
Eurovision Song Contest, il festival europeo che di solito ci regala coreografie glitterate, outfit stravaganti e tormentoni da Tiktok, sta facendo parlare di sé per tutt'altro rispetto alla musica. Infatti, diversi Paesi hanno detto chiaro e tondo che non saliranno sul palco se a partecipare all'evento ci sarà anche Israele.
La notizia ha fatto in poco tempo il giro del mondo e ha innescato un effetto domino di altre nazioni, che man mano stanno pensando di ritirarsi dalla competizione.
A questo punto la domanda è: l’Eurovision deve restare “apolitico” quando fuori c’è una guerra? Oppure è arrivato il momento in cui anche la musica prenda posizione?
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I Paesi che si sono ritirati
Per ora hanno confermato il boicottaggio Irlanda, Paesi Bassi, Slovenia e Islanda. A sorpresa, negli ultimi giorni, si è aggiunta anche la Spagna, tramite la sua emittente pubblica RTVE.
La motivazione? Uguale per tutti: una presa di posizione contro Israele per la guerra a Gaza, iniziata nell’ottobre 2023.
L’Irlanda, in particolare, è stata molto netta: partecipare sarebbe "immorale", vista la "continua e terribile perdita di vite" nella Striscia.
Non è la prima polemica
Già in passato c’erano state diverse pressioni per escludere dalla gara Israele. Spagna, Irlanda e Slovenia avevano sollevato il tema, ma senza risultati.
E non solo le tv: prima dell’ultima edizione nel 2025 più di 70 artisti avevano firmato una petizione per dire “stop Israele all’Eurovision”. Anche lì, nulla di fatto.
Intanto alla luce dei recenti fatti, l’idea che l'Eurovision sia solo un contest di “canzonette” sembra sempre più distante dalla realtà.
L’EBU prova a stare nel mezzo
La regola ufficiale dell’European Broadcasting Union (EBU), che organizza l’evento, è sempre stata: “la musica non è politica”. Il claim è quello di “unire le persone attraverso la musica”.
Ma attenzione: la Russia è stata buttata fuori dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022. La giustificazione? Le sue emittenti non rispettavano più i valori dell’organizzazione.
Con Israele, invece, la storia è stata diversa: l’emittente Kan è membro dell’EBU da decenni e, tecnicamente, ha diritto a partecipare.
Prossima fermata: Vienna
Israele, nel frattempo, ha già detto che sarà presente all’Eurovision 2026, che si terrà a Vienna. La lista ufficiale dei Paesi in gara uscirà a dicembre: fino ad allora rimaniamo con il fiato sospeso in attesa di ciò che accadrà. Sotto tutti i punti di vista.