ci parla del suo brano, tra i più curiosi del Festival:”Parla proprio della capacità di affrontare un trauma o una difficoltà "tenendo duro", non lasciandosi mai andare. La posizione di resilienza è super eroica, ma difficilissima da vivere: resistere impegna testa, mani e corpo a un immobilismo di cui possiamo persino andare fieri, ma ci rende statue e non esseri umani.”
Ecco il testo della canzone.

Niente, qui non succede proprio niente
E intanto il tempo passa e se ne va
Meglio cadere sopra un’isola o un reality che qualche stronzo voterà
Niente, adesso non ricordo niente
Fammi sentire che sapore ha
E la mia testa sul cuscino certe notti vuoi sapere quanto male fa
Male fa, male fa (and I like it, I like it)
Male fa, male fa (yes I like it, I like it)
Non hai mai saputo spezzarmi, travolgermi
Resto qui nel fitto di un bosco
E il tuo vento non mi piegherà
Qui non succede proprio niente
Pensavo
Che ad ogni seme piantato corrispondesse un frutto
Dopo ogni fiato spezzato ricominciasse tutto
Che la parola di un uomo valesse oro e invece
Trova un amico ma non toccargli il tesoro
Niente, non ci ho capito proprio niente
Ma anche l’orgoglio si rimargina
Picchia più forte, non lo vedi che sto in piedi
Non ti accorgi che non servirà
Non hai mai saputo spezzarmi, travolgermi
Resto qui nel fitto di un bosco
E il tuo vento non mi piegherà
I love you, I love you, I love you, I love you, I love you
I love you.
Non hai mai saputo spezzarmi, travolgermi
Resto qui nel fitto di un bosco
E il tuo vento non mi piegherà
Mai più
Il vento non mi piegherà mai più
Il vento non mi piegherà
Qui non succede proprio niente

Rita Pavone: la confusione del Festival e Giorgio Merk

La cosa che diverte di più Rita Pavone è “la confusione” che gira attorno al Festival:” Mi stanca ma è un momento di sconvolgimento che ti fa bene. E’ salubre, è qualcosa di diverso.”
Il testo di Niente (Resilienza 74) è stato scritto, insieme alla musica, da Giorgio Merk, compositore di successo appassionato di musica per naturale eredità della madre, essendo il figlio di Rita Pavone.
Data pubblicazione 31 Gennaio 2020, Ore 15:55
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