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good omens 2 recensione prime videoA ben quattro anni di distanza dalla prima stagione e quasi a sorpresa, Prime Video ha deciso di lanciare un secondo capitolo di Good Omens, dopo il successo di critica e di pubblico dei primi episodi.
Infatti, nonostante la prima serie fosse tratta dal libro, scritto a quattro mani da Terry Pratchett e Neil Gaiman, dal titolo “Buona Apocalisse a tutti!” e fosse a tutti gli effetti una storia autoconclusiva fatta e finita, e soprattutto dopo la scomparsa di uno dei due autori, Terry Patchett, Prime Video ha comunque deciso di continuare con questo prodotto che tanto ha entusiasmato i fan e di dare fiducia al rimasto Neil Gaiman affidandogli il sequel.
Fonte foto: Prime Video via Facebook

Così, a partire dal 28 luglio 2023 sulla piattaforma sono stati rilasciati altre sei puntate che vedono nuovamente protagonista lo sfavillante duo composto da Michael Sheen, nei panni dell’angelo Aziraphale, e David Tennant, nei panni del demone Crowley. Ma com’è questo ritorno, merita una chance?

Di cosa parla Good Omens 2?

Dopo l’alquanto intricata e imprevedibile trama della prima stagione, che vedeva coinvolti i due protagonisti, rappresentanti delle due opposte fazioni, Inferno e Paradiso, diventare alleati durante i secoli passati sulla Terra e collaborare più che mai per scongiurare l’imminente apocalisse, questo sequel è più lineare nella sua struttura ma non per questo privo di suspence e colpi di scena.

La stagione si apre con il Paradiso e l'Inferno che si rendono conto di una situazione piuttosto bizzarra: la scomparsa dell'arcangelo Gabriele. Quest'ultimo, infatti, vaga nudo e smemorato per Londra con un pacco in mano per approdare alla libreria Aziraphale, nella quale trova l'aiuto e la collaborazione del buon angelo. Ovviamente però non manca la chiamata all'amico fedele, Crowley, che dopo i primi momenti di esitazione, non può che accettare la richiesta di collaborazione del compagno d'avventure. Così, ancora una volta insieme, i due iniziano a cercare di capire l'origine di questo stranissimo avvenimento che ha mandato in subbuglio sia il Paradiso che l'Inferno.

Good Omens 2: merita la visione?

Questa seconda stagione di Good Omens mostra in maniera inequivocabile che, oltre a essere due attori di straordinario talento, la chimica tra Michael Sheen e David Tennant non solo è innegabile e pressoché tangibile, ma è sufficiente a portare avanti l'intera serie anche senza l'aiuto di una trama particolarmente arzigogolata com'era quella dei primi episodi.

Infatti quando il duo è in scena, recitando battute sopra le righe, divertenti, esilaranti, e abilmente costruite proprio per mettere in risalto la bravura dei due attori, è impossibile annoiarsi e le sei puntate scivolano via in un batter d'occhio. Altrettanto impossibile è però notare i medesimi guizzi autoriali che tanto hanno divertito gli spettatori nella prima stagione e che ritornano con una scrittura altrettanto pungente e geniale. Bravi anche tutti gli altri attori comprimari, in grado di essere al passo con le due star senza sfigurare e rendendo unici e riconoscibili anche i personaggi secondari. L'unico neo, almeno fin'ora, è il finale carico di suspense che fa presupporre una terza stagione che però non è ancora stata confermata ulteriormente.

Anche perché, in realtà, prima della dipartita di Terry Patchett, talentuoso scrittore, lui e Neil Gaiman avevano parlato della possibilità di scrivere un sequel del libro “Buona Apocalisse a tutti!”, da cui la serie è tratta. Tuttavia questa seconda stagione, a detta dello stesso Neil Gaiman, sia scrittore del libro che sceneggiatore della serie, non sarebbe il sequel concordato con Patchett, bensì un ponte di connessione tra la prima stagione e l'ipotetico sequel abbozzato con il collega. Dunque ci sarebbe i presupposti affinché Sheen e Tennant possano tornare per un terzo capitolo, ma ad oggi non vi è nulla di confermato.